Che Italia!

Giuseppe Lembo

L’Italia è il Paese dei nominati eccellenti; sono tanti che godono di posti importanti, occupando poltrone che si rinnovano, in quanto hanno in sé il dono dell’assoluta intoccabilità. Nel nostro Paese è un problema di lobby; è, prima di tutto, un problema all’interno delle lobby che decidono le sorti dell’alta dirigenza, in quanto tecnocrati e boiardi di Stato assolutamente funzionali al buon funzionamento di parti di aziende e/o di organismi che, nel loro insieme, sono il sistema e rappresentano in sé quella parte dello Stato da affidare nelle mani di uomini di sola comprovata e meritata fiducia, indifferentemente dai meriti acquisiti. In virtù di questo requisito sempre valido in tutte le diverse stagioni politiche italiane, gli intoccabili d’Italia vengono sistematicamente confermati di triennio in triennio al loro posto, dalle ormai consolidate caratteristiche di assoluta inamovibilità nel ruolo di potenti del Paese, trattandosi di una poltrona divina e di esclusiva appartenenza, privilegio dei soli nominati eccellenti ossia di quelle figure di unti del Signore che, nel ruolo di tecnocrati e di boiardi di Stato sono in sé il vero potere italiano; sono parte di quel potere assoluto che può tutto; sono quegli eccellenti che possono automaticamente decidere di tutto e di tutti ed influenzare il corso del mondo politico, per il quale da “eccellenti” quali sono, rappresentano l’ossigeno di un sempre più limitato destino politico, dove hanno assolutamente grande capacità di manovra, essendo dei tecnocrati intoccabili che si conquistano i loro meriti, cammin facendo ed esclusivamente sul campo.

Sono talmente potenti da potere tutto e da non dover dar conto a nessuno; ma proprio a nessuno, di quello che fanno.

L’Italia con i suoi poteri forti, le sue lobby, i suoi tanti tecnocrati e boiardi di Stato inchiodati a vita nei posti sacri del potere costituito e consolidato, non è per niente un Paese normale; non è tanto meno, un Paese democratico e rispettoso dei diritti di merito nei posti importanti degli apparati di Stato, dai quali dipende gran parte della vita italiana; gran parte di tutte quelle scelte importanti che tutti insieme ci ritroviamo sul cammino della nostra quotidianità con un peso fortemente determinante se non del tutto monopolizzate, sia per le generali che per le individuali condizioni umane che interessano la quotidianità di tutti noi miseri mortali, figli di una Terra sempre più disumanamente burocratizzata negata alla normalità del vivere civile basata prima di tutto sul rispetto umano.

In Italia, così, proprio non si può continuare ad andare avanti; l’invasione di chi comanda, ha superato tutti i limiti della decenza e del possibile ed ha ormai sconfinato in quell’impossibile fortemente pericoloso quando il possibile umano viene inopportunamente violato, abusandone.

L’anomalia italiana è il frutto d’insieme di tante anomalie particolari; trattasi di un insieme fortemente radicato e consolidato nel tempo.

Basta! Bisogna assolutamente mettere ordine al disordine.

Che fare? Dare ed in fretta, un corso normale alle tante espressioni italiane in sé deviate, in quanto parte di quel frutto proibito di un potere che nel nostro Paese tutto può; il potere è sempre il potere e nessuno può intervenire a cambiarne il corso, modificandone i contenuti in corso d’opera.

Ma se è così, come lo è, quale democrazia è mai la nostra? Purtroppo, siamo in una condizione di non democrazia; una democrazia di sola facciata, in quanto nella sostanza il potere italiano è fortemente assorbente e nelle sole mani di quei pochi che per consolidata consuetudine, lo governano sgovernando e decidendo tutto secondo le proprie volontà, sempre più indifferenti per chi ha contribuito a quel mandato di rappresentanza che ciascun eletto dovrebbe esercitare soprattutto in nome del popolo sovrano, ma che invece in modo assolutistico lo esercita unicamente ed esclusivamente per proprio conto, come un vero e proprio re sole; come un potente che tutto può, essendo ormai la parte privilegiata dell’intoccabile ed assorbente potere italiano.

Che ne sarà dell’Italia? C’è da preoccuparsi; c’è da essere allarmati per come siamo messi male.

Il nostro Paese non ha più una politica di riferimento; non ha più nemmeno una classe operaia che dal presunto paradiso è ormai passata all’inferno terreno.

Una società la nostra che rifiuta tutto di tutto; in questo crescente vuoto italiano, ormai scomparsi i partiti, a contare non è più la politica.

Oggi gli scenari italiani hanno al centro una sola persona allevata nel mondo degli scout; in solitudine,  si è messa in testa di rivoltare l’Italia, come un calzino.

C’è da fidarsi di questo nuovo emergente Masaniello, fortemente convinto di poter cambiare l’Italia?

Il renzismo non è forse l’ultima spiaggia dopo quella tanto contrastata e combattuta deriva populistica ben conosciuta da un ventennio italiano con il nome di berlusconismo?

Siamo, tanto per cambiare, ancora una volta ad un uso abusato della democrazia italiana; un uso purtroppo deviato, con al centro una visione fortemente personalistica del proprio ruolo politico, in nome degli altri e nel solo rispetto delle regole che devono assolutamente rappresentare un concreto riferimento per tutti ed in tutte le situazioni.

Questa è la normalità di un Paese.

Quando le regole valgono per tutti, allora possiamo dire di vivere in un Paese normale; in un Paese in cui è dato di vivere condizioni di assoluta normalità alla gente comune che deve potersi riconoscere in chi la governa e deve avere le certezze democratiche che esistono le regole del buon governo rispettate da tutti.

