Capaccio Paestum: richiesta intervento contro impianto a Biomasse, a Capaccio Paestum, località Sorvella

Questa mattina, il Segretario Provinciale del PRC Loredana Marino e i Segretari dei Circoli di Capaccio Paestum, Albanella, Agropoli, Battipaglia, Eboli, Serre hanno protocollato presso i Comuni di Capaccio Paestum, Albanella,  Agropoli, Giungano, Roccadaspide, Altavilla Silentina, Serre, Battipaglia ed Eboli una lettera aperta nel quale si richiede l’intervento fattivo dei comuni contro la realizzazione dell’impianto a biomasse a Capaccio Paestum, in località Sorvella.
Ai Sindaci e ai Presidenti del Consiglio Comunale dei Comuni di:
Capaccio Paestum-Albanella-Agropoli-Giungano-Roccadaspide-Altavilla Silentina-Serre-Ai Commissari prefettizi dei Comuni di: Eboli-Battipaglia
Dopo il blocco dell’ inceneritore di Salerno e di quello di Napoli, la costruzione di inceneritori piccoli e medi, troppo spesso mascherati da impianti per la produzione di energie rinnovabili, è divenuto l’ escamotage trovato per aggirare l’ ostacolo. Guardiamo con grande preoccupazione a quanto sta succedendo a Capaccio Paestum, manifestiamo la nostra solidarietà alle popolazioni interessate ed assicuriamo la nostra collaborazione per tutte le iniziative che vorranno intraprendere a tutela del territorio e del loro diritto alla salute. La realizzazione di una centrale a biomasse nella zona di Sorvella non interessa soltanto gli abitanti della zona ma coinvolge tutto il territorio del Comune di Capaccio così come quello dei comuni circostanti, sia sotto il profilo ambientale che da un punto di vista economico. Per un verso, infatti i fumi che usciranno dal camino, che sarà alto almeno venti metri, non conoscono confini e si diffonderanno indiscriminatamente su tutto il territorio, portando con sé il proprio carico di inquinanti, contaminando aria, acqua, suolo e catena
alimentare. Per altro verso, è evidente l’ incompatibilità di un simile impianto con un’ economia che voglia basarsi su una agricoltura di qualità e su di un turismo che si vuole sempre più diffuso: si vanificherebbero tutti gli sforzi finora compiuti per valorizzare le produzioni di qualità come la mozzarella o il carciofo e si minerebbe la possibilità di offrire quel “buon vivere” che è spessissimo alla base della scelta del turista. La vicenda di Sorvella, inoltre, ci
consente di porre l’attenzione e di mettere in discussione tutta la filosofia di fondo con cui viene trattato il problema dei rifiuti in Campania, con un piano regionale dei rifiuti che, legato alla logica Discarica-Inceneritore-Discarica, nasce già vecchio e diventa un nuovo ed ulteriore strumento di colonizzazione del meridione. È necessario perseguire la riduzione a monte dei rifiuti, il riuso, il riciclo, una raccolta differenziata spinta: l’ obiettivo è e deve essere rifiuti zero. Il criminale e irresponsabile comportamento di condannare ulteriormente la nostra, già martoriata, Terra, con l’ ennesimo scempio  ecologico ci sembra davvero troppo. Proviamo a non pensare come al  solito all’ interesse di pochi incoscienti senza scrupoli e riflettiamo sulle conseguenze che le azioni di oggi, potrebbero determinare nel futuro dei nostri figli e nipoti. Riteniamo che la qualifica di “energia rinnovabile” non sia una semplice definizione astratta, ma abbia bisogno di un attento e ponderato studio sia sui materiali che si intendono utilizzare sia sul contesto ambientale e produttivo nel quale si intende operare. Diviene dunque di immediata evidenza la circostanza per cui il combustibile che, secondo il progetto, dovrebbe essere impiegato (cippato di legno e sansa di olive) non è sufficientemente disponibile sul territorio e che, per un adeguato utilizzo dell’ impianto, o si dovrebbe importare il combustibile o si finirebbe per bruciare materiale diverso, uno a
caso, il C.D.R. (cioè residuo di trattamento dei rifiuti solidi urbani) abbondantemente reperibile nei siti di Battipaglia ed Eboli. Consideriamo una terribile certezza quella per cui questo impianto sarà convertito, di fatto, in un inceneritore di rifiuti: e tale certezza è data dal dal decreto ministeriale del 6 luglio del 2012 che inserisce nella lista dei materiali di approvvigionamento delle centrali a biomassa persino plastica, pitture , vernici e pneumatici.  Oppure, ancora, si troverebbe più conveniente coltivare per l’ incenerimento che per usi legati all’ alimentazione o all’ allevamento, con effetti nefasti sull’ economia agricola del territorio. Questo sistema porterà ad un incentivazione  dell’ agricoltura no food, ossia non finalizzata al consumo umano e/o animale.
