Cava de’ Tirreni: Trio di Salerno a MoroInJazz

Doppio trio, doppio concerto venerdì 11 novembre al Jazz Club Il Moro di Cava de’ Tirreni (Sa), nell’ambito della rassegna MoroInjazz che si avvale della direzione artistica di Gaetano Lambiase,  dove la serata si aprirà alle ore 22.00 con la musica live dell’ ITAI DOSHIN TRIO con Francesco Chiariello, tastiere; Gabriele Pagliano, contrabbasso; Lucio Miele, batteria. La formazione precede l’entrata sul palcoscenico del locale del Borgo Scacciaventi  del Trio di Salerno, la  band composta da alcuni dei musicisti più apprezzati della ricchissima scena italiana,  Guglielmo Guglielmi (pianoforte), Sandro Deidda (sassofono), e Aldo Vigorito  (contrabbasso) che presenta l’ ultimo lavoro “Tre“, edito da Itinera, etichetta discografica legata a Pomigliano Jazz. Numero perfetto, “tre” (composizione a firma di Sandro Deidda), terzo disco del trio, multiplo delle tracce contenute,  nove. Che è quel numero perfetto, dispari come i tempi del jazz. Con questo lavoro, che segue i precedenti “Cantabile” (2008) e “Luna Nuova” (2011),  il Trio di Salerno si conferma un non-luogo musicale dove ritrovarsi, recuperare creatività ed energie. Un disco sincero, dove si incontrano ricerca e orecchiabilità, il gusto del contrappunto e un interplay fuori dal comune, fatto per la gioia di tre musicisti, che sono anche amici e colleghi, di suonare insieme, e di suonare davvero della buona musica che per loro è un piacere fare, e per il pubblico un piacere ascoltare. Un disco morbido, dalle sonorità impeccabili, dove è predominante il vero smooth sound, un suono che avvolge, accarezza, che è capace di far vagare la mente seguendo il ritmo senza imporsi ma limitandosi a indicare la strada come di fatto solo il jazz di alta qualità sa fare. Per “Tre”, il disco del Trio di Salerno, prodotto da Onofrio Piccolo per Itinera Musica, etichetta discografica di Pomigliano Jazz, e distribuito da Goodfellas, sei tracce inedite (tre a firma di Deidda, due di Guglielmi e uno di Vigorito) e tre standard  a cui si affiancano riletture di tre grandi classici, molto diversi tra loro: Rain di Ryūichi Sakamoto, tratto dalla colonna sonora de L’Ultimo Imperatore di Bertolucci; Carinhoso, uno standard della musica brasiliana e Amore che vieni amore che vai, dell’indimenticabile De André. Nove tracce capaci di dialogare anche con l’orecchio più easy grazie alla scelta di temi conosciuti o riconoscibili. Poetiche a confronto che sono la metrica che segna l’intero lavoro e che non spiazza mai l’ascoltatore. Nove composizioni che diventano un pretesto per mettersi a nudo e rivelare la propria anima musicale non solo all’ascoltatore, ma principalmente a se stessi. Come nelle composizioni “familiari” Francesca’s Song, che Aldo Vigorito ha dedicato alla figlia, la spigolosa Isaki, composta da Guglielmi dai nomi Isabella e Achille, e Song for Elvira di Deidda. Carinhoso rivela tutto l’amore per la musica brasiliana, mentre Amore che vieni amore che vai è un omaggio al più brasiliano dei nostri cantautori. Il disco è attraversato da una serenità velata di malinconia, anche quando è baciata da ‘Na jurnata ‘e soleRain di Ryuichi Sakamoto è l’altro standard ripreso dal trio. Un disco nel quale prevale un interplay che è frutto anche e soprattutto di una amicizia emotiva che lega i tre musicisti. Una intesa che offre libertà creativa e sicurezza nei soli ma anche in quei momenti di sospensione dove il suono sembra fluttuare oltre il tema. Una scrittura che mantiene il suo legame con quel principio di riconoscibilità reso già nelle intenzioni dal primo disco. Una cantabilità dei temi che chiude tra virgolette la matrice mediterranea o meridionale consegnandola alla grammatica del jazz di cui il trio ne è padrone da anni. Un linguaggio moderno e personale, fine, leggero, quasi cinematografico.