Quale turismo?

Giuseppe Lembo

Purtroppo, le tante potenzialità di una accoglienza di eccellenza in tante realtà meridionali grandi e piccole, sono senza la giusta risposta; tanto, nonostante l’importanza degli attrattori che potrebbero richiamare notevoli e più numerosi flussi turistici da tutto il mondo. Perché, prima di tutto, c’è poca promozione sia in Italia che all’estero. Si investe poco e male per promuovere il turismo italiano e soprattutto il turismo culturale italiano, una quasi cenerentola del fare turismo nel nostro Paese. Ancora il nostro Paese è, purtroppo, orfano di una intelligente politica per la promozione turistica; ai turisti, ai turisti culturali, in tante realtà italiane, si preferiscono i villeggianti, con tutto il carico di confusione, di vandalismo e di peso a dismisura ed insostenibile per tutti i servizi che devono garantire i vacanzieri nel solo assolato mese di agosto, durante il quale si cerca il mare, in una corsa spesso scriteriata e confusa. Nel fare turismo di qualità, bisogna pensare ad una sua saggia programmazione; bisogna pensare ad un progetto che ne contempli tutte le numerose (circa 50) componenti, parte integrante del turismo di qualità. Se non si fa questo e non lo si promuove adeguatamente, in Italia e nel mondo, non si può fare altro che rincorrere, senza risultati un turismo assolutamente sbagliato; un turismo che non porta al nostro Paese, i possibili benefici, permettendo agli italiani di guardare con fiducia al futuro, forti, tra l’altro delle garanzie certe di futuro che possono venire proprio dal turismo, come concreta espressione di una saggia scienza economica e non più maldestramente, come ancora oggi da noi, il solo frutto di un fare turismo improvvisato, paesano, senza regole e senza quella cultura dell’ospitalità amica, necessaria all’accoglienza degli ospiti di tutto il mondo che si muovono sempre più, spinti dal desiderio del conoscere realtà e mondi sconosciuti, scoprendo, tra l’altro, le bellezze del paesaggio italiano e le tante eccellenze di una enogastronomia mediterranea, assolutamente impossibile trovare altrove. L’Italia per promuoversi e promuovere il turismo, così come merita, per il suo ricco patrimonio di beni culturali, ambientali ed enogastronomici da offrire al turista-ospite, deve intelligentemente approfittare del grande evento dell’Expo 2015, un’occasione importante per la centralità che avrà, nel corso del 2015, il nostro Paese nel mondo. Nella vetrina Italia al primo posto ci deve essere il turismo con l’intelligente promozione di un settore che rappresenta in sé, se ben gestito, il futuro italiano; è importante, tra l’altro, dare all’evento Expo la dovuta centralità al Sud con tutte le sue aree archeologiche-monumentali utili per promuovere finalmente nel mondo un sistema integrato di offerta turistica. Nel solo Mezzogiorno, una realtà assolutamente centrale per il futuro del turismo italiano si contano ben 712 realtà territoriali, con almeno un attrattore turistico-culturale. Da tutto ciò emerge che l’insipienza italiana è tale da non riuscire a capire l’importanza delle sue risorse, un grande importante potenziale per la creazione della ricchezza diffusa e di tanti, tanti posti di lavoro. La carta vincente del futuro italiano è quella del turismo ed in particolare del turismo culturale, un settore, tra l’altro, con maggiore propensione di spesa; a ben considerare il turismo italiano e meridionale in particolare, soprattutto nel suo inconfondibile specifico di turismo culturale, c’è da capirne con orgogliosa saggezza, la sua rilevante importanza in quanto eccellente moltiplicatore italiano di valore aggiunto e quindi grande risorsa per lo sviluppo. Le cose dette devono portare ad aprire gli occhi ed a riflettere con sapiente intelligenza; si dovrà riuscire e bene, nel prossimo immediato futuro, a promuoverne le giuste strategie organizzative e produttive; il turismo ed il turismo culturale, è un settore vitale per il nostro Paese.  Va attivato intelligentemente e responsabilmente utilizzando le opportune sinergie; avremo così positivamente portato a soluzione gran parte dei mali d’Italia; tanto, recuperando con dignità e prestigio al nostro maltrattato Paese, in crescente perdita di autodeterminazione, una forte capacità endogena di creazione di ricchezza, la cui importante fonte è, prima di tutto, quella magica del turismo italiano con una sua forte componente di turismo culturale che solo l’Italia può orgogliosamente offrire al mondo. Le cose pensate e scritte sul turismo italiano non sono per niente fantasiose; sono la concreta espressione di un percorso di pensiero di un comunicatore autentico, preoccupato del futuro italiano e delle condizioni tristi dei giovani purtroppo abbandonati a se stessi e parte di una società liquida, dal profondo malessere sociale che non sa pensare a se stessa, mettendo, prima di tutto, sempre insieme le idee necessarie ad un Progetto di futuro dell’Italia concretamente basato sulle certezze che ho ritrovato attraverso il ruolo di sociologo analista nel patrimonio umano, territoriale e di risorse naturali, da sempre posseduto, ma inespresso e male utilizzato per sola colpa di una forte insipienza dell’Italia che conta e che ritiene, scavandosi la fossa, più utile gestire le sole mediocrità, per evitare fastidi e problemi che sono presenti soprattutto nel governo delle complessità umane.

 

 

                                                                                                           

 

Un pensiero su “Quale turismo?

I commenti sono chiusi.