“Dante, L’Impero e l’Unità Nazionale”-Per uno studio delle epistole politiche e del IX canto dell’Inferno di Giovanni Lovito

«Scrivere su Dante sarebbe come portare acqua al mare!»: così, circa un secolo fa, Hans Kelsen introduceva il suo lavoro La teoria dello Stato in Dante, sottolineando, particolarmente, come per secoli le nazioni tutte si fossero dedicate allo studio delle opere fondamentali del Sommo Poeta. Con lo stesso spirito che animò e contraddistinse il critico austriaco nella stesura del suo volume e con la ferma consapevolezza delle numerose ed esaustive pubblicazioni che hanno riguardato il pensiero politico di Dante, nasce anche il presente saggio, volto alla conoscenza ulteriore di alcune tematiche che, nel “mare immenso” degli studi danteschi, costituiscono ancora il nucleo fondante se non il cardine del pensiero del Fiorentino. In tal senso acquistano un certo rilievo le pagine dedicate alle epistole politiche e quelle riguardanti la problematica che da secoli sta condizionando la ricerca storico-letteraria: l’allegoria del «messo celeste» che schiude ai Poeti la porta di Dite (Inf., IX). Diversi critici hanno intravisto nell’inviato del cielo un angelo; nel presente volume, invece, sulla base di alcuni motivi preminenti viene sostenuta la tesi del «messo-Enea». Il tutto alla luce di un dato fondamentale: l’idea imperiale sembra prevalere nel pensiero del Sommo Poeta, diventando il sottile filo rosso che accomuna e lega, indissolubilmente, i suoi scritti politici. L’autore, Giovanni Lovito, è nato a Polla (Sa) e risiede a Monte San Giacomo (Sa). Docente di Materie Letterarie negli Istituti Superiori, ha conseguito la Laurea in Lettere presso l’Università degli Studi di Salerno. Attualmente si interessa del pensiero politico di Dante e del Rinascimanto Italiano. Per i tipi della Casa Editrice Plectica ha già pubblicato: Universitas e baroni nel Mezzogiorno dell’età moderna (2006) e L’Aquila e la Croce: lettura storica della Divina Commedia (2012).