Cava de’ Tirreni: Cisl, incontro su ospedale, documento programmatico

Preme a queste organizzazioni sindacali sottolineare che il Decreto del Commissario ad Acta 27 Settembre 2009 n° 49, tuttora vigente, stabilì la attuale destinazione del Presidio Ospedaliero di S. Maria dell’Olmo affidando lo stabile nella disponibilità dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi d’Aragona, ma svuotandolo di fatto dei posti letto in dotazione all’epoca assegnati. A tal proposito si rappresenta che il decreto 49/2009 così testualmente recita : pagina 138 “ Nel P.O. Villa Malta di Sarno, di recente costruzione e attualmente sotto utilizzato, confluiranno le Unità operative per acuti del P.O.M. Scarlato di Scafati (riconvertito in P.O. ad indirizzo riabilitativo e che potrà ospitare la struttura polifunzionale per la salute (SPS) la cui funzione è descritta al punto! E) del presente documento), nonché alcune funzioni attualmente presenti nel P.O. di Cava e lo stabile che attualmente ospita il presidio ospedaliero di Cava resterà nella disponibilità della Azienda stessa.” – Pagina 140 SA AOIU Osp. S.Maria dell’Olmo – Cava de Tirreni Plesso dell’AOIU S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona – posti letto : Plesso. Ad oggi niente è cambiato nonostante i vari e vani tentativi di ricollocare nuovamente nella rete ospedaliera un presidio di fatto svuotato e l’immobile lasciato nella disponibilità dell’azienda Ospedaliera Ruggi d’Aragona di Salerno che di fatto mantiene il Pronto Soccorso, ed alcuni reparti ovvero Ginecologia ed Ostetricia, Chirurgia Generale e di Urgenza, Senologia, Ortopedia e Traumatologia, Cardiologia ed UTIC, Pediatria, Medicina Generale ed i servizi di Radiologia operante sulle 24 ore e Laboratorio di Analisi attualmente operante sulle 12 ore e con un tecnico in servizio notturno ed di Endoscopia, dovrebbe essere un obiettivo politico obbligato, a scenario modificato, atteso che dal governo comunale a quello nazionale, in tutte le sedi istituzionali abilitate a prendere decisioni sulle scelte decisive di riconversione e riorganizzazione del settore non sembrerebbero esistere impedimenti tali per approfondire i fabbisogni assistenziali e adeguare i servizi alle reali e concrete esigenze della comunità di riferimento. In assenza di una analisi dettagliata e di una chiara volontà di assicurare i livelli essenziali di assistenza, le strutture sanitarie sono lasciate ad un divenire che sostanzialmente le porterà ad una lenta agonia e scomparsa per consunzione ovvero ad un depauperamento strutturale tale da rendere impossibile un mantenimento di reparti e servizi aperti, se non ridimensionati a tal punto da non essere funzionali a garantire risposte appropriate e qualitativamente efficaci ed efficienti alle esigenze dei cittadini. Infatti, invece di ipotizzare una integrazione concreta di tutti gli stabilimenti dell’AOU di Salerno, attraverso una strategia di consolidamento di tutte le attività all’interno del Plesso Ospedaliero del Ruggi, allo stato strutturalmente non idoneo a sostenere un accentramento delle attività sanitarie, anche alla luce di una maggiore complessità derivante dalla mutata missione prevista dalle scelte di elevarla ad azienda universitaria, appare miope non perseguire una attenta strategia di valorizzazione delle eccellenze, definendo una rete capace di garantire la realizzazione di una azienda radicata su tutto il territorio finalizzata a garantire certezza degli interventi e tutela dei cittadini. L’attuale ubicazione della struttura e la scelta determinante di garantire l’inserimento del plesso nell’emergenza, certamente non può essere perseguita affidandosi ad una turnazione del personale medico della sede centrale che utilizzando maggiormente il regime dei turni aggiuntivi (comunemente chiamata libera attività professionale che viene remunerata a 60 € ad ora) fornisce i medici ai vari reparti del P.O. di Cava De’ Tirreni. Quanto avviene, non scaturendo da una sana programmazione manageriale per fornire servizi di qualità ai cittadini ma utilizzando il S. Maria dell’Olmo come un Bancomat ha fatto precipitare gli attuale servizi offerti ai minimi termini con particolare disagio non solo per i cittadini che usufruiscono dei servizi ma soprattutto per gli operatori costretti a sottostare alle gravi carenze strutturali del nosocomio di cui elenchiamo solo una parte: – aria condizionata non funzionante nei reparti (escluso cardiologia),la quale in sala operatoria non funziona e quando funziona non è gestibile perché il termostato è rotto (quindi fa troppo caldo o troppo freddo); – inoltre tale servizio dovrebbe essere adeguato alle esigenze, poiché un suo cattivo funzionamento potrebbe favorire l’insorgenza di gravi complicanze per i pazienti; – ascensori sempre guasti perche obsoleti, ed insufficienti per l’utenza e per gli operatori; – liste di attesa per la chirurgia non oncologica: 1 anno di prenotazione con grave sofferenza per l’utenza tutta; – personale infermieristico e di supporto, viaggia 60 a 130 ore mensili di straordinario; – tac: rotta da giugno 2014, adesso è in installazione in sostituzione di quella 8 strati una apparecchiatura tac attuale 16 strati obsoleta in quanto quelle moderne in circolazione arrivano a 350 strati; – mancano anestesisti, chirurghi, ginecologi, infermieri, ostetriche e personale sanitario e operatori socio assistenziali etc. , per cui tutta la criticità ruota anche attorno a queste figure ( vedi LAP a 60 € ora anche da fuori provincia e straordinario oltre ogni limite umanamente sostenibile da tutti gli lavoratori); – i locali del Pronto soccorso sembrano un campo di guerra senza alcun filtro nella regolamentazione degli ingressi dei pazienti e dei loro familiari; – il parcheggio del personale, sembra essere stato bombardato ed è allo stato inaccessibile. Alla luce di queste criticità, sarebbe opportuno da subito avviare un serio confronto che, sulla base di una idea moderna di governo del territorio, unica strada praticabile per ridare slancio alla partecipazione responsabile di tutti i portatori di interesse, riesca a disegnare un progetto di riordino del settore, che mettendo al centro le reali esigenze di garanzia del benessere della comunità, realizzi concreti momento di efficienza ed efficacia delle prestazioni sanitarie, adeguandole e rendendole adeguate ai mutati e sempre più esigenti bisogni della popolazione. Ciò si realizza dimostrando, tutti insieme senza nessuno escluso, di essere capaci a cambiare le modalità di approcciarsi ai problemi, aspetto tutt’altro che residuale, poiché o si è artefici dei cambiamenti o questi si subiscono irreversibilmente.

I delegati RSU CISL FP Plesso Ospedaliero di Cava

Biondino Gaetano -Tortora Gaetano