Bari: Democrazia Cristiana, Direzionale Nazionale col segretario Sandri

Ha avuto luogo all’Hotel Excelsior Congressi di Bari, nella giornata di sabato 8 novembre 2014, la preannunciata riunione della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana (unitamente al Coordinamento regionale D.C. della Puglia) presieduta dal Segretario politico nazionale Angelo Sandri. L’incontro ha permesso alla Dirigenza nazionale della Democrazia Cristiana le iniziative da attuare nell’immediato futuro, anche in vista degli importanti appuntamenti elettorali che interesseranno il nostro Paese nella primavera del 2015 allorquando – come ormai noto – andranno al voto 7 regioni italiane per i rinnovi dei propri Consigli regionali e centinaia di Comuni, in occasione delle elezioni amministrative del 2015. Ricordiamo che le regioni italiane interessate al voto sono: Campania, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto. Anche per questo motivo la Democrazia Cristiana sta rafforzando notevolmente il proprio Dipartimento elettorale a livello nazionale, coordinato da Michele Battiloro (di Napoli) e che ora vede complessivamente la partecipazione di Roberto Andreasi (Rovigo), On. Mario De Benedittis (Roma), Salvatore Fanara (Palermo), Avv. Edgardo Gallo (Bari) e Michele Lodato Vampa (Milano). La Direzione ha ratificato all’unanimità il conferimento dei summenzionati incarichi. All’Avv. Edgardo Gallo è stata data espressa delega a seguire il Dipartimento degli Italiani all’estero, con il compito di intraprendere le opportune iniziative per il maggior coinvolgimento possibile di questo importante ambito di presenza politica. Per quanto attiene la linea politica da adottare in vista delle prossime elezioni regionali ed amministrative della primavera 2015 il Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana Angelo Sandri ha indicato una linea autonoma e centrista, che intende sottolineare la proposta alternativa del partito scudocrociato rispetto ad una situazione politica generale definita < disastrosa > e che vede pesanti responsabilità da parte di tutti i partiti che in questi vent’anni di seconda Repubblica hanno contribuito allo sfascio del nostro bel Paese. Da qui – ha rimarcato Angelo Sandri – la necessità che la Democrazia Cristiana si strutturi maggiormente e prosegua l’opera di rafforzamento del partito mantenendo una posizione politica distinta, privilegiando altresì gli aspetti programmatici con i quali intende sottoporsi al giudizio degli elettori. Viene privilegiata quindi la formazione di liste autonome del partito in vista delle prossime consultazioni elettorali, lasciando alle singole realtà regionali e territoriali della Democrazia Cristiana la formazione di autonome liste di candidati e l’individuazione di una propria eventuale autonoma candidatura a Governatore della Regione o di candidato Sindaco. In alternativa è pur sempre possibile  la scelta di alleanze, sulla base però di ben precisi accordi programmatici che tengano conto dei capisaldi basilari dell’azione politica ed amministrativa che la Democrazia Cristiana intende perseguire. Angelo Sandri ha quindi voluto brevemente richiamare gli elementi fondamentali dell’azione politica che la Democrazia Cristiana vuole perseguire, sulla base di una forte presenza del partito che trovi la sua ragion d’essere nei fondamentali della dottrina sociale cristiana e che sia la risposta più alta e convincente ai drammatici problemi posti dalla globalizzazione e dalla evidente attuale dominanza del capitalismo finanziario. E’ necessario dunque necessario – secondo Sandri – sviluppare una precisa riflessione su alcuni elementi irrinunciabili in questa opera di riorganizzazione e di rilancio della Democrazia Cristiana in Italia.
1) L’assunzione di una nuova politica euro-mediterranea in grado di far rispettare i patti sottoscritti a Maastricht e di denunciare quel regolamento nullo del 1997 che ci ha consegnato la realtà di una “falsa moneta” e di criteri di gestione delle politiche economiche in netto contrasto con le finalità della crescita indicati dal trattato di Maastricht, sino ad annullare lo stesso concetto di democrazia, così come da più parti denunciato connotando come un autentico “colpo di Stato” quanto accaduto dal varo del  regolamento 1466/97 in poi nelle politiche dell’UE e nelle loro derivate sulle politiche nazionali.

