Cilento: Pasquale Esposito propone presepe innovativo per questo Natale

 Bianca Fasano

Non è nuovo alla cronaca dell’arte, Pasquale Esposito. Una persona che non ama parlare di sé, ma lo fanno per lui i suoi lavori: nato a Sorrento, vive oramai da anni a Casalvelino, nel Parco Nazionale del Cilento (SA) (dove esiste un importante parco archeologico: quello di Elea-Velia), ed ha portato con sé la sua passione per il presepe. E’ un  “presepista”, adattando il nome dell’artefice alla realizzazione dell’opera. Nelle sue ultime creazioni –presepe ha adottato una antica tecnica per una invenzione nuova: Il suo presepe è abitato di pastori particolar, moderni, quasi da gioco, che abitano una architettura unica, realizzata in legno e argilla (con pastori in resina da 4 cm), di 35x35x35 cm piacevolmente illuminato. Trattandosi di lavoro realizzato in materiale naturale, ogni opera è unica e l’artista crea presepi in  rapporto all’altezza dei pastori, variando sia gli uni che gli altri. Il signor Esposito è difatti abilissimo,artisticamente parlando, nel realizzare “in scala”, qualsiasi realtà che si possa immaginare presente in un presepe. Il termine presepe ci viene dal latino praesaepe, e non si riferisce alla capanna con Gesù, i genitori e gli animali, ma alla greppia,ossia alla mangiatoia: La parola è composta da: prae = innanzi e saepes = recinto, ovvero luogo che ha davanti un recinto.  Abbiamo già ricordato che il nostro artista è originario di Sorrento, laddove i presepi sono una tradizione, basti ricordare le varie edizioni (nel 2013 la quarta) di “Maestri in Mostra”, la rassegna d’arte dedicata al presepe napoletano promossa dalla Fondazione Sorrento, dove vengono annualmente esposte la migliore produzione dei Maestri noti per l’altissima qualità dei manufatti e la genialità delle ambientazioni. Nelle sale di villa Fiorentino, appunto, a Sorrento, “il nostro” è stato più volte premiato per la elaborazione  di “presepi artigianali” elaborati con precisione, fino nei minimi particolari, in ogni possibile elemento che la fantasia di un artista possa immaginare presente nell’ambito della scena “natività” o che faccia parte della credenza popolare. Nel luogo dove vive ha costruito un locale, in mezzo al verde, che gli funge da laboratorio”. Per chi si reca a trovarlo c’è la possibilità di scoprire tesori di perizia nati dalle sue mani e dalla sua fantasia ideatrice anche con i materiali più variegati ed una attrezzatura dalla più semplice alla più complessa, con cui crea qualsiasi oggetto sia somigliante ad elementi della natura che al cibo. Piccolissimi attrezzi identici a quelli in uso nei tempi passati per filare la lana, preparare il vino, cucinare pasti in cucine “antiche”, perfettamente complete in ogni particolare, carrettini colmi di frutta di ogni tipo, fontane elaborate, ogni tipo di formaggi possibili. In una parola il nostro Pasquale riesce a realizzare un mondo in miniatura, del tutto analogo all’originale, ma creato in una scala tale da potere essere ospitato nei presepi che l’artigianato della Campania inventa da generazioni in Campania. Pasquale trova i suoi materiali anche percorrendo le spiagge del Cilento e ai suoi occhi i legni dalle forme strane, i sassi, le cozze infinitesimali, assumono nella fantasia già il ruolo che dovranno avere ed inoltre modifica con la pittura e l’ispirazione manufatti già esistenti, quali tappi di detersivi o realizza ciò che occorre con il Das, il fimo, l’argilla, utilizzando stecche in legno o metallo, a punta o arrotondate, semicircolari o a punta sferica, con il profilo liscio o dentato  e “mirette” adatte a togliere porzioni di materiale con le estremità in filo di ferro robusto, solitamente ad arco, piatte o con sagome particolari. Lavora in silenzio, e  occupa ore producendo i suoi piccoli capolavori: I formaggi hanno toni di colore verosimili e le forme che imitano anche quelle di un tempo andato, tanto che sembrano originali. Riesce a comporre l’esatto punto di colore per le frutta più svariate, o i pesci dei mari e dei fiumi, colorando ogni cosa con la tempera mescolata ai collanti. E’ scrupoloso, preciso ed concentrato nello scrutare la realtà o nel rifare ambienti di una cultura del passato: gli aratri a mano, gli strumenti per la viticoltura, i torchi, le presse e gli arredi di cantina che oggi si ritrovano soltanto nei musei della cultura contadina, assieme ai boccali, le misure, le borracce, le fiasche e le coppe. Ritroviamo tra le sue creazioni  gli oggetti di uso nelle abitazioni campagnole e l’osservazione di ciò che vede sembra agire da incentivo per incrementare la sua creatività artistica in quanto il suo cervello è spinto a cercare accostamenti per definire il problema artistico che si è posto, servendosi dei mezzi disponibili piuttosto che comprarli già fatti. Oltre alle tecniche tramandate, ne escogita di nuove, per mettersi alla prova, così come ha fatto adesso con questi presepi decisamente personali e moderni che caratterizzano i suoi ultimi lavori. In una parola Pasquale Esposito ha creato nel Parco del Cilento un angolo d’arte che accoglie quanti amano vederlo al lavoro, per cui tanti lo raggiungono nella sua casa di Casalvelino scalo, restando in silenzio a guardare.