Ictus: cure sempre meno adeguate

di Rita Occidente Lupo

Tra le malattie che colpiscono gran fetta della popolazione, l’ictus  annovera annualmente circa 200.000 persone, una ogni 3 minuti; purtroppo, il 40% dei pazienti, orfano di cure adeguate. Anche in altri Paesi europei si registra tale deficit sanitario: l’Italia, al sesto posto della classifica, in quanto la riabilitazione territoriale, preclusa ai più. Gli Stati con migliore assistenza vantano stroke unit, in Italia insufficienti al fabbisogno. Infatti ne servirebbero almeno 300, contrariamente alle attuali 150. Distribuite non in modo equo, al Sud maggior penuria, con conseguenze notevoli, per una riabilitazione in affanno.
Infatti, superata la fase ospedaliera, solo due persone su dieci fruiscono di fisioterapia e logopedia, per favorire il ripristino delle capacità motorie e linguistiche compromesse. In quanto alla terapia occupazionale, per aiutare il paziente in attività quotidiane a livello domestico e sociale, grosso deficit, tranne in qualche centro di eccellenza. Anche l’aspetto psicologico ha una sua specifica valenza, giacchè spesso la depressione post ictus, subentra nel 30% dei casi. Occorrerebbe una robusta sterzata alle politiche sociali e sanitarie, prendendo in carico realmente la salute civica, sì da poterne garantire adeguata assistenza.