2) L’adozione di politiche economiche ispirate ai principi dell’economia civile, stadio più avanzato della stessa economia sociale di mercato che sta alla base della cultura prevalente tra i popolari europei cui vogliamo fare riferimento, anche se intendiamo batterci per riportare il PPE ai valori  essenziali dei padri fondatori Adenauer, De Gasperi e Schuman. Politiche economiche fondate sul primato della persona e dei corpi intermedi,  sui principi di sussidiarietà e solidarietà, sulla centralità del lavoro e sulla compartecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, secondo quei criteri già sperimentati nella luga e sempre più apprezzata stagione a guida democristiana.

 3) L’approvazione di una nuova legge elettorale che sappia garantire sia la governabilità che una rappresentanza reale delle culture e dei mondi vitali della società italiana, contro i tentativi maldestri di leggi maggioritarie truffa, capaci di assegnare la guida del Paese a componenti politiche rappresentative addirittura di meno di un terzo dell’elettorato italiano. Una legge elettorale che sappia garantire ai cittadini il diritto-dovere di scelta dei candidati e degli eletti, finendola con la stagione dei nominati e – come suolsi dire-  <dei cortigiani, nani e ballerine>.

 4) Una riforma costituzionale da compiersi attraverso l’elezione di un’Assemblea Costituente in grado di riscrivere la parte seconda della Costituzione della nostra Repubblica, riportando in equilibrio il sistema dei poteri oggi largamente vulnerato dallo strapotere di un potere giudiziario incontrollato e incontrollabile,  nella sua pur auspicata e legittima autonomia.

5) La riscrittura del sistema rappresentativo e istituzionale locale, ma che mantenga e difenda quell’impianto basato sul principio di autonomia locale di sturziana memoria che ha contribuito a far grande questa nostra nazione.
 
Su queste basi dunque ci si augura di potersi confrontare e raggiungere un accordo anche con altre componenti laiche e cattoliche che possano condividono questi principi considerati fondamentali. Non si tratterà dunque di un mero assemblaggio di sigle, ma della nascita di  un autentico blocco culturale, sociale, economico e politico interessato a stringere un <patto federativo> con la Democrazia Cristiana, l’unica forza politica veramente in grado di rappresentare una nuova speranza per l’Italia !

Un pensiero su “Bari: Democrazia Cristiana, Direzionale Nazionale col segretario Sandri

  1. In tutto l’articolo non si fa minimamente riferimento alla debacle catastrofica riportata dalla Libertas Democrazia Cristiana che pur sembrando un partito sotto mentite spoglie di fatto è quella Democrazia Cristiana facente capo ad Angelo Sandri e alla sua schiera di dilettanti allo sbaraglio.
    Perchè non si è affrontato un tema di così vitale importanza che ha portato un misero 0,07 che corrisponde alle elezioni a Reggio Calabria in numero di 68 voti favorevoli?
    I problemi di certe risultanze, benchè catastrofiche, non meritano un serio ed analitico discernimento affinchè si faccia in modo di non ripetere determinati errori?
    Per il resto tutto l’articolo si basa solo su una serie di elencazioni non spiegate che nella loro generalità danno con estrema evidenza l’impressione di chi brancola nel buio più completo e cerca di mistificare il nulla con parole che di fatto non sono propositive ne danno ‘idea di come oggettivamente si abbia idea di affrontare detti problemi.
    L’elettorato insomma, dopo la lettura dell’articolo, rimane ancor più confuso di prima e quanto mai disorientato, conscio solo che la politica della DC guidata da Sandri è solo fatta di parole e niente più.
    Per altro si fa riferimento ad un politica economica civile che di fatto è una politica basata sulla mutua assistenza, tanto retrò e poco innovativa che di fatto ripercorrendo i suoi trascorsi storici è stata la causa scatenante di un forte debito pubblico; quindi anche quì mi sembra, per quanto pindaricamente accennato, un passo del gambero e non certo una soluzione alla grave crisi in atto.
    Insomma il Sandri pensiero sembra tanto una sorta di parolaio che fa fulcro sul non capire e dire pur di affermare … ma cosa afferma? Nulla.

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