Torino: Medjugorje, Paganelli “Bene Mons. Hoser, Papa vada come suggerito da milioni fedeli”

 “Le ultime dichiarazioni, rilasciate nell’intervista ad un’agenzia di stampa polacca dall’inviato del Papa a Medjugorje Monsignor Henryk  Hoser, sulla mancanza di errori dottrinali nei messaggi comunicati dalla Regina della Pace ai veggenti e sul riconoscimento dell’equilibrio mentale di queste persone, con cui ha dialogato, possono essere considerate come  la volontà della Chiesa di tutelare tale fenomeno iniziato il 24 giugno 1981, riconoscendo sempre più i frutti che sta producendo in loco e nel mondo”. Lo dichiara Marco Paganelli, autore della più recente inchiesta giornalistica sul villaggio dell’Erzegovina: “Medjugorje, l’inchiesta: aspettando il giudizio di Papa Francesco” (edizioni Echos). “Considerata questa presa di posizione – spiega –  non è peregrino attendersi che il Santo Padre  decida di andare sul posto, accogliendo così le aspettative dei due milioni di pellegrini che vi si recano ogni anno. Una sua eventuale scelta, in tale senso, potrebbe consentirgli soprattutto di avere un’idea più chiara di quanto sta capitando, senza lasciarsi condizionare dalle espressioni non univoche di significativi rappresentanti ecclesiali. Sono rimasto soddisfatto in particolare – aggiunge – di come Monsignor Hoser  abbia respinto l’obiezione di chi sostiene che le mariofanie di Medjugorje siano eccessive, richiamando le visioni quotidiane di Gesù a santa Faustina Kowaska e sottolineando che ciò non è un motivo valido per non ritenere veritiero il fenomeno. Tutto questo dimostra – conclude Paganelli – la volontà dei Sacri Palazzi di riconoscere le prime sette apparizioni, continuando a monitorare quelle odierne in quanto stanno producendo benefici ovunque e soprattutto nel corpo ecclesiale”.