Salerno: grande commozione ai funerali del prof. Peppe Natella

Rita Occidente Lupo

Una moltitudine commossa, composta, silenziosa quella che ha partecipato in Cattedrale, nonostante la vigilia natalizia, all’ultimo saluto cristiano al professore Giuseppe Natella. Scenografo, artista eclettico, amante del presepe, che si divertì a realizzare coi materiali più disparati, fu ideatore della rassegna estiva ai Barbuti, per rilanciare uno spaccato urbano tenuto troppo a lungo in ombra, per un passato civico storico non d’èlite. Il professore, così come un po’ tutti lo apostrofavano, ricordando la sua pregressa esperienza scolastica, metteva il cuore in quello che faceva. Offriva il meglio di sè, senza andarsene borioso, anzi optando per un tratto piuttosto dimesso, pur conoscendo la tavolozza cromatica della vita. Così come ha voluto ricordarlo, al termine della celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Luigi Moretti, Claudio Tortora, che condivideva la grande passione teatrale. In tanti a commuoversi dinanzi alla sua bara, ad asciugarsi frettolosamente lacrime furtive: da gente comune, a politici ed esponenti culturali. Proprio perchè Peppe ha rappresentato una pagina autorevole di Salerno, che specchiata anche attraverso il presepe del maestro Carotenuto, di volta in volta arricchito di personaggi contemporanei, ha amato fino in fondo, contagiando anche i familiari. Di qui l’incipit del rapporto con Moretti, come da lui stesso rammentato nell’omelìa, affinchè potesse essere tenuto a cuore al nuovo presule, uno scorcio artistico tradizionale. La morte di Natella, in occasione del Santo Natale,  ennesimo segno che quella Natività che lui tanto tenne a cuore, riconoscendo anche negli ultimi, quotidianamente, il Bimbo di Betlemme, sicuramente gli permetterà di godere della luce divina, alla quale, come stigmatizzato dall’Arcivescovo, anche il dolore umano, inevitabile per il distacco, deve ancorarsi nella proiezione della resurrezione.