Benevento: all’Istituto De La Salle Premiazione I ediz. Certamen Langobardorum Samniticum

Michele Gagliarde

Una grande festa della cultura quella svoltasi lo scorso mercoledì 7 giugno a partire dalle ore 10:30 nella Sala “Madonna delle Grazie” del Seminario Arcivescovile di Benevento per la Cerimonia di Premiazione del Certamen Langobardorum Samniticum indetto e promosso dall’Istituto Paritario “De La Salle”, con la partecipazione di scuole provenienti da tutto il Sud Italia e non solo. Un progetto ambizioso che vede per la prima volta la città di Benevento protagonista di un concorso di traduzione dalla lingua latina e di commento storico. L’importante iniziativa culturale, che sarà bandita d’ora in poi con cadenza annuale, si distingue dai tanti altri certamina presenti in Italia i quali hanno in genere per oggetto il mondo classico per essersi focalizzata su un periodo storico spesso sottovalutato come l’Alto Medioevo e, in particolare, sulla dominazione longobarda che ha interessato gran parte dell’Italia tra VI e VIII secolo. Un’occasione per riflettere sulla storia, le tradizioni, gli usi e costumi del misterioso popolo “dalle lunghe barbe” che scelse Benevento come sede centrale del Ducato che esercitò il suo dominio su gran parte dell’Italia Meridionale e che ha lasciato alla città grandiose testimonianze della sua presenza, prima fra tutte la Chiesa di Santa Sofia patrimonio dell’UNESCO. Quest’anno il tema scelto è stato “Gens Langobardorum: Paolo Diacono e le origini del popolo longobardo tra storia e leggenda”. Agli studenti partecipanti è stata richiesta la traduzione di un brano accuratamente selezionato da una commissione di docenti dell’Istituto e tratto dall’Historia Langobardorum, l’opera più importante del grande e celebre storico medievale Paolo Diacono, oltre a redigere un commento che, partendo dal brano, ne illustrasse contenuto e tematiche sulla scorta della conoscenza acquisita precedentemente durante il periodo di preparazione al concorso sotto la guida di un docente-tutor. Ad aprire la Cerimonia di Premiazione i saluti di Mons. Pietro Florio, Rettore del Seminario Arcivescovile e responsabile del Comitato Amministrativo, il quale ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa che segna un radicamento ancora maggiore della scuola non solo nel territorio ma anche nella storia, fondamentale in questi tempi di smarrimento delle radici sia in Europa che in Italia, ricordando che senza il passato anche il futuro diviene più fragile e debole. Sono seguiti i saluti della prof.ssa Raffaella Iacovelli, Dirigente Scolastica dell’Istituto “De la Salle” e responsabile dell’intero progetto, la quale ha esaltato l’originalità del certamen evidenziando come esso miri alla riscoperta di una storia medievale spesso dimenticata ma che ha reso grande Benevento e che soprattutto il popolo sannita dovrebbe riscoprire giorno dopo giorno. «Il certamen è stato un seme che abbiamo voluto gettare- ha sottolineato la prof.ssa Iacovelli- per recuperare un’identità. In un processo di omologazione come quello dei tempi odierni è fondamentale rispolverare le nostre radici, riscoprire chi siamo». La dirigente scolastica ha inoltre anticipato che la prossima edizione vedrà un ulteriore allargamento del concorso con la partecipazione di scuole dal Nord Italia provenienti da territori che, alla stregua di quello beneventano, sono stati fortemente interessati dal passaggio del popolo longobardo. Alle parole della dirigente hanno fatto eco quelle dell’avv. Felicita Delcogliano, assessore all’istruzione del Comune di Benevento, la quale ha fatto le voci del sindaco on. Clemente Mastella, assente per motivi di salute. È stata poi la volta degli esperti relatori, facenti parte del Comitato Scientifico, i quali hanno svolto anche il ruolo di Commissione giudicatrice. Mons. Mario