Salerno: Casa Giovanna “Concorso Vivi l’estate, festa del Mare” riflessioni…

Anche quest’anno la dott.ssa Rita Occidente Lupo ci ha offerto il piacere di partecipare a questo concorso estivo sul tema del mare. “Casa Giovanna” e l’Associazione “Impegno e Solidarietà” sono grate e ringraziano. Come sempre quel che colpisce me, come educatore e responsabile di un gruppo di persone portatori di disabilità, è il coinvolgimento di bambini e disabili. Rita e le persone che essa attiva in riferimento a questa iniziativa, sono consapevoli, mi pare di capire, di un principio fondamentale che sembra farsi strada, con sempre maggiore forza, nelle nostre società, e cioè la convinzione che il polo della piccolezza e della debolezza è il motore della civiltà. I bambini e le persone che vivono un disagio ed una difficoltà sollecitando altri ad aiutare e farsi carico dei loro bisogni,  spingono sensibilmente, anche se inconsapevolmente le società ad umanizzarsi sempre di più e quindi ad elevare il grado di felicità e di vita significativa e serena di tutti. Il concorso, come si sviluppa nella sua preparazione, sia nelle scuole, sia lungo i lidi della litoranea salernitana, fa percepire questo obiettivo e questa sensibilità. In questi ultimi anni questa meritevole iniziativa oltre a stimolare alla tutela ed al rispetto del mare, quindi ad avere attenzione al tema ambientale e alla protezione del pianeta, che  l’insensibilità di molti rischia di far diventare un immenso spazio di rifiuti, credo che sarebbe bene non trascurasse l’emergere di un evento tragico riferito al mare, che è il naufragio e la morte di tanti, troppi  disperati che non riescono a raggiungere le nostre coste. Il mare e soprattutto il nostro mare Mediterraneo, non è più solo il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro, ma anche un richiamo alla nostra coscienza spesso addormentata, come ben sottolineava la Dirigente scolastica prof.ssa Grimaldi,  perché ci interpella e ci spinge a riflettere sul tema dell’accoglienza e della sicurezza delle traversate di questi disperati. I ragazzi del Centro socio educativo diurno di Casa Giovanna hanno preparato alcuni lavori per il concorso, utilizzando lo scheletro di alcuni orologi in ceramica. Anzicchè disegnare le ore e posizionarci le lancette, hanno inserito su una base, sempre in ceramica, alcuni elementi marini come pesci molluschi o alghe. Inizialmente la combinazione  mi era parsa carina, ma abbastanza strana, poi riflettendoci sopra mi è venuto di formulare questi pensieri …
C’è un legame tra il mare e un orologio?
L’orologio segna le ore. Il mare te le fa godere.
… E’ bello il mare. E’ bello a tutte le ore.
Al mattino, all’alba, quando, al primo chiarore, il sole vi  si specchia dentro,
formando una scia di luce intensa e di calore.
E’ bello al tramonto, quando smorto quel sole
e quasi stanco del suo lungo andare, si scolora e svanisce piano piano,
immergendosi, come ogni uomo a sera, nel suo letto.
E’ bello in pieno giorno, quando … puoi goderne il suo tonificante abbraccio,
nuotando felice tra le sue morbide onde.
Ma …
Non tutti sanno nuotare,
non tutti godono di quel delicato abbraccio.
Non per tutti l’alba è radiosa sul mattino,
né è sereno il tramonto in riva al mare.
L’ora del mare, per qualcuno è la tragica ora della traversata,
l’ora dell’imbarco incerto, insicuro, desiderato, atteso, eppur temuto.
Le onde non sempre abbracciano flebili e delicate.
Il mare profondo, a quell’ora del passaggio, è terribile e pauroso.
La speranza, il desiderio  di una  vita migliore
non toglie l’angoscia, non libera dal rischio.
Il pericolo è in agguato sino a quando …
… ecco qualcosa  spunta all’orizzonte,
su questo immenso, viscido, profondo mare d’acqua,
benevola, rassicurante, si erge, grande, una nave,
un volto amico, una mano è tesa per salvarti.
Le ore del mare sono le ore dell’angoscia,
si attraversa quel blu immenso in cui brulica la vita,
diventato per tanti inaspettatamente, tragicamente … morte.
L’orologio scandisce le ore: le ore della vita e della gioia,
Le ore per godersi il  cielo e il mare.
Ma non dimenticare, cittadino d’Europa:
su quel mare, il mar Mediterraneo,
l’orologio ha rintocchi di campana,
che sanno di dolore, di angoscia e di morte.
Godiamoci felici il nostro mare,
ma quanti vogliono goderselo con noi,
devono attraversalo in tutta sicurezza.
Cosimo Capogrosso