Discorso multiproprietà Salernitana, parla l’avvocato Gentile

Maurizio Grillo

Se la Salernitana dovesse andare in serie A, chiaramente dovrei venderla: non è giusto essere a capo di due squadre militanti nella medesima categoria”. Così parlò Claudio Lotito all’indomani della vittoria contro la Lupa Roma, aggiungendo che “avere una seconda squadra in una categoria immediatamente inferiore permetterebbe a qualunque presidente di valorizzare tanti giovani senza essere costretto a prestarli a tante squadre diverse. Ho Minala e Crecco che stanno facendo bene in B, perchè tra qualche mese devo darli al Bari o alla Ternana se ho anche la Salernitana?”. A distanza di tempo le cose sono cambiate: non solo non è arrivato quasi nessuno dalla Lazio (fatta eccezione per Strakosha e Pollace), ma, soprattutto, è mutato il tenore delle dichiarazioni del patron che, sabato scorso, è tornato sull’argomento confermando un concetto già espresso dal cognato qualche giorno prima: “Io dovrei lasciare in caso di promozione, ma c’è Mezzaroma”. Che sia già cambiata l’attuale normativa che vieterebbe a uno dei due di guidare la Salernitana in A in quanto cognati? Ad ora, in realtà, è tutto immutato: quando sussiste la parentela fino al quarto grado, non si può essere proprietari di due club nella medesima categoria. La modifica della regola, tuttavia, è quanto mai possibile ed è parte del programma di rilancio del calcio italiano presentato da Tavecchio qualche mese fa. In un calcio in profonda crisi economica e nel quale imprenditori seri latitano, si può impedire ad un presidente facoltoso e professionale di puntare alla massima categoria dopo aver investito tanto soltanto perchè la sorella è sposata con il presidente di un’altra squadra? E’ questo uno dei punti fondamentali della discussione, che entrerà nel merito tra metà maggio e inizio giugno: il calcio cerca imprenditori in grado di fare sport ad alti livelli, ma chi investirebbe in D o in Lega Pro sapendo che non potrà mai disputare il campionato di serie A, laddove ci sarebbe il rientro economico che ogni imprenditore serio pianifica? “E’ proprio questo uno dei ragionamenti che si sta facendo” ha dichiarato l’avvocato Gianmichele Gentile ai nostri microfoni, “questa società è partita dalla serie D investendo tanti soldi, è arrivata in B vincendo i campionati sul campo e rappresenta una piazza importante come Salerno. Stante all’attuale normativa, questa dirigenza dovrebbe lasciare in caso di promozione della Salernitana in serie A, ma credo che la legge sia arcaica: non c’è una parentela diretta, ma un’affinità, perchè due cognati non possono avere due squadre in massima serie? A giugno se ne saprà qualcosa in più, la modifica è possibile e, per certi aspetti, auspicabile”. Da sottolineare che ci sono tanti presidenti contrari (pare che l’avversario più duro sia la Juventus), alcuni dei quali favorevoli invece alle cosiddette “Squadre B” in cadetteria, ipotesi bocciata tempo da senza prova d’appello dai vertici della Lega Pro “perchè si abbasserebbe ulteriormente il tasso tecnico dei campionati”. Il vento, però, pare stia cambiando e difficilmente Lotito si sarebbe esposto così se non avesse avuto sentore di una modifica regolamentare. “Se poi il calcio preferisce dare spazio ad avventurieri piuttosto che a presidenti seri e facoltosi…” la condivisibile riflessione di Gentile, uno di quelli che ha sempre sostenuto Lotito anche quando è stata messa su una campagna a sfavore da parte della stampa nazionale. A tal proposito si aspetterà l’esito delle indagini della Procura di Catanzaro, ultimate le quali si provvederà a chiedere un cospicuo risarcimento danni a tutti coloro che hanno associato la Salernitana alla vicenda scommesse. Tornando alla multiproprietà e dando per certo che Lotito non lascerà mai la Lazio (anche se la frase “Avete fatto innamorare le nostre famiglie, fidatevi di noi e vi porteremo dove meritate” non è passata inosservata e ancora oggi fa riflettere), pare che tra le proposte ci sia quella di far disputare, eventualmente, un Lazio-Salernitana nelle primissime giornate per evitare sfide con punti troppo pesanti in palio. Anche in questo caso condividiamo una riflessione che Mezzaroma fece ai nostri microfoni qualche settimana fa: “Bisogna anche credere nei valori sportivi e morali delle persone. C’è necessità di essere cognati per mettersi d’accordo e alterare l’esito di una partita?”. In effetti, in Italia, non più tardi di un mese fa diverse società sono state condannate per scommesse e illeciti sportivi, eppure non c’erano di mezzo nè parentele, nè affinità. I tempi sono cambiati, soldi non ne circolano e chi spende ha diritto di puntare al massimo: la Salernitana, a prescindere da tutto, ha una società che in tre anni lotterà per tornare in A, che lo faccia con Mezzaroma al timone da solo non è più soltanto fantacalcio…