Battipaglia: Etica «Città ben amministrata non ha bisogno di nuovo commissariamento»

Ancora una volta nel giro di pochi giorni parte dell’opposizione più dedita alla ricerca della rissa che ad entrare nel merito delle questioni poste e dei reali problemi di Battipaglia, presenta un ricorso al TAR nel quale chiede lo scioglimento del consiglio comunale su una questione procedurale. Eravamo e siamo convinti che la politica sia altra cosa da questo. Siamo convinti che essa sia confronto nel merito delle questioni ed arricchimento reciproco fra maggioranza ed opposizione, nell’interesse della comunità e per risolvere le tante esigenze di breve termine e di medio/lungo termine dei cittadini. Di certo, il confronto, anche serrato, non è favorito da quella dell’opposizione che sembra preferire il terreno dell’aggressività verbale. Veniamo ai fatti: il Consiglio Comunale appena insediato, in data 3/8/2016 viene chiamato ad assolvere ad un obbligo di legge: il riequilibrio di bilancio, per il quale era già pervenuta apposita diffida da parte della Prefettura di Salerno e la cui mancata adozione (questa sì), per legge, comporta lo scioglimento del Consiglio Comunale. Non essendo state istituite le commissioni, la questione viene discussa in apposita conferenza dei capigruppo. Nella seduta Consiliare una opposizione assolutamente inconsistente sotto l’aspetto politico, abbandona l’aula chiedendo che il Consiglio si riconvocasse per costituire prima le commissioni e poi approvare il riequilibrio di bilancio, essendo previsione dell’art. 40 dello Statuto il fatto che ” il Consiglio Comunale nella prima seduta utile successiva all’approvazione degli indirizzi programmatici di governo, istituisce, al suo interno le Commissioni Consiliari Permanenti…”. Nell’impostazione data in Consiglio, quindi l’opposizione chiedeva di istituire le commissioni e subito dopo di approvare il riequilibrio di bilancio, dimenticando della necessità improrogabile di ottemperare ad un preciso obbligo di legge. A fronte dei fatti riportati, in questi giorni è arrivato il ricorso al TAR nel quale si lamenta una lesione del diritto dei Consiglieri che avrebbero dovuto discutere in quelle commissioni, e ciò a seguito di una violazione dello Statuto Comunale nell’articolo sopra citato e pertanto si chiede lo scioglimento del Consiglio Comunale. Quella parte dell’opposizione promotrice del ricorso al TAR, dimentica che:· quel Consiglio Comunale era stato regolarmente convocato;·  che gli atti erano stati regolarmente depositati; ·  che non essendo ancora istituite le commissioni la questione era stata discussa ed approfondita nella conferenza dei capigruppo;· che un allungamento dei tempi in attesa della istituzione delle Commissioni e della discussione al suo interno  avrebbe comportato esso lo scioglimento del Consiglio vista la diffida della Prefettura; ·  che il Segretario Generale appositamente interpellato in aula consiliare ha ritenuto valida l’ attività del Consiglio; ·  che da nessuna parte si legge cosa accade se il Consiglio non nomina subito le commissioni come prevede l’art.40 sopra citato e che quindi quel termine non assume carattere perentorio. Ma per una opposizione che opera a livello pre-politico tutto questo non conta e quindi il ricorso e da qui la richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale. Del resto questo atteggiamento non ci sorprende, per quanto ci dispiaccia e non lo condividiamo, in quanto ampiamento pre-annunciato immediatamente dopo l’esito della campagna elettorale. Dopo tre anni di commissariamento, che hanno devastato il nostro comune, chiedere un ulteriore commissariamento è qualcosa che si commenta da solo, manifestando il reale interesse di chi lo propone. Il livore, la rabbia mal digerita per l’ennesima bruciante sconfitta elettorale, evidentemente pongono in secondi piano le esigenze di una città che ha un bisogno disperato di governo. Ancora una volta si conferma che c’è un sistema di potere che non vuole rassegnarsi al cambiamento delle vecchie logiche conseguente alla vittoria e alla elezione della Sindaca Cecilia Francese. Questo sistema non guarda in faccia a nessuno, tanto meno agli interessi della città. La partita in gioco è troppo grande e Cecilia con la sua onestà morale e culturale, con il suo non essere ricattabile, deve andare via a tutti i costi e con tutti i mezzi. Questa è la sfida oggi in atto a Battipaglia e di cui quel ricorso al TAR è soltanto l’ultimo episodio. Questo e gli altri episodi non impediranno ad Etica per il Buongoverno e all’intera coalizione che sostiene Cecilia Francese di andare avanti con sempre maggior forza e determinazione nella realizzazione del programma elettorale presentato alla città, disposti a tenere conto dei suggerimenti e delle proposte nel merito provenienti dalla opposizione, quella costruttiva, ma sicuramente non disponibili a cedere neanche di un millimetro dinanzi alle intimidazioni. Il ricorso, a nostro avviso un clamoroso autogoal di una opposizione priva di idee, che vada avanti. Deciderà la magistratura amministrativa chi ha ragione. Ma ai cittadini ci sentiamo di dare questo messaggio: “Noi di Etica siamo qua, tutti uniti e stretti intorno alla nostra Sindaca, convinti che questa città ha bisogno di essere amministrata bene e non di un nuovo commissariamento; e la nostra Sindaca, sta dando il 100% per amministrarla nell’interesse dei cittadini di Battipaglia”.