L’Italia: un paese dall’ingovernabilita’ garantita

Giuseppe Lembo

In questo mondo di sofferta solitudine, dove titanicamente ciascuno si pone con arroganza come parte di un mondo umanamente trasfigurato da uomini terreni in giganti dell’universo, quello che più manca è l’energia della condivisione. È l’energia umana che da sempre si è caratterizzata in un rapporto diretto e concreto uomo-uomo, uomo-natura. Un rapporto vero, un rapporto concretamente materializzato nella condivisione umana, insostituibile energia rinnovabile della vita. Se abbandoniamo la concretezza e ci imbarchiamo in soli mondi irreali, piacevolmente fantastici, quale futuro possibile ci sarà per l’uomo? Certamente non saprà trovare le necessarie e giuste risposte attraverso percorsi certi, con altrettante certe esperienze di vita; sarà più facilmente allettato da mondi irreali che lo portano a sognare, estraniandosi dal grigiore dei mali infiniti che ci pone di fronte una sempre più difficile e complessa quotidianità della vita. Sognare fa bene; fa bene soprattutto all’uomo del nostro tempo che si trova a dover affrontare tante difficoltà della vita non sempre facilmente risolvibili. Ma se sognare fa bene è altrettanto saggio stare con i piedi per terra ed attrezzarsi al meglio facendo fronte comune per affrontare e risolvere i problemi della vita che, prima ed oltre i sogni, richiedono conoscenza, saperi, capacità del fare e tanta tanta cultura dell’organizzazione umana, mancando la quale ci si riduce ad essere uomini soli ed a cercare la soluzione meno difficile che è quella dell’irreale e del fantastico che ci fa sempre e comunque solo sognare. Occorre riprendersi la propria centrale consapevolezza del sé; occorre incamminarsi dentro le culture del mondo dove ricercare una nuova dimensione umana, fatta tra l’altro di un senso di responsabilità e di consapevolezza utile presupposto per un nuovo modello di vita che non nascerà a caso, ma solo volendolo; solo cercandolo; solo viaggiando dentro tutte le culture che, meglio dei sogni fantastici e del godimento casereccio dovuto a condizioni irreali, ci può venire incontro per nuovi modelli di vita vera, un importante ed insostituibile sforzo di utile creatività collettiva. L’uomo del nostro tempo, soffre di disperata solitudine; sono tante le sue solitudini; sono tante, ma veramente tante, le sofferte solitudini con cui l’uomo della Terra, in ogni dove, è costretto a convivere. È una condizione umana sempre più diffusa che, come non mai, accompagna l’uomo del nostro tempo, creando disagio e scelte irreali che aggravano più che risolvere i problemi umani. Tutto questo è una conseguenza maledetta dei tanti errori che giorno dopo giorno si assommano sulla vita di ciascuno di noi, rendendone il percorso sempre più difficile e complicato, per cui si sceglie la vita apparentemente facile del soli con se stessi; della solitudine che a lungo andare rende la vita assolutamente impossibile da vivere. Lo specchio italiano non offre niente di buono; abbiamo una condizione di genere per molti aspetti feudali, così come ci dicono i dati allarmanti che riguardano il triste fenomeno del femminicidio nel nostro Paese; altrettanto allarmante è il ruolo della donna nella società italiana, con un dato che deve far riflettere; solo una donna su due ha un lavoro retribuito. Altro che parità di genere!  