Mercato San Severino: Romano contro soppressione sezione Tar

“Apprendiamo con estrema preoccupazione la notizia della soppressione della sezione staccata di Salerno del T.A.R. Campania. Si tratta di una forte penalizzazione per il territorio della Provincia di Salerno, per i cittadini, per le Amministrazioni locali e per tutti coloro che hanno necessità di rivolgersi al Giudice Amministrativo”. Così l’appello del Sindaco Giovanni Romano al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia, affinchè vogliano rimeditare la decisione assunta, prima della promulgazione del decreto legge sulla semplificazione. La Giunta Comunale, con delibera n.170 del 30 giugno 2014, ha demandato al Sindaco Giovanni Romano l’invio dell’appello al Presidente Renzi. “L’accorpamento al T.A.R. di Napoli” – ha scritto il Sindaco –“ sarebbe disastroso perché una grande fascia del territorio campano ne uscirebbe penalizzata, considerato che la sezione staccata di Salerno ha competenza territoriale anche per la provincia di Avellino. Sono prevedibili il sovraccarico ingestibile dei ricorsi e le difficoltà in termini di raggiungibilità e di mobilità urbana ed extraurbana per raggiungere Napoli”. Il primo cittadino, nel raccogliere le motivazioni contro la soppressione dell’organo giudiziario, ha evidenziato che:”Il T.A.R. di Salerno è tra i primissimi in Italia e, come si evince dalle tabelle ufficiali divulgate in occasione dell’anno giudiziario della G.A., è anche tra quelli più efficienti e produttivi, garantendo risposte in tempi celeri alle domande dei cittadini e, consentendo, di conseguenza alle amministrazioni di conoscere tempestivamente il quadro delle regole entro cui muoversi, riducendo la paralisi dei procedimenti amministrativi impugnati”. Giovanni Romano ha chiuso la sua lettera a Renzi rinnovando l’invito “ad un ripensamento della scelta operata che possa consentire l’accesso al “servizio giustizia” con l’attuale articolazione territoriale, nel rispetto anche della previsione di cui all’art.125 –secondo periodo della Costituzione”.