Roma: Tino Iannuzzi, studio fattibilità ripristino linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro

La problematica oggi all’esame, relativa alla linea Sicignano degli Albumi-Lagonegro, è stata già oggetto, come è noto, di diversi atti di sindacato ispettivo. In merito, Rete ferroviaria Italiana (RFI) ha evidenziato di aver provveduto a redigere lo studio di fattibilità con lo scopo di valutare la stima dei costi di ripristino dell’infrastruttura nell’ipotesi di riapertura della linea ferroviaria Sicignano-Lagonegro, chiusa all’esercizio ferroviario dal 1987, e dei successivi relativi costi di gestione. La linea ferroviaria, a singolo binario e non elettrificata, già prima della dismissione aveva delle restrizioni di esercizio con limitazioni di sagoma, di lunghezza e di peso dei convogli e, in alcuni punti, di velocità. Lo stato della linea evidenzia il livello di degrado derivante dal lungo periodo di abbandono. La sede ferroviaria è completamente ricoperta di vegetazione. Le caratteristiche del corpo ferroviario non rispondono alle attuali prescrizioni normative. L’armamento deve essere completamente sostituito. Gli impianti e gli apparati di stazione sono divelti e il loro stato di degrado non ne consente il recupero. Sono completamente assenti opere di regimentazione idraulica. I fabbricati viaggiatori sono per la quasi totalità in pessimo stato di conservazione e presentano dissesti statici evidenti. Le gallerie ferroviarie si presentano in condizioni statiche assai diverse: quelle del tratto iniziale sono in buono stato, mentre quelle del tratto compreso fra Montesano e Lagonegro presentano un’ampia serie di dissesti e cedimenti importanti, con perdita di sezione. Gli interventi consistono nell’adeguamento infrastrutturale, nonché nell’adeguamento delle nicchie secondo le nuove prescrizioni di RFI.  Nello studio di fattibilità è stata assunta a base l’ipotesi di ripristinare la linea con le caratteristiche di transitabilità esistenti nella fase del suo esercizio, ante 1987. Sono state inoltre prese a riferimento le seguenti ipotesi:
   1. ripristino della linea ferroviaria nel sedime attuale;
   2. eliminazione di tutti i passaggi a livello;
   3. modifica del sistema di segnalamento ferroviario, con l’introduzione del Sistema di Controllo Marcia Treno (SCMT);
   4. mantenimento di tutte e sole le stazioni e fermate previste nello studio di fattibilità;
   5. previsione della sola presenza di pensiline in corrispondenza delle stazioni e fermate. Infine, non sono comprese le opere esterne alla sede ferroviaria, in particolare la viabilità di accesso alle stazioni e relativi parcheggi. A seguito delle analisi condotte, la stima dei costi del possibile ripristino della linea esistente è di circa 370 milioni di euro. Inoltre a seguito della riapertura della linea gli oneri di manutenzione ordinaria annui sono stati stimati in circa 2 milioni di euro all’anno.Pag. 121 Inoltre, lo studio di fattibilità prende in esame anche i costi del servizio da parte dell’impresa ferroviaria, stimati in circa 11,4 milioni di euro all’anno (che dovrebbero essere così coperti: 9,6 milioni di euro all’anno corrisposti da parte della regione all’impresa ferroviaria attraverso la sottoscrizione di un Contratto di Servizio, comprensivi del corrispettivo per il pedaggio di accesso alla rete spettante a RFI, stimato pari a 1,4 milioni di euro all’anno; 1,8 milioni di euro all’anno quali introiti stimati dalla vendita dei biglietti). In definitiva, RFI non ha dunque ipotizzato un servizio su ferro dai tempi e dai costi convenienti.

Il sottosegretario Umberto DEL BASSO DE CARO risponde all’interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Tino IANNUZZI (PD), nel ringraziare il sottosegretario Del Basso De Caro, al quale augura buon lavoro, rileva che la questione oggetto di questo e dei precedenti e numerosi atti di sindacato ispettivo a propria firma è assai sentita nelle popolazioni e nei territori del Vallo di Diano e rientra nella problematica più generale del giusto e doveroso potenziamento del trasporto pubblico locale ferroviario. Giudica importante l’acquisizione dello studio di fattibilità, che si riserva di leggere approfonditamente in tutti i suoi contenuti ed in tutte le sue previsioni, dal momento che tale studio è stato solo brevemente sintetizzato dal sottosegretario. Nel prendere atto con favore che nello studio sono state valutate diverse ipotesi, osserva che il progetto di ripristino dell’intera tratta ferroviaria o anche di singoli segmenti delle medesima che si ritengano prioritari (quelli con maggiore bacino di utenza), dovrà vedere attivamente partecipi, oltre al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI, innanzitutto la regione Campania ed anche la Provincia di Salerno. Ritiene che vada adeguatamente approfondita la questione per verificare soluzioni realistiche e possibili, dal punto di vista delle risorse disponibili. Il ripristino di tale collegamento ferroviario è, tuttavia, necessario tenendo conto che anche il riordino degli uffici giudiziari territoriali – che ha visto la soppressione dell’ufficio giudiziario di Sala Consilina e il suo accorpamento con quello di Lagonegro, misura rispetto alla quale ha da sempre espresso la propria motivata contrarietà – comporta sicuramente Pag. 104l’esigenza di rafforzare i collegamenti ed il trasporto su ferro in quell’area, che potrebbero essere efficacemente realizzati proprio attraverso la riapertura ed il ripristino almeno di singoli segmenti della tratta Sicignano-Lagonegro. Al riguardo occorre considerare la questione anche in sede di attuazione del progetto (già finanziato) di adeguamento tecnologico e velocizzazione della linea ferroviaria lungo la direttrice Salerno-Battipaglia-Vallo della Lucania-Sapri, con la previsione di eventuali «bretelle» di collegamento con il Vallo di Diano. Il ripristino dell’intera tratta, come evidenziato dalla risposta del sottosegretario, comporta un onere assai rilevante, pari a circa 370 milioni di euro, stante il comprensibile stato di degrado dell’infrastruttura conseguente alla sospensione prolungata del servizio ferroviario fin dal 1987. Dichiara in conclusione che continuerà a seguire con lo stesso impegno la vicenda, per ricercare soluzioni utili e positive.

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