Salerno: Esclusiva, parla Mons.Scarano tra telecamere e croste artistiche “Accanimento giudiziario, io capro espiatorio!”
di Rita Occidente Lupo
Brutta vicenda quella di Mons. Nunzio Scarano decisamente, l’alto prelato funzionario dell’APSA, in Vaticano, che da 14 mesi vive agli arresti, sotto accuse che di giorno in giorno rincalzano la dose. Dal riciclaggio all’usura, passando per corruzione, estorsione della buona fede ed ancora tanti i reati che lo vedono un personaggio losco, criminale, avvezzo a delinquere sotto l’abito talare. La sua superba dimora in Via Romualdo Guarna a Salerno, nella città d’origine, di fronte al campanile della Cattedrale che scandisce, sotto l’occhio super vigile delle telecamere, ogni sua mossa. Non può uscire, tranne per tre ore al giorno, che spende nel recarsi a pranzo dall’anziana madre. Né può incontrare o parlare con alcuno, tranne familiari stretti. In esclusiva, uno speciale permesso per intervistarlo. Accasciato, con la barba semirasa, dimagrito, mesto. “Sono prigioniero in casa mia- sbotta lasciandosi andare ad un impeto umano, frutto di una condizione che non riesce più a sostenere, proclamandosi innocente e non avendo nulla di cui pentirsi-. Reggo grazie all’aiuto dei farmaci, che mi tengono tranquillo e che cercano di tamponare i momenti di sconforto che mi assalgono. Ancora non riesco a comprendere tanto accanimento giudiziario sferrato nei miei confronti! Attendo Giustizia e Verità, che smascherino le accuse menzognere, mossemi Indecenze, abusi, bugie: cosa non ho dovuto sentire in questi lunghi mesi! Mi s’incolpa d’aver menato una vita sontuosa, agiata, sol perché ho sempre avuto stile, gusto e tenuto a cuore il decoro della persona, lasciandomi a volte trascinare da un innato senso dell’estetica: reato anche questo? Come per i mobili o le opere d’arte, erroneamente stimate ad un primo acchitto di valore! Comprese le tele che don Luigi Noli (povero sacerdote, cosa non ha dovuto sentirsi dire in questi mesi, malgrado il carcinoma prostatico e tante altre patologie l’angustino!) si divertiva a realizzare. Lo conobbi negli anni ’70 a Salerno, presso I Padri Saveriani, che frequentavo per la vicinanza alla casa materna. Da allora, il nostro un solido rapporto, basato sulla comunione di vita spirituale, nella scelta vocazionale! Il suo hobby, dilettarsi con tavolozza e pennelli: ed ha allietato anche le pareti di questa mia dimora, con dei quadri! Altro che tele di valore! A Porta Portese, per due comodini, come uno specchio, a prezzi stracciatissimi: 50-60€. Trattato come un criminale efferato, 903 visite di controllo notte e giorno da parte delle forze dell’Ordine, come ben sa il mio grande amico avvocato Silverio Sica che mi segue costantemente. Io, capro espiatorio di situazioni che non m’appartengono. Non ho mai avuto bisogno di denaro, perché sia amici, che familiari, han sempre provveduto alle mie esigenze. Ma poi avevo un buon stipendio, prima di consacrarmi, lavoravo in banca quindi qualche risparmio transitava sul mio conto corrente. Ora, invece, non un centesimo giacchè non ricevo alcun compenso dalla curia salernitana o da altra fonte, con la sospensione lavorativa. Il mio telefono, messo sotto controllo già quando ero a Roma senz’esser ancora accusato. Dalla Procura salernitana s’attende ancora di sapere da chi partì tale ordine. Tanto polverone, avviato dal benedetto furto nella mia casa: le cui chiavi le aveva anche Marcianò, attualmente a piede libero. Chi ha stimato il furto, ha asserito che soltanto chi conosceva bene la dimora poteva sapere come entrarvi e cosa prelevare…Ma altri respirano libertà, mentre io rintanato tra pareti a dover assistere ogni giorno all’ennesima menzogna sul mio conto! Se mi fossi sporcato le mani, forse le cose sarebbero andate diversamente! Alla luce delle dichiarazioni dei D’Amico, non capisco perché continui l’accanimento giudiziario, non essendoci prove della mia colpevolezza, come rimarcato anche nei giorni scorsi. Il Pubblico Ministero ha palesato particolare attenzione verso Marcianò, Bartolini, Cascone, mentre nei miei