Battipaglia: Libera compie due anni

Il presidio di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” di Battipaglia compie due anni e per l’occasione lancia come focus di riflessione un’analisi di scenario legata al tema dei beni confiscati e delle agromafie. L’appuntamento è in Piazza Aldo Moro per venerdì 9 dicembre alle ore 18,30. Intitolato ai carabinieri Fortunato Arena e Claudio Pezzuto, vittime innocenti della criminalità organizzata, da due anni il presidio di Libera a Battipaglia è sentinella sul territorio con l’intento di costruire percorsi di impegno e responsabilità, alimentare una cultura della legalità fatta di azioni concrete e gesti quotidiani. “Battipaglia è una città con un alto tasso di beni confiscati ma, negli ultimi 6 mesi questo settore si è completamente arenato – afferma Angelo Mammone, referente del presidio di Libera a Battipaglia -. C’è bisogno di fare di più e in questo senso la nostra proposta è quella di istituire un apposito ufficio che recepisca le esigenze del territorio, che sia in grado di progettarle e portarle avanti. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati è una grande conquista che Libera ha ottenuto con la raccolta di oltre un milione di firme scaturita poi nella legge 109/96 ed è questo il principio fondamentale che affermiamo con forza, per fare di luoghi gestiti in modo illecito spazi di rinascita, di sviluppo onesto per il territorio, di legalità”. Memoria e impegno sono i pilastri dell’azione di Libera. Il momento di riflessione continuerà con un viaggio in musica sui temi del caporalato, delle agromafie e della memoria.Grazie alla Compagnia Daltrocanto, sarà ricordato Giancarlo Siani, il “giornalista giornalista” assassinato dalla camorra la sera del 23 settembre 1985 con la “Sonata per Giancarlo”. Il giovane giornalista napoletano fu ucciso sotto casa. L’organizzazione del delitto richiese circa tre mesi, durante i quali Siani continuò, con la sua attività giornalistica, a denunciare le malefatte dei camorristi e dei politici loro alleati, proprio nel momento in cui piovevano in Campania i miliardi per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 1980. A seguire, grazie al gruppo di musica popolare Le Settebocche si riprenderà il tema del caporalato, delle agromafie, dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione ripercorrendo la vicenda di San Nicola Varco. Quasi trent’anni tra dimenticanza, indifferenza e degrado culminati poi in uno sgombero coatto di centinaia di stranieri sfruttati nei campi della Piana del Sele la notte dell’11 novembre 2009. “San Nicola Varco” è anche il titolo di una canzone scritta da Angelo Plaitano, frontman de Le Settebocche, dedicata allo sgombero dei braccianti marocchini che vivevano il “ghetto” dell’ex mercato ortofrutticolo lungo la Statale 18 in condizioni disumane tra immondizia, topi e igiene inesistente.