Per l’Italia questo percorso ci porta alla Costituzione ed alle istituzioni che devono sapersi sempre riferire concretamente ad essa senza cedimenti e/o deviazioni.

Purtroppo siamo un Paese sempre più rassegnato ad un punto tale da non renderci conto che non siamo più un Paese normale.

Siamo un Pese in crisi; la gente non sa rispettarsi e tanto meno sa rispettare la Terra, la natura ed il paesaggio.

Un Paese dove la bellezza non è più un valore; dove non si riesce a capire l’importanza di quello che si ha come patrimonio culturale comune e tanto meno come beni-risorse provenienti dalla Terra, sempre più ammalata, in quanto idiotamente maltrattata dall’uomo che, con violenza, le provoca una grave e diffusa condizione di forte sofferenza antropica.

Al premier Renzi c’è da chiedere, prima di tutto, di restituire l’Italia alla normalità.

Basta con il populismo propagandistico! Basta con il gattopardismo!

L’Italia, il nostro grande Paese, ha bisogno d’altro; ha bisogno di avere una vita normale;una vita normale con il rispetto delle regole da parte di tutti; ha bisogno, in prima battuta che al suo interno, venga rispettata la democrazia ed il sacro rapporto elettori/eletti; un rapporto che nessuno può e deve dimenticarne la sacra esistenza.

Il nostro Paese ha bisogno di una vita normale sia al suo interno che all’esterno, dove non deve essere permesso a nessuno di calpestare la dignità italiana; tanto, con inopportuni atti di violente prevaricazioni a danno di un maltrattato consesso di diversità umane che, stando bene insieme, possono essere una ricchezza per tutti.

In Europa, caro Premier Renzi, con la dignità e l’orgoglio dell’appartenenza italiana, devi con forza pretendere il dovuto rispetto per l’Italia; a nessuno, facendole male, è dato maltrattarla; a nessuno è permesso di imporre un rigore assolutamente fuori luogo, con inopportune sofferenze umane che, dopo il 26 maggio, devono essere assolutamente cancellate.

Questo è il forte volere italiano per un vero insieme europeo dei popoli d’Europa che devono stare uniti per il bene di tutti; tanto, evitando gli egoismi dei più forti sui più deboli, compresi noi italiani, la parte Sud, la parte di quel Mediterraneo che è tanto ricca di civiltà ed è assolutamente tanto importante per il futuro dell’Europa e del mondo.

Questo, amico Premier Renzi, è il tuo ruolo europeo e nel mondo; un ruolo di orgoglio italiano, attivamente finalizzato ad avere tutto quel che l’Italia ha il diritto di avere partendo, prima di tutto, dalla sua indiscussa caratteristica di popolo sovrano, assolutamente non inferiore a nessuno.

All’interno il tuo ruolo italiano, pieno di rischi e di insidie deve necessariamente abbandonare il populismo del Masaniello di turno; continuando di questo passo, inevitabilmente, dietro l’angolo anche il mito del renzismo arriverà e presto al capolinea, dissolvendosi nel nulla con l’attuale politica italiana del niente.

La tua forza delle idee che si affollano quotidianamente l’una all’altra, deve basarsi molto sul confronto; deve saper costruire un modello di vita per l’Italia; deve ridare all’Italia quel modello che non ha, essendole stato sottratto da una politica padrona della scena ed attiva protagonista nel costruire i tanti mali d’Italia; mali dalle radici profonde per un profondo vuoto di cultura, per una violenta distanza da una generazione all’altra, per un potere indifferente alla gente, per un distacco crescente tra una generazione e l’altra, per l’incapacità di costruire il futuro, nel rispetto dell’uomo e della Terra sempre più ammalata di uomo.

E ancora e prioritariamente c’è da ridurre le distanze tra chi ha e chi non ha in tal senso, una prova provata è la dichiarata volontà sia di ridurre i privilegi, sia di introdurre quei diritti attivamente meritocratici che il nostro Paese non ha mai conosciuto, ma che sono l’anima di un Paese concretamente democratico.

È ancora; se veramente sei il nuovo dell’Italia che verrà, devi saper restituire a questo nostro Paese, in grave crisi, prima di tutto la speranza e la dignità.

Devi altresì, per quell’umanità follemente tradita dei giovani italiani disperatamente soli con se stessi, pensare al lavoro, un mondo purtroppo sempre più sconosciuto, sempre più negato; la mancanza di lavoro per milioni di italiani è un grave male che porta con sé disperazione e morte, negando, tra l’altro, il futuro dei nostri figli; delle nuove generazioni fortemente tradite dagli egoismi dei loro padri.

Caro Premier Renzi, il tuo futuro di leader italiano è legato e molto alla tua capacità di ascolto degli italiani; devi smetterla di fare azioni simpaticamente spontanee alla Gianburrasca.

Devi arricchirti anche delle idee, delle tante idee degli altri, costruendo insieme, quel laboratorio Italia che serve alla nuova politica di Matteo Renzi, Presidente del Consiglio italiano, ma che serve soprattutto e non poco all’Italia, affinché torni ad essere un Paese normale; un Paese grande tra i grandi; un Paese capace di amare la bellezza, l’arte, la cultura e di utilizzare i suoi tesori culturali e naturalistici (il petrolio italiano) per sviluppare l’Italia, riportandola alla normalità ed alla dignità perduta per colpa di quegli europei dalla memoria corta che non sanno apprezzare il nostro Paese e pensano sia opportuno e giusto maltrattarlo; considerarlo un Paese inferiore, un Paese che non serve a niente ed a nessuno ed ha di fronte a sé, il solo default, così come gli è stato organizzato dai potenti dell’economia e della finanza d’Europa, del tutto indifferenti all’Europa dei popoli d’Europa, un cammino d’insieme purtroppo negato.