Rifiuti…occupazionali!

di Rita Occidente Lupo

Nuovi spiragli occupazionali vengono dall’UE, puntando sul ciclo rifiuti: entro il 2020, potrebbero crearsi 90.000 nuovi posti di lavoro. Gli addetti aggiuntivi della filiera del riciclo (raccolta differenziata, trasporto, selezione e riciclo al netto dell’occupazione persa in altri settori, come per esempio le discariche) sarebbero circa 76.400, mentre gli addetti per le costruzioni di impianti (di selezione, compostaggio, riciclo intermedio e termovalorizzazione) circa 12.600, per un totale sull’intero territorio nazionale di circa 89.000 nuovi posti di lavoro. In maggior numero al Centro ed al Sud Italia i posti di lavoro, dovuti ai ritardi della raccolta differenziata. Al contrario, la maggior concentrazione di industrie del riciclo al Centro Nord, determina in tali aree un incremento occupazionale percentualmente superiore. Occorrerà attendere ulteriori dettagli, prima d’accendere le speranze di quanti hanno sempre visto proprio dai rifiuti, una fonte di ricchezza anche per la sopravvivenza.