Iadanza, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Benevento e vice-presidente del suddetto Comitato ha dunque dato il via alla parte centrale del dibattito ricordando la prestigiosa storia dell’Istituto “De La Salle”, nato nel 1980 dalla fusione di due antiche tradizioni di insegnamento: la scuola del Seminario Arcivescovile creato nel 1567 all’indomani del Concilio di Trento e il Collegio dei Fratelli delle Scuole Cristiane presenti in città fin dal 1834. Egli ha poi rimarcato come l’occasione del certamen possa portare alla ribalta il tema, di grande attualità, del Mezzogiorno altomedievale come crocevia di diverse civiltà che dialogano tra loro: non solo fusione tra sostrato latino e nuovo elemento germanico, ma anche influssi da parte del mondo arabo e di quello orientale-bizantino. L’intervento successivo del prof. Marcello Rotili, Ordinario di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi della Campania “Vanvitelli” e  Presidente del Comitato Scientifico, è stato incentrato sulla figura di Paolo Diacono, monaco cassinese, emblema del processo di integrazione culturale e religioso tra i Longobardi e la preesistente eredità romano-cristiana di cui i maggiori artefici erano stati Papa Gregorio Magno e la regina Teodelinda. «Era giusto -ribadisce il prof. Rotili-  che, nella città nella quale Arechi II ha fondato Santa Sofia dedicandola alla Divina Sapienza di Cristo e facendone il luogo di aggregazione politica e culturale della gens Langobardorum, prendesse corpo quest’iniziativa». Infine S. E. Mons. Felice Accrocca, Arcivescovo Metropolita di Benevento, già Docente di Storia della Chiesa Medievale presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma e Presidente Onorario del Comitato Scientifico, ha esortato i giovani presenti ad uno studio severo e attento, ricordando come la cultura sia il più forte potere e richiamando la grande figura pedagogica di Don Lorenzo Milani. Soffermandosi in particolar modo sullo studio della Storia, l’arcivescovo ha ricordato come essa esiga un grande lavoro di autenticità riprendendo l’affermazione di Papa Leone XIII- il quale a sua volta citava Cicerone- in occasione dell’apertura degli Archivi Vaticani agli studiosi di tutto il mondo: «La prima regola della storia è non osare affermare nulla di falso, né tacere qualcosa di vero, perché nello scrivere non vi siano sospetti di partigianeria o di avversione». I relatori sono stati omaggiati dall’Istituto “De la Salle” con delle stampe della città di  Benevento ad opera del fotografo Antonio Citrigno, dopodiché si è passati alla fase di premiazione. Il primo premio, consistente in un assegno di 500 euro, è andato a Reparata Elettra Infantino del Liceo Scientifico “Rummo”di Benevento, il secondo premio (300 euro) è stato assegnato invece  in ex aequo a Maria Giudice del Liceo Classico “De la Salle” e a Marika Pascarella del Liceo Classico “Galilei” di Piedimonte Matese, infine il terzo premio (150 euro) è stato attribuito a Jacopo D’Avino del Liceo Classico “Galilei” di Piedimonte Matese. Un attestato di ringraziamento è stato consegnato agli altri membri che, oltre ai relatori, facevano parte della Commissione Giudicatrice: il Dirigente Scolastico Emerito dell’Istituto “De La Salle” Don Nicola Cocchiarella, il prof. Giovanni Araldi e la Prof.ssa Micol Olivieri. È stato inoltre consegnato un attestato di gratitudine alle referenti del progetto, la prof.ssa Maria Virginia Crisci e la prof.ssa Eleonora Bovio. Il tutto si è concluso con la Benedizione ai presenti impartita dall’Arcivescovo e con un momento di festa nella sala attigua, non prima dell’assunzione, da parte di tutti, dell’impegno di portare la manifestazione nelle prossime edizioni a livelli ancora più alti di partecipazione e di valorizzazione della cultura, del territorio e degli studenti.