Cava de’ Tirreni: presentato dossier di Rita Occidente Lupo “San Pio, esempio di fede e santità per il nostro tempo”

MariaPia Vicinanza

Presentato nella Parrocchia di Sant’Alfonso, in Via Filangieri, il dossier su San Pio, del direttore del nostro quotidiano, Rita Occidente Lupo, animatrice dei Gruppi di Preghiera Padre Pio, dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno. Il terzo volume di testimonianze inedite, illustrato graficamente dalla nota artista Elena Ostrica, raccolte doviziosamente, con interviste a testimonial del Santo del nostro tempo, che non cessa di attirare la devozione di tanti, pur non avendoLo conosciuto.

In occasione del centenario delle Stigmate e del cinquantesimo della morte, più viva che mai la devozione dei Figli Spirituali, che Lui attirò affinchè fossero i Gruppi i Preghiera “Vivai di fede, Focolai d’amore”. Soprattutto oggi, in cui sembra regnare l’anticonformismo agli antichi valori e la fede appare sempre più sbiadita presso le nuove generazioni, il messaggio evangelico “Passeranno i cieli e la terra, ma non passeranno le mie parole”, da recuperare, per riscoprire il vero senso dell’esistenza.

San Pio è stato degno interprete del messaggio cristiano- ha proluso la Occidente Lupo– per cui ancora tanti oggi si recano nei luoghi che Gli diedero i natali, Pietrelcina nel beneventano o dove trascorse il Suo ministero sacerdotale fino al decesso il 23 settembre 1968, San Giovanni Rotondo, a porgere suppliche ed istanze dinanzi alla Sua sepoltura in vetro, nella moderna Basilica a Lui dedicata, architettonicamente preziosa di mosaici e volumetrie, realizzata da Renzo Piano. Oggi, la necessità che i Figli spirituali, possano garantire un turn over generazionale, tramandando la devozione e la memoria ai piccoli ed ai giovani. San Pio non cessa di intercedere per chi gli si rivolge con fiducia.

Il Dossier ancora una volta, come gli altri due precedenti, ognuno con 50 testimonianze, percorre anche le tappe della vita spirituale di tanti, che hanno preso le mosse del proprio cammino di fede, dopo aver conosciuto il Santo. Alcuni ne serbano un ricordo indelebile, come Gemma Di Giorgi, nata cieca, che tuttora vede senza le pupille. Il primo miracolo di Padre Pio, allora Gemma doveva ricevere la Prima Comunione quando fu tradotta a San Giovanni Rotondo dalla nonna. E lì ricevette la grazia della vista, tra l’incredulità prima della nonna, che non sapeva spiegarsi come la piccola potesse asserire di vederci già durante il viaggio in treno e poi dei sanitari che seguivano il caso.

I Gruppi di Preghiera sono pertanto opportunità di un cammino garantito di salvezza, nella certezza che il Santo, come garantì, attende sulla soglia del Paradiso che l’ultimo dei Suoi figli sia entrato. La condizione però, come richiese, di non fargli far brutta figura!

Grazie alla forte spinta che il coordinatore regionale della Campania, Padre Enzo Gaudio, sta dando ai cenacoli di fede, calendarizzati degli appuntamenti mensili a Gesualdo, dove Padre Pio soggiornò in Convento per circa quaranta giorni, prima d’essere ordinato sacerdote nel Duomo di Benevento. Qui, sede del Centro regionale dei Gruppi, fra Enzo accoglie, invita alla preghiera, avvicina e coinvolge specialmente tanti giovani, spesso irretiti da troppi problemi esistenziali, in cerca di autorevoli punti di riferimento, per vivere il quotidiano. L’invito per i Gruppi, sempre aperto, affinchè la famiglia spirituale di San Pio possa irrobustirsi nell’andare nel mondo, dotata di quella semplicità delle colombe, commista alla prudenza dei serpenti. ” “E’ necessario vivere la fede autenticamente- ha aggiunto don Pasquale Gargano, coordinatore dei Gruppi di Preghiera della Diocesi di Cava-Amalfi- affinchè dall’asscolto della Parola e dall’interiorizzazione, possa scaturire l’osservanza, come fece San Pio. Recarsi in pellegrinaggio nei luoghi da Lui attraversati, soltanto con spirito turistico e commerciale, non ha senso. Occorre che i Figli Spirituali, che si ritrovano periodicamente in incontri mensili, oltre che in appuntamenti nazionali, sappiano interpretare al meglio i dettami che il Frate lasciò in eredità, come ricetta certa per la salvezza”.