Roccapiemonte: Via Crucis a “Villa Silvia”

Anna Maria Noia

È Pasqua di solidarietà a Roccapiemonte, presso il centro riabilitativo per differentemente abili “Villa Silvia”: come da alcuni anni a questa parte, infatti, si è rinnovata anche stavolta la consuetudine della via crucis partecipata e anzi animata – in simbiosi – dai circa 200 ospiti della struttura (compreso semiconvitto e altri reparti, specifici per ictus ed emorragie) insieme ai loro responsabili ed educatori. Ben 70 elementi che ogni giorno – e non solo il venerdì santo – aiutano i sofferenti a portare la propria croce, come Gesù. Soprattutto per questo venerdì di passione 2016, hanno collaborato alla commovente rappresentazione in processione tutti gli animatori dei reparti – nessuno escluso – in particolare Antonio Stornaiuolo con Ernestina Montefusco, guidati dall’amministratore delegato Giovanni Di Giura. Tra i collaboratori ricordiamo – inoltre – Cinzia Montefusco, coordinatrice dei terapisti della riabilitazione, e lo storico autodidatta Franco Lauro. Tante le storie degli “internati” – se così si può affermare, non è certo il termine giusto – che vivono sulla pelle gli scherni del resto della società… “normodotata” in quanto bisognosi di maggiore cura che gli “abili”: nomi e non numeri, come Sergio, Simona, Adolfo. Ognuno col suo handicap, ma uniti dalla voglia di vivere – che si esplicita, appunto, in manifestazioni come queste (Natale e Pasqua) ma anche in gare sportive, soprattutto ippiche. L’ippoterapia è infatti una delle eccellenze di “Villa Silvia”. Tornando alla via crucis, questa si è tenuta proprio il 25 marzo – venerdì santo e ricorrenza della Annunciazione – alle 10 nel pur ventoso giardino dell’edificio. A presiedere e a partecipare il giovane sacerdote don Giuseppe Perano, dalla parrocchia di S. Michele Arcangelo in Nocera Superiore. Egli al termine delle “classiche” quattordici stazioni ha regalato a tutti gli astanti – compresi familiari e curiosi – una corona del rosario – dono simbolico per evidenziare la necessità e il bisogno di pregare le poste così apprezzate dalla Madonna. In risposta, ecco che gli ospiti di “Villa Silvia” hanno consegnato a don Giuseppe un manufatto – a mo’ di cadeau – realizzato nel laboratorio di ceramica apposito. La processione, con la croce portata dal simpatico Sergio – tra i più autonomi della struttura – e con i ramoscelli di ulivo sventolati da disabili, genitori, parenti e amici nonché dal personale tutto del centro di riabilitazione. È stata una vera festa… che come ogni volta ci fa capire quanto la maggior parte di noi sia fortunato, mentre si lamenta delle poche cose che non ha. Ogni stazione – su un libretto ad hoc (20 pagine) realizzato per meglio seguire la kermesse – era accompagnata e contornata dalla lettura di brevissimi passi del vangelo, da una riflessione scritta – interpretata dai differentemente abili – e da commenti recitati ad alta voce e all’unisono, insieme tutti quanti. Non sono mancati i canti: pochi durante le prime stazioni – vi erano specifici cartelloni disegnati e decorati lungo tutto il colonnato dove si è svolto il pio esercizio – soprattutto alla Madonna e alla croce ma copiosi e festosi in conclusione. Il tutto, all’insegna della cosiddetta integrazione, di una inclusione sociale sempre più pressante e motivata – per non emarginare la ricchezza di cui sono portatori questi esseri sfortunati – parrebbe figli di un dio minore. L’abnegazione e l’affetto – nell’ambito della “mission” dei dipendenti – dimostrati verso i differentemente “normali” sono il biglietto da visita del centro di riabilitazione, a dispetto di servizi e inchieste giornalistiche sicuramente di parte, “unilaterali” e/o parziali (per non dire… “pilotate”) da parte di qualche… “detrattore” di tale struttura. Ma questo lo chiariranno ulteriori indagini, sempre che davvero “Villa Silvia” dimostri di essere quella “eccellenza” che tutti annoverano quale mondo dorato per i suoi ospiti. E ciò, è un’altra storia… Voltiamo pagina… anche perché nell’edificio vi sono ambienti accoglienti e a “misura d’uomo”, si potrebbe dire: una cucina da cui si diffonde un ottimo odore di cibo, i laboratori, la sala-palestra per la fisiokinesiterapia (Fkt), tante altre sale. E così, coi… “ragazzi” così compiti, composti, educati, silenziosi nella composta processione terminiamo e auguriamo a chi abbia vissuto una esperienza del genere, similare il poter ancora raccontare tante e tante storie di bene e di serenità… non pregne di tristezza o peggio di mortificazione e vitupero ma nel segno della speranza. Per gli ospiti di “Villa Silvia”, che danno sicuramente dei punti a tutti noi – così infagottati nelle nostre comodità e nei deserti della falsa tranquillità a spendere la vita in vanità – e che hanno tanto ma proprio tanto da insegnarci (ancora e… per sempre!). Tanti piccoli episodi, tasselli di quotidiana “anormalità” che dovrebbero entrare nei nostri cuori ancor più che nelle orecchie.