Cava de’ Tirreni: “E mo’ addò nasc’ u’ bambiniell? Ginecologia deve riaprire

Oggi circa 400 cavesi hanno attraversato il corso di Cava in corteo per chiedere a gran voce la riapertura di Ginecologia e Ostetricia. Con lo slogan “E mo’ addò nasc’ u’ bambiniell?” abbiamo informato la popolazione cavese di ciò che sta accadendo al nostro Ospedale perché, nonostante il reparto sia chiuso da circa un anno, molti ancora non lo sanno e risultano poco informati. Ci tenevamo in un giorno come questo a spiegare che per noi non c’è molto da festeggiare nel periodo natalizio se ci scippano il diritto alla salute. La chiusura dei reparti di Ginecologia e Ostetricia a Cava e a Marcato San Severino non ha generato nessun potenziamento di Nocera o Salerno. Infatti, a Nocera è raro trovare un posto libero mentre a Salerno diventa difficile per le donne partorire e dopo poche ore allattare il proprio figlio nel nido distante sette piani dalle proprie stanze. E’ chiaro che l’idea di sanità pubblica che ha in testa il Governatore De Luca e il Governo nazionale a guida Partito Democratico vede un progressivo smantellamento dell’assistenza sanitaria pubblica a beneficio del privato e del privato convenzionato. Il settore privato convenzionato, infatti, apre alla classe politica regionale e locale la possibilità di creare enormi clientele elettorali (basta ascoltare le ultime registrazioni dei discorsi di De Luca prima del voto del 4 Dicembre) e di aprire ad un modo completamente diverso di fare sanità, completamente slegato dagli standard sanitari e lavorativi cui invece il settore pubblico resta legato e che da sempre sono per noi stati sinonimo di garanzia. Il corteo, dopo un’assemblea pubblica in Piazza Duomo, ha raggiunto l’Ospedale. Dopo aver attaccato un manifesto alla porta del reparto di Ginecologia e Ostetricia in cui ci abbiamo tenuto a ricordare che “Il popolo cavese continua la battaglia per la riapertura del reparto”, siamo entrati nell’Ospedale per chiedere un immediato confronto col Direttore Generale del Ruggi Nicola Cantone, presente questa mattina a Cava per la messa di fine anno. Davanti alle nostre osservazioni legate all’assenza dell’ambulatorio ginecologico che avrebbe dovuto insediarsi a Cava da tempo, alla possibilità di riaprire Ginecologia nella nostra città o dell’eventuale creazione di una “casa del parto”, alle evidenti mancanze strutturali e igieniche del reparto di Salerno, dell’assoluta illogicità della chiusura di Cava e Mercato San Severino senza alcun potenziamento altrove, il Direttore Generale si è limitato a rispondere che non avrebbe il numero adatto dei lavoratori per aprire il nostro reparto e che “per Cava si è fatto il massimo”, che “in futuro si vedrà per un’eventuale sperimentazione della casa del parto”. Non siamo d’accordo con i suoi dati che provvederemo a smentire nei prossimi giorni e crediamo che per Cava non si sia fatto il massimo. Anzi, l’aver subordinato il diritto alla salute alla volontà di fare affari con i privati della sanità è un progetto che non perdoniamo né a lui né al Governatore De Luca. Grande assente di oggi l’amministrazione comunale cavese che, come sempre, prova a mimetizzarsi tra l’”abbiamo fatto il massimo” e il “di più non si poteva” dimenticandosi completamente della forza collettiva di un popolo che dovrebbero rappresentare e che, mobilitandosi, può ottenere molte più vittorie di quelle che loro realmente immaginano. Oggi è un altro passo avanti. Noi non ci fermiamo. Riaprite Ginecologia.

Diritto alla salute per Cava