Pagani: Casa Babylon Risorgimento Pop

Venerdì 1 aprile alle ore 21,00 al Centro Sociale la Compagnia Frosini/Timpano con Risorgimento pop, uno spettacolo sull’Italia che non c’è, sull’Italia che non sorge, che se è risorta, è rimorta, uno spettacolo sul Risorgimento, sui quattro padri della patria, Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele, e sul suo antipapà, Pio IX. Due attori, risorti e rimorti, immortali cadaveri, soli in scena, in mancanza di Italia che non risorge. Che non c’è. Per un risorgimento pop. Irriverente e goliardico ma di immediata e godibile presa spettacolare, Risorgimento Pop ha la cifra stralunata cui ci ha ormai abituato Daniele Timpano; è un cortocircuito di sensi, una scarica di cinismo in forma di cartoon, una pazzia contagiosa che ha qualcosa di Thomas Bernhard, lo sviscerano a puntino in una specie di cabaret a volte quasi metafisico – e venato di cattiveria – che si dimostra sempre intelligentemente corrosivo. Un varietà che l’impeto dei protagonisti fa diventare ipnotico e che dopo un inizio elegantemente surreale, con i due che si stagliano su di un fondo dai colori della nostra bandiera in clergyman e con il volto coperto da un bianco drappo, trova il suo ritmo in un vertiginoso frullato di gag. Risorgimento pop è uno sberleffo grazie al quale il presente può sembrarci più chiaro, un gioco molto serio agìto in leggerezza e profondità per leggere la Storia e scrivere in modo nuovo la scena. Il tormentone sulla morte sempre diversa di Anita fa da perno intorno a cui galoppano vizi antichi e moderni, illumina con soave ferocia episodi gloriosi e gloriose meschinità mentre i due artefici tessono il quadro di una nazione che non sa assumere un’identità perché non riesce a guardare al suo passato. Momenti indimenticabili la mummia di Mazzini che perde pezzi o il Garibaldi ridotto in cenere a esclusione della parlante gamba ferita o, ancora, il dialogo – mangiando savoiardi e con cappellini da carnevale – sugli splendori e le sconfitte del Sud. […]