Santa Maria Faustina Kowalska e l’inferno

don Marcello Stanzione

E’ già oltreun decennio da quando il terzo millennio è iniziato e dovunque si respira aria di insicurezza, incertezza e di grande disillusione. In questa situazione sociale e personale di disagio e di incertezza una voce divina si alza come un faro e parla al cuore di una semplice suora polacca vissuta negli anni venti del secolo scorso: “ Di’ all’umanità sofferente che si avvicini al Mio Cuore misericordioso, e io lo riempirò di pace”. Questa medesima voce interiore ultraterrena aggiunge anche: “ Mi consumino le fiamme della misericordia, desidero spargerle sopra le anime umane. Oh! Che grande dolore Mi causano, quando non vogliono accettarle!”. Queste sono solamente alcune delle rivelazioni che, per dimostrare il suo incommensurabile amore per l’umanità che sembra averlo completamente dimenticato, Gesù ha fatto ad un’anima semplice e modesta chiamata dal Signore ad essere araldo della sua Divina Misericordia: santa Faustina Kowalska. Faustina era una semplice suora della congregazione religiosa “Beata Vergine Maria della Misericordia”, nata il 25 agosto del 1905 nel paesino Glogow (distretto Swinica, Polonia) e morta trentatreenne il 5 ottobre del 1938 a Cracovia,che ebbe, sebbene di scarsa educazione scolastica,un grande carisma mistico. Ancora da arcivescovo di Cracovia, il beato Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria, aprì il processo di beatificazione, cercando di farsene promotore. Come mai? Perché questa suoraè da inserire nella linea dei grandi mistici. Per molti anni fu lo stesso Cristo ad essere la sua guida, la nominò ambasciatrice della misericordia divina, chiedendole di far dipingere un quadro che lo raffigurasse come re della misericordia. Nella vita di questa mistica, le visioni sulla vita terrena di Gesù, erano una realtà percettibile e frequente, come si evince da molteplici annotazioni nel diario della giovane polacca, che incominciò a scrivere su incarico del suo confessore, il teologo e pio sacerdote il beato Sopocko defunto nel 1975 ad 86 anni. L’originale testo polacco venne pubblicato solo nel 1981. Suor Faustinaconsacrata nella Congregazione delle Suore della Madonna della Misericordia, nata all’inizio del secolo XX, ha vissuto profondamente unita a Dio, praticando, nella quotidianità, nel silenzio e nella sofferenza, le virtù eroiche che l’hanno elevata all’onore degli altari. Il primo maggio 1933, suor Faustina fece i voti perpetui nel suo istituto religioso. La sua missione di “ apostolo” della Divina Misericordia, era già diventata esplicita con le rivelazioni continue ed i messaggi di Gesù: “ Nell’Antico testamento, Io inviavo i profeti al mio popolo con minacce. Oggi ti invio a tutta l’umanità con la mia misericordia. Non voglio punire l’umanità sofferente, ma voglio guarirla, stringendola al Mio Cuore misericordioso”. Suor Faustina si dedicò con il massimo impegno a questa missione, pur avvertendo in se incertezza ed incapacità. “ segretaria del Mio più profondo mistero”, fu il titolo dato da Gesù alla sua “apostola” della Misericordia. I messaggi e le rivelazioni che lei riceveva furono annotate in un diario, scritto per espressa volontà di Gesù: “ Il tuo compito è quello di scrivere tutto quello che io do da conoscere sulla Mia misericordia, per il vantaggio delle anime, che leggendo questi scritti, sperimenteranno conforto e avranno il coraggio di avvicinarsi a Me”.Le pagine del Diario sono piene di ricordi delle visioni e delle intime conversazioni con Gesù e la Madonna, delle comunicazioni con gli Angeli, i santi e le anime del purgatorio, oltre addirittura a una visita all’inferno e al purgatorio. Semplice, ma allo stesso tempo di sorprendente profondità teologica, il Diario è un tesoro degli insegnamenti sulla