Dirisha, finestra

Padre Oliviero Ferro *

Quando si arriva vicino a una casa o nella concessione, si usa sempre dire “HODI” (permesso, posso entrare?) e dall’interno ti rispondono “KARIBU” (benvenuto, puoi entrare). La porta è sempre qualcosa che separa dall’esterno, un qualcosa che ti fa entrare nell’intimità, nella vita di famiglia. Spesso sono quattro tavole di legno, a volte anche delle frasche. Insomma qualcosa che dica a chi sta fuori, qui, per entrare, ci vuole rispetto. Non si può accedere con la violenza. Qui vivono delle persone che hanno diritto alla loro tranquillità. Se tu vuoi entrare in contatto con loro, sii gentile e chiedi il permesso. Una volta si lasciavano le porte aperte (anche in Italia). Non c’era paura dei ladri. Ora si cerca di chiuderle il più possibile. Ma naturalmente anche i ladri si sono attrezzati e non hanno paura di niente. Giorno o notte, per loro non fa differenza. Entrano e portano via tutto, senza rispetto per chi ci vive. E allora bisogna ricominciare da capo a mettere un’altra porta. Magari sopra lo stipite viene messo qualche amuleto, pensando di far paura ai ladri (che non hanno paura di niente). Ci sarebbe anche il cane, in zona. Ma dato che, poveretti, devono cercarsi da mangiare, è difficile che facciano la guardia con entusiasmo (ricordiamoci della storia di Pinocchio, quando dovette fare lui il cane da guardia). Certo, nelle case dei ricchi, le porte sono più robuste, massicce. Ci sono le guardie armate. Ma per la maggior parte della gente, non è così. Si devono arrangiare, sperando che i ladri, dopo la prima visita, se ne vadano da altre parti, magari da quei ricconi. Ma, si sa, non ci vanno spesso, perché, forse,…fanno tutti il medesimo mestiere!

*missionario Saveriano