Laicità e laicismo, Dio e Cesare

Padre Giuliano Di Renzo

“I santi appartengono al popolo non alla Chiesa”.
Si sta dicendo sul serio o per scherzo? Come anche che la festa del patrono sia un evento civile e “politico”, prima che religioso!
Affermazione simili richiedono riflessione e ponderazione e dette in modo sommario lascia perplessi parendo più che altro un’inconscia resistenza di ideologico interiore laicismo.
Come anche, Gesù ha parlato di distinzione non di opposizione tra Cesare, che in questo mondo è, perché l’uomo è in questo mondo, e Dio, che è al di sopra tutti e tutti guida con provvidente amore. E Dio è sempre Dio, mentre l’uomo, checchè voglia lui pretendere, è uomo. E’ questione di natura, che in assoluto sono irirudicibili tra loro e non vale lo sciocco arbitrio di un parlamento a mutare le cose, come non vale a impedire che tutti si muoia. Cesare compreso!
E quando lo fa, anche mascherato di democrazia, è tiranno.
Dio offre a Cesare di collaborare con Lui responsabilmente, come si conviene a persona non a robot, lo invita a partecipare con merito al progresso del bene dell’uomo come essere sociale, di servire l’unità intrinseca dell’uomo e favorire quindi senza opporsi il pieno suo integrale sviluppo.
Laicità non è laicismo. Non si tratta di opposizioni di forza, ma di reciproca comprensione e amore.
L’uomo è una persona e quindi un soggetto, lo Stato non è che la forma astratta giuridica di una comunità di persone che liberamente e responsabilmente collaborano tra loro al raggiungimento del loro proprio fine o personale destino.
Stato e Chiesa in modi e campi distinti ma non opposti sono ambedue a servizio della persona.