Ancora esplorando il pianeta donna dell’Italia, veniamo a conoscenza che il nostro Paese ha in Europa il più basso indice di fertilità. Si nasce poco; tanto si nasce poco, da avere un rapporto negativo tra le nascite ed i morti. Si nasce poco, perché l’italiano in sempre crescente difficoltà, non crede più nel futuro; perché l’italiano solo non vuole consegnare ai figli un mondo di disumana sofferenza, fatta di abbandoni e di solitudine che spingono a cercarsi un posto nel mondo dei sogni; nel mondo irreale, estraniandosi dalla realtà, in quanto difficile, sempre più difficile da sopportare e da vivere con dignità. La solitudine italiana ha radici profonde. Prima di tutto, c’è nel nostro Paese, una forte caduta di capacità produttive; una caduta che coinvolge l’insieme italiano, complicando la vita a ciascuno di noi, con sempre più indifferenza per il futuro e per la verità di insieme ormai considerata una vita negata. L’Italia, nel contesto più generale dell’universalità umana, vive una condizione di profondo degrado; le cause sono da ricercare nella profonda crisi che fa ormai parte di noi e nel crescente mondo di senza valori. L’assenza dei valori è la prima e più grave causa di tutti i mali italiani. L’Italia con i suoi invisibili, con i suoi sognatori solitari, con il suo crescente popolo di un mondo irreale che si estrania e rifiuta di vivere da essere umano in carne ed ossa, è oggi l’espressione ammalata di un Paese dal malessere infinito. Con questo suo popolo di negazionisti della vita per come deve essere vissuta, non c’è da poter fare altro che renderci conto di essere al capolinea. L’alternativa possibile c’è; è quella di tornare saggiamente a vivere, tornando ad essere protagonisti capaci di rimboccarsi le maniche e di riprendere quel cammino virtuoso che dia sicurezza e sviluppo e quindi un futuro certo per quelli che verranno. L’Italia deve essere al centro di un progetto di italianità tale da convincere tutti gli italiani dal Nord al Sud, di potercela fare; di poterci salvare, perché ricchi di un patrimonio unico al mondo. Un patrimonio che si chiama Italia e non rappresenta un sogno proibito, ma un ricco scrigno di certezze per tutti. L’Italia deve fare i suoi giusti e non più rinviabili aggiustamenti in corso d’opera; deve cambiare con forza il corso della politica, rimettendola saggiamente in cammino, affinché assuma quei comportamenti virtuosi che il Paese si attende e che sono assolutamente necessari per ridare la dovuta normalità alla società reale, una società ammalata, in forte crisi che, abbandonando il reale, ha pensato di trasferirsi nell’irreale; nell’irreale e fantastico mondo dei sogni. Sia la società italiana silenziosa e/o agitata che sia,come l’italiano agitato e/o silenzioso tutti, purtroppo, sono assolutamente indifferenti a chi comanda questo nostro malcapitato Paese; a chi gestisce il potere in modo assoluto, del tutto indifferenti di quel che succede attorno. Nessuno pensa di incontrarla nelle piazze; nessuno che comanda pensa di incontrare l’esercito di silenziosi e dei tanti chiusi nella propria disperata solitudine che, abbandonando la scena reale, si isolano nel mondo irreale, gestendosi dentro di sé la propria disperata condizione umana che oggi trova la sola ragione d’essere nel mondo virtuale, spazi sempre più pieni di idiozie che hanno preso il posto delle piazze sempre più vuote. Non c’è da nessuna parte quella legittimazione sociale che potrebbe ridurre la sofferenza dei soli e di una solitudine assordante che porta con sé disperazione e morte, non essendoci negli scenari vuoti di un quotidiano sempre più indifferente all’altro in quanto uomo vero; nessuno lo cerca; è ormai indifferente a tutti. Siamo ad una solitudine assordante; siamo nella condizione triste di una solitudine profondamente disumana. Nel sociale il suo primo e grave effetto è quello di produrre una politica senza consenso; una politica da padri-padroni, giustizieri dell’apocalisse che vanno diritti, diritti per la loro strada ed egoisticamente impongono le loro scelte da lacrime e sangue, assolutamente indifferenti a quel che succede; al male che fanno, non all’irreale ed ai fantasmi di questo mondo solo fantasticamente materializzato, ma agli uomini veri, disperatamente soli con se stessi e con quel mondo di invisibili con cui condividono tutto della loro vita ad un punto tale da immedesimarsi interamente in esso, trasformando in un mondo vero; in un unico mondo possibile.