Giovedì 1 Maggio- Vangelo sec. Matteo 13: 54,58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.
Commento al Vangelo (Mt 13,54 – 58)
Il racconto dell’arrivo e dell’insegnamento di Gesù a Nazareth è seguito da diverse domande incredule dei nazaretani:essi chiedono da dove ha origine Gesù. La gente resta strabiliata dal Suo insegnamento e la prima reazione non è ancora ostile, ma indica già incomprensione nei suoi riguardi ed è venuta nella sinagoga più per studiare il concittadino che per ascoltare con fede la sua parola.
Siccome la sapienza si apprende a scuola o dagli scribi, ma ad essi non risultano questi requisiti in Gesù, la conseguenza è presto tratta: non può avere alcun diritto ad arrogarsi quell’autorità che gli viene riconosciuta per la sua parola e per i suoi gesti potenti.
I nomi dei quattro fratelli di Gesù,sono conservati nella tradizione perché hanno avuto un ruolo nella prima Chiesa di Gerusalemme, soprattutto Giacomo, noto come il “fratello del Signore “. La tradizione evangelica, riferita anche da Matteo, conosce il nome della madre di Giacomo e di suo fratello Giuseppe: Maria. Se questa Maria, moglie di Cleofà, è sorella di Maria, madre di Gesù, allora i due primi “fratelli” sono in realtà suoi cugini. Lo stesso si può ragionevolmente pensare anche degli altri due “fratelli” e “sorelle”.
Lo scandalo o crisi di rigetto dei giudei nei confronti di Gesù deriva dalla loro immagine trionfalistica dell’inviato di DIO. Il proverbio del v.57,citato da Gesù, diventa un annuncio del suo destino, che si colloca nella storia degli inviati di DIO rifiutati e sempre osteggiati.
Gesù non fece molti miracoli nella sua patria, a causa dell’incredulità dei suoi abitanti:il miracolo infatti è legato all’apertura e alla fiducia dell’uomo.
Gesù non compie miracoli per farsi pubblicità ed avere una folla di seguaci, ma per confermare l’esperienza della fede.
La ragione dello scandalo,l’impedimento a credere “ragionevolmente” in Gesù è data dalla condizione stessa di Gesù:dal fatto di essersi fatto uomo e dall’aver scelto un’esistenza umile e povera.