divina Misericordia. Nelle rivelazioni Gesù manifesta un forte desiderio che le anime si volgano a Lui con umiltà, riconoscendo le loro colpe, affinché egli faccia riconoscere la sua misericordia: “ Che ogni anima glorifichi la Mia bontà. Desidero la fiducia delle Mie creature, esorta le anime a una grande fiducia nella Mia inconcepibile misericordia. Che l’anima debole, peccatrice, non abbia paura di avvicinarsi a me, perché, anche se i suoi peccati saranno più numerosi dei granelli di sabbia della Terra, anche così saranno sommersi nell’abisso della Mia misericordia ”. Affinché il mondo potesse beneficiare di tanta bontà, era quindi necessario promuovere e diffondere questa devozione della Divina Misericordia, come richiesto dallo stesso Gesù: “ Desidero che i sacerdoti annuncino questa Mia grande misericordia verso le anime dei peccatori. Che il peccatore non abbia paura di avvicinarsi a me. Mi bruciano le fiamme della misericordia, io voglio versarle sulle anime. Questa grande missione ha causato alla santa innumerevoli sofferenze, perché non sempre fu compresa da coloro che la circondavano. Il 22 febbraio 1931, Santa Faustina vide Gesù vestito di bianco con la mano destra sollevata in un atteggiamento di benedizione, dal suo petto uscivano due raggi, uno bianco e uno rosso. Udì anche la sua voce ordinarle di far dipingere un quadro secondo il modello che stava vedendo, con l’iscrizione: “ Gesù, io confido in Te”. “ Prometto – aggiunse Gesù – che l’anima che venererà questa immagine, non perirà. Io stesso la difenderò come mia propria gloria”. In una rivelazione posteriore, Gesù le spiegò il significato dei due raggi: “il raggio bianco significa l’Acqua, che giustifica le anime; il raggio rosso significa il Sangue, che è la vita delle anime”. Dopo numerosi ostacoli il quadro fu dipinto da un valente pittore. La santa si lamentò con Gesù dicendogli che non era neanche lontanamente bello come la visione, ma Cristo la tranquillizzò, dicendo che non importava, perché il valore dell’immagine non era nella sua bellezza artistica, ma nella grazia data da lui. Gesù le chiese che il quadro fosse benedetto solennemente la domenica dopo Pasqua, che egli istituì come la Festa della Misericordia: “ La prima domenica dopo Pasqua deve essere la Festa della Misericordia. In questo giorno, i sacerdoti devono parlare alle anime di questa Mia grande e insondabile misericordia”. In un’altra visione, le fu rivelata una preghiera per placare il giusto sdegno di Dio contro il peccato del mondo: il rosario della misericordia. Gesù stesso le insegnò a pregarlo nella forma seguente: “ Prima dirai il Padre Nostro, poi l’Ave Maria e il Credo. Poi, nei grani del Padre Nostro, dirai le seguenti parole: <Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo, ad espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero>. Nei grani dell’Ave Maria reciterai le seguenti parole: <Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero>. Alla fine, reciterai tre volte queste parole: <Dio santo, Dio forte, Dio immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero>”. Cristo poi istituì anche l’Ora della Misericordia, alle tre del pomeriggio, affinché tutti venerassero la sua passione. Questo momento della giornata è l’ora di grande misericordia per il mondo intero, nella quale “ la misericordia ha vinto la giustizia”. Il Signore rivelò anche a suor Faustina che niente sarà negato a chi chiede in nome della Sua Passione, in quest’ora, specialmente per i poveri peccatori. Purtroppo queste rivelazioni ed i doni straordinari la fecero oggetto di sospetti. Ma il suo inalterabile buon umore e la sua bontà verso tutti, senza eccezione, soprattutto con una suora che la trattava particolarmente male, furono talmente eroici che portarono una delle religiose a esclamare: “ Suor Faustina o è buffona o santa, perché realmente una persona normale non avrebbe tollerato che qualcuno la trattasse sempre tanto provocatoriamente! ”. La sua carità si estendeva anche alle numerose giovani della casa, alle quali dispensava una paziente e inesauribile dedizione. Viveva profondamente il senso di queste parole di Gesù: “ Figlia mia, non vivere per te, ma per le anime”. Oggi la figura di santa Maria Faustina Kowalska, beatificata il 18 aprile 1993 e canonizzata il 30 aprile 2000, è molto conosciuta a causa della devozione alla Divina Misericordia che il Signore le ha chiesto di divulgare. Una donna umile e semplice, è entrata fra le Suore di Nostra Signora della Misericordia e molto presto ha cominciato a ricevere illuminazioni dal Signore, e sotto ordine del suo confessore, di registrare nel suo diario. Ecco una delle prima visioni dell’inferno: “Un giorno vidi due strade: una strada larga cosparsa di sabbia e di fiori, piena di allegria, di musica e di vari passatempi. La gente andava per quella strada ballando e divertendosi. Giungono alla fine, ma non s’accorgono che è finita. Alla fine di quella strada c’era uno spaventoso precipizio, cioè l’abisso infernale. Quelle anime cadevano alla cieca in quella voragine; man mano che arrivavano, precipitavano dentro. E ce n’era uncosì gran numero, che era impossibile contarle. E vidi un’altra strada, o meglio un sentiero, poiché era stretto e cosparso di spine e di sassi e la gente che andava per quella strada aveva lacrime agli occhi ed era piena di dolori. Alcuni cadevano sulle pietre, ma si alzavano subito e proseguivano. Ed alla fine della strada c’era uno stupendo giardino pieno di ogni felicità, e tutte quelle anime vi entravano. Subito, fin dal primo momento, dimenticavano i loro dolori”. Virgilio, il grande poeta pagano, ha lasciato scritto: “facile descensus averno” e questa umile suora polacca lo conferma con questa visione. D’altra parte è soprattutto Gesù stesso che ci comanda: “Entrate per la porta stretta, perché la larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!” (Mt 7,13-14). Forse le parole più spaventose qui sono “E ce n’era un così gran numero, che era impossibile contarle”. Un giorno durante il suo ritiro annuale a Cracovia, cominciato dal 20 ottobre 1936, la santa polacca ha registrato questa visita all’inferno: “Oggi, sotto la guida di un angelo, sono stata negli abissi dell’inferno. E’ un luogo di grandi tormenti per tutta la sua estensione, spaventosamente grande. Queste le varie pene che ho viste: la prima pena, quella che costituisce l’inferno, è la perdita di Dio; la seconda, i continui rimorsi di coscienza; la terza, la consapevolezza che quella sorte non cambierà mai; la quarta; è il fuoco che penetra l’anima, ma non l’annienta; è un a pena terribile; è un fuoco puramente spirituale acceso dall’ira di Dio; la quinta pena è l’oscurità continua, un orribile soffocante fetore, e benché sia buio i demoni e le anime dannate si vedono fra di loro e vedono tutto il male degli altri ed il proprio; la sesta pena è la compagnia continua di satana; la settima pena è tremenda disperazione, l’odio di Dio, le imprecazioni , le maledizioni, le bestemmie. Queste sono pene che tutti i dannati soffrono insieme, ma questa non è la fine dei tormenti. Ci sono tormenti particolari per le varie anime che sono i tormenti dei sensi. Ogni anima con quello che ha peccato viene tormentata in maniere tremenda e indescrivibile. Ci sono delle orribili caverne, voragini di tormenti, dove ogni supplizio si differenzia dall’altro. Sarei morta alla vista di quelle terribili torture, se non mi avesse sostenuta l’onnipotenza di Dio. Il peccatore sappia che col senso col quale pecca verrà torturato per tutta l’eternità. Scrivo questo per ordine di Dio; affinché