In ogni caso i prodotti delle nostre terre non saranno più acquistati: è già successo nella Terra dei Fuochi. Molti medici e ricercatori hanno più volte ribadito il possibile incremento di insorgenze tumorali nei luoghi esposti ai fumi delle centrali a biomassa, ma i costruttori e gli appaltatori italiani ed
Europei, continuano a “venderle”, come fosse qualcosa di “sicuro” e pulito. Ma mentono. Non è questo lo sviluppo capace di qualificare il nostro territorio, votato all’ agricoltura, allevamento e turismo. Sarebbe ben più opportuno invece, valorizzare i nostri prodotti e indurre una vera e propria campagna di sensibilizzazione all’agricoltura a km zero. Questo impianto non porterà al territorio alcun vantaggio ma solo inquinamento di aria, acqua e suolo con il rischio di gravi conseguenze per la salute della cittadinanza. Si tratta di una
squallida speculazione economica, che si gioca sulla nostra testa, nella nostra terra e sulle nostre vite, oltre che con i nostri soldi, visto che la società che vuole realizzare l’ impianto ha ricevuto un  congruo contributo da parte dell’ Unione Europea. Un progetto di una centrale a biomasse di 8 milioni di euro, soldi che potrebbero invece evitare danni come questi che hanno colpito la nostra Piana del Sele nei giorni scorsi, salvaguardare il territorio risolvendo così il rischio idrogeologico con il quale dobbiamo fare i conti con le prime
piogge. Visto il pericoloso rischio per la salute e il territorio, sarebbe più
saggio e opportuno assumersi le responsabilità morali e umane da parte
di tutti e tutte, pertanto invitiamo le istituzioni e la cittadinanza
ad unirsi alla lotta per impedire che la Piana del Sele diventi la
nuova Terra dei Fuochi!
I RIFIUTI SI POSSONO RICICLARE, LA PROPRIA COSCIENZA NO!
Il Partito della Rifondazione Comunista appoggia ogni forma di iniziativa utile e necessaria a bloccare lo scempio dell’ ennesima struttura legata al trattamento dei rifiuti nella piana del Sele ed auspica l’ intervento e l’ impegno di tutte le istituzioni, le forze politiche e sociali e di ogni cittadina/o e mette a disposizione delle istituzioni e dei cittadini tutte le proprie energie e le proprie
intelligenze. Afferma il Dott. Francesco Musumeci, vicepresidente della Sezione di Salerno dell’ ISDE (Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente): «Le centrali a biomasse sono inutili e dannose per la salute e l?ambiente. Questi impianti vengono costantemente proposti su tutto il territorio nazionale per conseguire, una volta realizzati, importanti incentivi economici. I rischi per la salute che comportano impianti del genere sono gravi: l?emissione di polveri sottili può provocare allergie, malattie respiratorie, neurodegenerative, della
fertilità, malformazioni fetali, tumori. L’ applicazione del principio di prudenza fa sì che, con una rigorosa e corretta gestione dei rifiuti, realizzata attraverso la raccolta differenziata, con una reale politica del riuso del riciclo e della riduzione dei rifiuti e soprattutto dei materiali da imballaggio, non si avrebbe alcun bisogno della realizzazione di impianti di incenerimento e discariche». È usando le parole di un medico che chiediamo a Voi, Sindaci e Consiglieri Comunali dei Comuni di Capaccio Paestum, di Albanella, di Agropoli, di Giungano, di Roccadaspide, di Altavilla Silentina, di Serre, al Commissario Prefettizio di Eboli e a quello di Battipaglia di esprimere con atti di consiglio la vostra netta ed irrevocabile decisione di non consentire la realizzazione dell?impianto a Biomasse di Capaccio Paestum, impegnandovi ad intraprendere tutte quelle azioni, anche legali, che dovessero rendersi necessarie. Decidere
significa assumere come Ente Locale atti amministrativi vincolanti,
non generiche buone intenzioni.

f.to Il Segretario Provinciale di Salerno del Partito della
Rifondazione Comunista, Loredana Irene Marino
f.to Il Segretario del Circolo di Capaccio Paestum del Partito della
Rifondazione Comunista, Cristian Iannone
f.to Il Segretario del Circolo di Albanella del Partito della
Rifondazione Comunista, Antonello Pellegrino
f.to Il Segretario del Circolo di Agropoli del Partito della
Rifondazione Comunista, Antonio De Conciliis
f.to Il Segretario del Circolo di Battipaglia del Partito della
Rifondazione Comunista, Giuseppe Ragone
f.to Il Segretario del Circolo di Eboli del Partito della Rifondazione
Comunista, Silvio Masillo
f.to Il Segretario del Circolo di Serre del Partito della Rifondazione
Comunista, Emiliano De Angelis