Bruxelles: M5S, Adinolfi e Liuzzi su diritto d’autore

Ieri 9 luglio 2015, il Parlamento europeo, che nell’immaginario dovrebbe essere un’istituzione progressista vicina agli interessi dei cittadini e combatte per difenderli, ha approvato un testo reazionario, contenente principi contrari al mercato unico digitale. La grande coalizione in salsa europea, Popolari (PPE) – Socialisti (S&D) – ALDE (Liberali), ha colpito ancora.Tutti a parole dicono di volere difendere e tutelare gli autori ed i creatori, di essere a favore delle nuove tecnologie e del mercato digitale unico, ma poi alla prova dei fatti non è così. Gli autori e i creatori sono, infatti, spesso citati strumentalmente per difendere altri interessi e rendite di posizione; le nuove tecnologie sono sovente osteggiate perché in grado di determinare un riassetto degli interessi e delle posizioni presenti sul mercato; e l’obiettivo della realizzazione del mercato digitale unico viene solo sbandierato quando fa comodo senza però perseguirlo concretamene. C’erano grandi aspettative sul rapporto ??#‎REDA‬, che provenendo da un’esponente del partito pirata avrebbe dovuto essere se non rivoluzionario, almeno innovativo. Purtroppo, non si ritrova niente di ciò anche a causa degli emendamenti presentati dai partiti più conservatori e reazionari come ??#‎PPE‬, S&D e ??#‎ALDE‬. In generale, l’approccio utilizzato è contraddistinto da una forte ideologia neoliberista: il punto di vista che prevale è quello delle grandi imprese e del business (si citano i punti di PIL ed i posti di lavoro che si creerebbero ed il mantra della crescita è ricorrente). Si è addirittura arrivati ad affermare con enfasi che il diritto di proprietà privata sia il fondamento della società moderna. La cultura viene presentata come un prodotto da commercializzare e fruibile solo dietro pagamento e vi è troppo poco spazio per la tutela dei diritti degli utenti, per la cultura come strumento di elevazione sociale, nonché per la libera circolazione e divulgazione della cultura e della conoscenza.Si afferma il principio della territorialità, si decanta la bontà e la valenza delle licenze multi-territoriali e si giustificano pratiche quali il geo-blocking: tutti aspetti che contrastano apertamente con l’idea di mercato digitale unico. Si paventa inoltre l’introduzione della responsabilità degli intermediari digitali (piattaforme) e dei service provider e si punta su un ??#‎enforcement‬ cosiddetto robusto senza considerare gli effetti nefasti che si potrebbero produrre sui diritti fondamentali, nonché la sua frequente inefficacia. Troppo deboli e poco incisivi sono i richiami alla necessità di introdurre delle eccezioni obbligatorie, almeno per quanto concerne quelle più importanti come quelle a favore dell’istruzione, della ricerca, dei musei e delle biblioteche ed a tutela dell’interesse pubblico più in generale.

Le idee e l’approccio del ??#‎MoVimento‬ sono totalmente diverse e si pongono come alternativa moderna, realizzabile e di respiro europeo. Il diritto d’autore è un tema troppo importante, specie in un società dell’informazione come la nostra, per potersi accontentare di una visione così riduttiva.

 

Isabella ADINOLFI e Mirella LIUZZI

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