nessun’anima si giustifichi dicendo che l’inferno non c’è, oppure che nessuno c’è mai stato e nessuno sa come sia. Io, suor Faustina, per ordine di Dio sono stata negli abissi dell’inferno, allo scopo di raccontarlo alle anime e testimoniare che l’inferno c’è. Ora non posso parlare di questo. Ho l’ordine da Dio di lasciarlo per iscritto. I demoni hanno dimostrato un grande odio contro di me, ma per ordine di Dio hanno dovuto ubbidirmi. Quello che ho scritto è una debole ombra delle cose che ho visto. Una cosa ho notato e cioè che la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno. Quando ritornai in me, non riuscivo a riprendermi per ,o spavento, al pensiero che delle anime là soffrono tremendamente, per questo prego con maggior fervore per la conversione dei peccatori, ed invoco incessantemente la Misericordia di Dio per loro. O mio Gesù, preferisco agonizzare fino alla fine del mondo nelle più grandi torture, piuttosto che offenderTi col più piccolo peccato”. Un testo così denso di appunti così specifici potrebbe essere commentato a lungo. Già l’ordine delle sette pene è di una precisione che non si aspetta da una sorta che aveva avuto un’educazione molto limitata. Ma forse da sottolineare qui è l’asserzione che “la maggior parte delle anime che ci sono, sono anime che non credevano che ci fosse l’inferno” e l’effetto che questa visione aveva sulla veggente. Quanti conoscono bene gli scritti di santa Faustina sanno che l’oggetto e l’orientamento di tutto ciò che ella ha ricevuto dal Signore, è stato per esporre la grandezza infinita della Misericordia del Signore, ma anche che questo attributo si può apprezzare solo conoscendo dove saremmo senza questa Misericordia infinita del Signore. L’otto gennaio 1937 la Santa registra quest’episodio nel suo diario: “Durante la Santa Messa ho sentito in modo particolare la presenza del Signore. Dopo la Santa Comunione guardai con fiducia il Signore e Gli dissi: “Desidero tanto dirTi una cosa”. Ed il Signore si rivolse verso di me con amore e disse: “ E cosa desideri dirMi?”. “Gesù, Ti prego per l’inconcepibile potenza della Tua Misericordia, che tutte le anime che muoiono oggi evitino il fuoco dell’inferno, anche se sono i più grandi peccatori. Oggi è venerdì, che ricorda la Tua dolorosa agonia sulla croce; siccome la Tua Misericordia è inimmaginabile, gli angeli non si meraviglieranno per questo”. E Gesù mi strinse al Suo Cuore e disse: “Figlia amata, hai conosciuto bene l’abisso della Mia Misericordia. Farò come chiedi, ma unisciti continuamente al Mio Cuore agonizzante e soddisfa la Mia giustizia. Sappi che Mi hai chiesto una cosa grande, ma vedo che te l’ha suggerita il puro amore verso di Me; per questo esaudirò la tua richiesta”. Questo è proprio l’atteggiamento che si trova in santa Teresa di Lisieux, san Pio di Pietralcina e tanti altri Santi: salvare il numero più grande possibile di anime dall’inferno. Si nota anche qui un riferimento molto significante al “Cuore agonizzante di Gesù” come nella beata Dina Bélangelr. Un’altra domanda relativa all’inferno è la punizione eterna degli angeli disubbidienti. Anche suor Faustina era curiosa su questo e chiedeva il perché al Signore: “Quando meditavo sul peccato degli angeli e sulla loro immediata punizione, ho chiesto a Gesù perché gli angeli erano stati condannati subito dopo il peccato. Ho udito una voce: “Per la loro profonda conoscenza di Dio. Nessun uomo sulla terra, fosse pure un gran santo, ha una tale conoscenza di Dio, quale possiede un angelo”. Ma con me, misera, o Dio, Ti sei mostrato misericordioso e ciò per tante volte. Mi porti nel grembo della Tua Misericordia, e mi perdonerai sempre, quando con cuore contrito T’implorerò di perdonarmi”. Notiamo bene che per santa Faustina l’ultima parola è sempre la Misericordia del Signore.