Fisciano: Ateneo, incontri di discussione su temi Filosofia

Raffaele Ciccone

 “Portare la filosofia fuori dalle aule universitarie”: questo è lo spirito che permea l’iniziativa di alcuni studenti dell’Università di Salerno, che il prossimo 17 novembre inaugureranno una serie di incontri informali di discussione aperta sui grandi classici della filosofia. Un appuntamento settimanale con lo scopo di superare la logica delle lezioni tradizionali, dove la filosofia emana da un solo punto alle spalle di una cattedra e si sforza di raggiungere tutti gli angoli di una sala. Per una volta a settimana non ci saranno sale, né angoli; la discussione si animerà col contributo di tutti i presenti, in circolo, incentrandosi di volta in volta sull’analisi di testi selezionati tra quelli meno “inflazionati” dalla didattica, per evitare che grandi tesori della storia della filosofia vengano dimenticati solo perché esclusi dai programmi dei corsi. Per iniziare, il primo appuntamento del 17 novembre verterà sul pensiero di Nicolas Malebranche, scienziato e filosofo francese vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo.  L’iniziativa ha già avuto una fortunata prima edizione lo scorso anno, quando gli studenti di filosofia dell’Università hanno deciso per la prima volta di incontrarsi e dare forma al desiderio comune di approfondire temi, autori e opere in autonomia. L’evento inaugurale di certo espresse al meglio l’intento di condurre la filosofia fuori dalle aule, quando sui tetti del Dipartimento di Filosofia si lesse e si commentò la “Lettera sull’umanismo” del filosofo Martin Heidegger (vedi foto a lato); un esordio che richiamava gli albori della filosofia occidentale, quando nel mondo ellenico filosofia e scienza, allora indissolubili, progredivano all’aperto, sull’esempio fondamentale (ma non unico) della scuola peripatetica fondata da Aristotele. E se la filosofia è stata fin dalla sua nascita itinerante, mai immobile, sempre dinamica, e se continua a esserlo ancora oggi, alla ricerca del suo ruolo in un mondo che più che dinamico rischia di diventare culturalmente instabile, allora forse è il caso di richiamare le parole di un altro autore del XVIII secolo, l’illuminista tedesco Gotthold Ephraim Lessing: “Non la verità nel cui possesso un qualunque individuo è o ritiene di essere, bensì lo sforzo sincero ch’egli ha impiegato  per acquistarla costituisce il valore dell’uomo”. Appuntamento dunque al 17 novembre, per coloro che credono ancora di dover inseguire la verità, prima di convincersi di averla già posseduta.