confronti, accuse da malfattore, capace di tutto. Le menzogne crolleranno, lasciando solo cenere: si parte dalle mie camere, che sono 7 e non 17, come scritto da qualche parte. Avere poi buon gusto, nel riuscire a valorizzare anche cose umili, reato? Mi spiace che il mio sogno nel cassetto, crollato. Costruire una casa per degenti terminali, idea balzatami dopo il decesso di mio padre, nella quale avrei dimorato anch’io, vendendo gl’immobili in mio possesso, compreso l’attuale domicilio. L’idea era partita quando ero in Vaticano, entrato in contatto con le Missionarie della Carità, suore calcuttiane. Un’opera che sostituisce doveri dello Stato, in termini di Sanità, che vengono disattesi! Un’altra iniziativa a favore della carità che ho sempre portato avanti sia in Capitale, che a Salerno: tanti hanno beneficiato di proventi da me elargiti, per esigenze immediate. E verranno a testimoniarlo giacchè in questa lunga prigionia, chi mi stimava prima, ha rafforzato ulteriormente tale considerazione. Contrariamente a chi ha invece approfittato del mio ruolo, per ottenere anche tra il clero, favori a piacimento. Il mio tenore di vita? Per chi aveva lasciato il mio ricordo salernitano, nel momento in cui chiamato a Roma ed assorbito dall’incarico all’APSA, ha potuto constatare che anche il ceto alto borghese della Capitale aveva per me parole di elogio, per il profilo serio, spirituale e concreto, che mi connotava. A Salerno ho dato prova di come la mia lontananza non significasse aver reciso cordoni ombelicali sia in termini di amicizie, che di spiritualità: di qui la croce donata a Papa Gregorio VII di Pio XII, da Paolo VI, poi a mons. Quirici, nunzio apostolico, mio grande amico. Pensai che insieme all’anello, dovesser esser sul corpo di un Pontefice che ebbe il coraggio di testimoniare con la coerenza della vita, la sua sequela cristiana. E poi la Casa di Riposo Immacolata Concezione, un tempo asilo d’indigenti, con appena 20 posti letto, oggi ampliati a ben 60 e tramutata in albergo a 4 stelle. Mie donazioni, mobili ed opere d’arte! Ed ancora, il campetto ed il viale al Seminario metropolitano…insomma, ho agito in ossequio al mio sacerdozio, per il bene comune! Reato anche questo? Forse bisognava colpire qualche intoccabile anzicchè me! Si pensava d’ammazzarmi per raggiungere obiettivi irraggiungibili? Un’accusa fondata sulla menzogna crolla sulle sue stelle gambe. Il falò di carta lascia solo polvere e cenere! E la realizzata sala d’attesa per i pazienti della Rianimazione all’ospedale San Leonardo? Mi spiace che un’opera che poteva esser un dono per quanti lottan con la vita, bloccata per del fango immotivato, che tanti posson dichiarare, avendomi conosciuto, non meritavo! Ora son stato abbandonato da tutti, tranne dai miei familiari ovviamente e rifletto sul valore della generosità, che mi s’è rivoltata contro, spacciata per usura! Quando mi son accorto della volgarità e della disonestà di alcuni gruppi familiari, ho tagliato ogni rapporto, senza alcun rancore ovviamente, ma nel rispetto del decoro del mio sacerdozio. Che mi fa rimettere ogni giorno nelle mani di Dio, chiedendo la Sua misericordia, nel pregare la Vergine affinchè mi assista in questo momento di prova così terrificante. Non vorrei essere un giocattolo nelle mani della giustizia: il vero Giudice, al quale dare conto, è solo Dio e m’aspetto da Lui il trionfo della verità al più presto! Da indagini sul mi o conto emerso il profilo sobrio condotto: forse che l’attività ginnica, per problemi di schiena dalla giovinezza o il colorito abbronzato, amando il sole, reati? M’accorgo tristemente che una cattiva stampa, pilotata, ha gestito male l’informazione, finendo per infangare anche il mio sacerdozio, fondamentale nella mia vita. Non impazzisco ancora grazie a Dio né temo tanto sudiciume, anche se confesso di sentirmi stremato, perchè mi rendo conto che l’acqua deve effettuare il suo percorso, perché la mia preghiera fiduciosa è incentrata sulla verità, che bramo venga fuori al più presto: son certo che sarà la Giustizia divina a trionfare!!”
Produzione riservata