Santa Gemma Galgani: “Soffrire per Gesù, con Gesù, amare soltanto Gesù”

Padre Giuliano Di Renzo

Per parte mia ricordo sempre agli amici napoletani che il Padre spirituale di Santa Gemma, il sacerdote passionista che Santa Gemma chiamava “babbo mio”, Padre Germano Vincenzo Ruocco era originario di Vico Equense, presso Sorrento. Fu un sacerdote santo, confessore illuminato ed equilibrato, lavorò molto per la beatificazione di San Gabriele dell’Addolorata. Padre Germano avviò gli scavi archeologici sotto la basilica romana dei Santi Giovanni e Paolo al Celio (Roma), martiri sotto l’imperatore Giuliano, per recuperane la casa, la domus.

“Gesù, sono un fiore della tua Passione, un germoglio delle tue piaghe”!
Preghiamo perciò e raccomandiamo alla nostra “Gemmina” tutte le persone a noi care, viventi o defunte, e quante aspettano da noi il ricordo della nostra preghiera.

Santa Gemma…..!

Ricordo, mi parlo’ di lei la mamma.
Ero piccino e mi narrò il di San Gabriele dell’Addolorata, morto 38 anni prima, allora Venerabile, che presentandosi a Santa Gemma la guarì miracolosamente da un brutto male terribile. Le pose poi sul petto il suo “segno” della Passione di Gesù”, quello che tutti i passionisti portano sul loro abito religioso dicendole: Sorella mia!
Io che ero piccino confondevo sulla carta Lucca con Lecce.

Era Sabato Santo quell’11 aprile 1903 quando Gemma morì dopo un’agonia sofferta tenendo le braccia, simile anche allora a Gesù morente sulla croce.
Morì del tutto sola, come le aveva preannunciato Gesù, privata di tutto e di tutti in quell’estremo momento di estremo bisogno. Senza la zia Cecilia Giannini, senza la signora Giustina, senza l’amica del cuore Eufemia (poi Madre Gemma, fondatrice dell’Istituto Missionario delle Sorelle di Santa Gemma), Padre Germano lontano….
Gesù l’aveva preparata a questi sacrifici definitivi estremi, spogliata di tutto al modo di Gesù sulla croce.
Confidò che aveva a tutto rinunciato in offerta totale di se stessa, vittima consumata totalmente all’Amore, totalmente dall’Amore, trasformata in Lui, con Lui offerta alla Giustizia di Santità di Dio per salvare quanti più peccatori
Si’, “sola con Gesù solo”.

Era mezzogiorno, a mezzogiorno di quel Sabato Santo quando da tutte le chiese si scioglievano le campane per annunciare a tutti festose la Resurrezione di Gesù, la primavera della Vita, del cui ritorno dopo la caligine del lungo inverno si annunciava al mondo in attesa. La Buona Novella, il Vangelo appunto.

Prima della riforma del Santo Padre il Venerabile Pio XII, il “papetto” dl Luigina, che nel 1956 riportò la liturgia pasquale all’uso originario antico, l’annuncio della Resurrezione di Gesù lo si dava la mattina del Sabato Santo.
Tutte la funzioni del giorno venivano anticipate al giorno prima.
Per cui il Mattutino e le Lodi di Giovedì Santo erano anticipati alla sera di Mercoledì Santo. La mattina nelle cattedrali i vescovi celebravano la Santa Messa degli Oli, del Crisma. La Santa Messa “in Coena Domini” la si celebrava il Giovedì Santo mattina. E cosi’ via.

Santa Gemma chiuse la sua partecipazione alla Passione di Gesù nella Settimana Santa e morì nel momento stesso in cui la Chiesa annunciava la mondo la gioia dell’avvenuta vittoria di Gesù sulla Morte con la sua Resurrezione, premessa e garanzia della nostra resurrezione futura.

“Aspetto Gesù ” disse qualche giorno prima, quando già era assorta estasi mistica della sua agonia nell’agonia di Gesù.
“Figlia, poi verrà nell’ultimo tratto la notte scura scura quindi ti porterò nell’eterna comunione in cielo!”

Infatti mi fece impressione unire a confronto le ultime tre lettere di Gemma a Padre Germano che si conservano nell’archivio della Curia generale dei passionisti.

Nelle parole che perdono man mano di senso, nella calligrafia che tende a diventare un segni senza senso, nel rigo che non c’è più.

Si vede il decadimento anche mentale di quell’anima eroica sfibrata dalla malattia e dalla tremenda ossessione diabolica sino a far sospettare una possibile possessione in quell’ultima salita al Calvario.

Ella usava difendeva dal demonio tenendo in mano anche la reliquia della Santa Croce che ebbe dal “babbo suo” Padre Germano.

“Babbo mio”. “Babbo benedetto”, quando Padre Germano esitava e lei lo sollecitava.
Non ci si sorprenda di questo. Orfana, malata, con i fratelli e la sorella spersi di qua e di la’, incompresa sino ad essere dichiarata isterica dal prof. Pfammer, e vista con sospetto come se avesse voluto ingannare facendo la finta santa, trovo’ in Padre Germano la sicurezza del padre che la sua anima e la sua sensibilità di fanciulla spaurita avevano bisogno.

Fu per lui che la famiglia Giannini l’accolse e poi l’amò, con la zia Cecilia che le fece da mamma e la tutelò nascondendola a tutti e a lei stessa, a Gemma.

Proprio come voleva l’obbedienza alla raccomandazione del santo Padre Germano: “Gemma deve rimanere nascosta a Gemma. Tutto ciò che avviene in lei è opera di Dio!”

Il 17 aprile ricorderemo alle Tre Fontane di Roma come ogni anno, il 40° dalla morte della Serva di Dio Luigina Sinapi.

Figlia spirituale di San Pio, ne porta avanti la causa di beatificazione Padre Carlo Calloni, Postulatore Generale dei Cappuccini.

Tornando a santa Gemma, fu grande la mia sorpresa quando scorrendo le lettere di San Pio al suo padre spirituale ne lessi una che ricalcava quasi esattamente una lettera di Santa Gemma a Padre Germano. Segno che Padre Pio conobbe da subito “la povera Gemma”.

“La povera Gemma”, così firmava le sue lettere a Padre Germano Santa Gemma.

Le famiglie religiose passioniste e la città di Lucca festeggiano Santa Gemma il 16 maggio perché l’11 aprile viene sovente prossima alla Pasqua o anche nella Settimana di Pasqua!

Le migliori vite di Santa Gemma Galgani sono quella di Padre Germano e l’altra ampia e scientifica di Padre Enrico Zoffoli dal titolo La Povera Gemma. Prima edizione 1957.

Le “Lettere” e le “Estasi” si trovano presso la Postulazione dei Passionisti. Piazza dei Santi Giovanni e Paolo, 13 (al Celio) 00184 Roma

Il sacerdote passionista Padre Enrico Zoffoli, fu professore universitario di filosofia e apprezzatissimo teologo, scrittore e storico.

Amico di Padre Cornelio Fabro, friulano, filosofo tomista e professore di filosofia in varie università, introdusse il filosofo danese Soeren Kirkegaard in Italia e ne tradusse i Diari.
Fu preside della Facoltà di filosofia dell’università di Perugia. Polemizzò all’epoca del referendum per il divorzio con il conterraneo “cocciuto” Pier Paolo Pasolini.
Lo ebbi professore di Introduzione a San Tommaso d’Aquino, ebbe poi molte edizioni

Padre Enrico Zoffoli. di Marino (Roma), era nipote del celebre tenore Giacomo Lauri Volpi, fratello della madre.