Castellammare di Stabia: profanato il sacro!

di Rita Occidente Lupo

Rispettare il sacro, quanto oggi scema! Nel momento in cui si parla di diritti civili, di cultura multietnica, di ecumenismo a pie’ sospinto, come se la fede cristano cattolica dovesse ritirarsi in buon ordine, per lasciar spazio ad altre forme fideiste. Gli attentati, costanti: dal presepe, che qualcuno ha minato nella sua originale versione familiare, Maria  e Giuseppe, mutuando l’ambiente con due Madonne o due San Giuseppe, in chiave di ascesa omo, alla rimozione da qualche scuola, che aveva inteso allestirlo come a Greccio, per offrirne testimonianza storica ai più piccoli. Gli attentati al sacro, profanato dai furti nel patrimonio, alla sacrilega alterazione dei contenuti della Natività, all’ordine del giorno. Tanto per mantenere in vita la cronaca a riguardo, nei giorni scorsi, nel Napoletano, a Castellammare di Stabia, spettacolo agghiacciate a chi s’è inerpicato verso il Monte Faito, dai Boschi di Quisisana: una statua della Madonna, tolta dal suo alloggio, in una cappella sacra e scaraventata in un crepaccio.  Una luce, tra il verde, il sorriso della Vergine, che sembrava accompagnare l’andare del viandante e rassicurarlo nel cammino. Tale l’intenzione di chi, negli anni, s’era soffermato a rivolgere una preghiera o ad omaggiare l’effigie, assecondando l’antico sentimento di pietà popolare. L’episodio, per degli aspetti ha fatto riandare ad uno analogo dello scorso novembre, allorquando toccò alla croce piantata in cima al Faito, essere sabotata: divelta dal terreno, ricollocata rovesciata. Le indagini sull’ultimo episodio hanno fatto riflettere sul significato del gesto, azzardando ipotesi sugli ignoti autori. Probabilmente rientranti in una setta satanica e pertanto volutamente sabotatori del sacro. D’altronde si sa che il maligno, teme la Vergine ed il Crocefisso! Resta nel periodo natalizio, non solo la sorpresa, quanto l’amarezza per l’offesa sacrilega, nel momento in cui la spiritualità, in primo piano per l’Evento. Eppure Maria, che ha dato alla luce il Bimbo della salvezza, mai come in questo momento continua ad assistere l’umanità: dal 1994, nella terra campana, a Zaro, vicino Ischia, si parla di apparizioni e di messaggi. Certamente occorre prudenza, come in ogni caso del genere: in attesa che il nuovo anno possa lanciare qualche indicazione maggiormente attendibile su Medjugorye la cui documentazione, al vaglio del Vaticano!