Cellulare a scuola?

di Rita Occidente Lupo

Telefonini out dalle aule italiane. Non così a New York, dove il sindaco li ha fatti entrare dalla porta principale. In Italia, una circolare del 2007, del ministro Fioroni, ne vietava l’uso tra i banchi. Ma la Buona Scuola renziana, pare aprire varchi al BYOD (Bring Your Own Device, “porta il tuo dispositivo”) che consentirebbe l’utilizzo di smartphone. In America, diverso anche il sistema d’accesso scolastico: il metal detector, individuante eventuali presenze di armi. Se finora gli studenti dovevan parcheggiare il proprio telefonino anche a pagamento, su furgoncini durante l’orario scolastico, ora tranquillamente lo tengono in tasca o lo utilizzano sul banco. In Italia, invece, anche se le famiglie a volte voglion sentirsi maggiormente sicure, nel poter rintracciare il proprio figlio anche durante l’orario scolastico, regge ancora il divieto, eluso da suoneria bassa, nell’anonimato tra i banchi. La circolare di Fioroni ai tempi degli essenziali cellulari, antesignani di tablet e smartphone. Oggi che la scuola esplora internet e che a portata d’indice il touch,  col Bring Your Own Device, letteralmente “porta il tuo dispositivo”, un’altra scena: i discenti possono connettersi. Per non parlare della  banda larga veloce, wi-fi programmabile per classe (con possibilità di disattivazione quando necessario) e un numero sufficiente di dispositivi mobili. La scuola cambia ed anche le disposizioni un tempo stimate inappellabili, oggi rivisitate ed adeguate ai tempi!