Salerno: Quelli che la danza “Quella meraviglia di Alice”

Procede  Quelli che la danza, la rassegna itinerante, a cura di Mario Crasto de Stefano, e del danzatore e coreografo Claudio Malangone, realizzata sotto l’egida del Teatro Pubblico Campano. Venerdì 27 marzo (ore 21) ad aprire le danze, sul palco del Centro Sociale in via Vestuti, sarà la compagnia Movimentoinactor con “Quella meraviglia di Alice”. Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice nello specchio, capolavori di Lewis Carroll, sono ancora oggi capaci di risvegliare curiosità e interesse sia fra gli adulti, che nel mondo dei giovani e dell’infanzia. Un’Alice raccontata attraverso il linguaggio della danza  diviene, qui, strumento privilegiato per oltrepassare i confini del reale ed entrare in contatto con un mondo popolato da bizzarri personaggi che sono dall’altra parte dello specchio. Le linee direttrici lungo le quali si sviluppa il lavoro artistico del Movimentoinactor nel campo della danza, riguardano la ricerca sul rapporto tra movimento e musica dal vivo nell’ambito di diversi generi musicali (musica jazz e d’improvvisazione, musica contemporanea, barocca, etnica). Ogni volta, a seconda dei musicisti e dell’ambito musicale a cui appartengono, il rapporto danza-musica è stato progettato, individuando nuove modalità di relazione e nuove strutture, al fine di realizzare un incontro, sempre originale, in cui nessuno dei due elementi (musica e danza) sia succube rispetto all’altro, ma ognuno esplorasse la natura più intima e profonda dell’altro. Le produzioni del Movimentoinactor si sono caratterizzate per la composizione musicale originale realizzata da musicisti di rilievo nazionale e internazionale con cui si è attuato uno stretto rapporto di costruzione musica-danza. Altra linea conduttrice dell’attività di creazione del Movimentoinactor riguarda l’analisi della gestualità delle danze del mediterraneo e orientali (arabe, spagnola, greca, indiana , ecc…) e delle relazioni stilistiche e coreografiche che possono realizzarsi con la danza contemporanea, al fine di agganciarsi ad una cultura comune gestuale dell’area mediterranea e nello stesso tempo per individuare uno stile originale del creare danza. L’ipotesi su cui si basa tale ricerca è che, rappresentando il bacino mediterraneo un’area dove si sono stratificati nel tempo simbologie e atteggiamenti di vita, spesso assai simili, anche i segni, i ritmi, i significati della danza possono essere ricondotti ad un’origine arcaica comune che oggi ancora si rivela in alcune feste popolari. Tale patrimonio può diventare qualcosa di vivo e pulsante se mediato e ricondotto alle esplorazioni spazio-temporali della danza contemporanea e, nello stesso tempo, può essere strumento per ritrovare un’ identità italiana.