Salernitana, decisione ancora incerta per il futuro di Menichini

Maurizio Grillo

Quello che l’opinione pubblica definisce erroneamente “immobilismo” da parte della società, altro non è che trattativa sotto banco per cercare di separarsi da Menichini senza farsi troppo male da un punto di vista economico. Se, ad ora, la dirigenza non ha potuto intavolare operazioni concrete per il nuovo tecnico è solo perchè un impegnatissimo Lotito ha preso ulteriormente tempo sperando, implicitamente, che qualche club di B (Ternana?) o Lega Pro chieda informazioni su Menichini manifestando l’intenzione di puntare su di lui. A quel punto il gioco sarebbe fatto: stretta di mano, baci e abbracci, ringraziamento per il lavoro svolto, buonuscita non eccessivamente sostanziosa ed ognuno per la propria strada. Fosse dipeso da Fabiani e da una parte del gruppo, in realtà, il divorzio si sarebbe già consumato lo scorso mese di gennaio, più precisamente dopo lo scialbo 2-2 interno contro una modesta Vigor Lamezia. Lotito e Mezzaroma, tuttavia, diedero priorità al mercato respingendo le critiche di gran parte della tifoseria, con Tare che spinse per la riconferma dell’allenatore pur non ricoprendo alcun incarico ufficiale in società. Cosa accadrebbe se nessuno volesse Menichini che, come successo a Perrone, pur avendo vinto un campionato a Salerno non ha certo la fila di corteggiatori dietro la porta? Una sua riconferma è assolutamente da escludere: il ds, attraverso alcune dichiarazioni a mezzo stampa, è stato chiarissimo e la coesistenza con l’allenatore è certamente impossibile. Le strade percorribili sono due: o si esonera Menichini pagandolo per intero fino al 30 giugno sborsando una cifra ben superiore ai 200mila euro o si cercherà fino alla fine di trovare un’intesa per la buonuscita proponendogli una cifra vicina a quanto incassato in tutto il campionato precedente, pari a 60mila euro netti. L’allenatore, giustamente dal suo punto di vista, pur non volendo restare a dispetto dei Santi avrebbe voglia di proseguire l’avventura in serie B e non è da escludere un braccio di ferro con la proprietà, situazione che comporterebbe ulteriori ritardi nell’annuncio del nuovo allenatore. A quel punto l’idea Simone Inzaghi sarebbe sempre più realistica: non ci sarebbe bisogno di trattative lunghe, economicamente l’esborso sarebbe minimo ed il giovane tecnico biancoceleste accetterebbe di buon grado una rosa composta da tanti baby Lazio e da buona parte del gruppo che ha vinto la Prima Divisione. L’ipotesi non stuzzica Fabiani, convinto che serva un tecnico di maggiore esperienza e con il quale aprire un progetto anche pluriennale: Camplone piace, Torrente anche, Novellino è stato smentito dallo stesso Fabiani e domani Toscano potrebbe liberarsi dal Novara. Se l’addio di Menichini, però, gravasse molto sulle casse societarie è chiaro che il budget per il nuovo tecnico si abbasserebbe notevolmente, ma sbagliare allenatore per risparmiare a giugno comporterebbe un rischio enorme: correre ai ripari in corso d’opera e pagarne tre fino a fine stagione.