Pietrelcina: emigrazione sotto quale cielo?

Ieri sera, alle ore 18,00 presso il Centro Sociale “G.Forgione”, patrocinato dall’ Amministrazione comunale il convegno “I migranti tra le vie della speranza e i dolori dell’anima” tra grande successo di pubblico. In apertura i saluti istituzionali del vicesindaco Ennio Graziano e Salvatore Mazzone, poi gl’interventi di Vincenzo Mastronardi presidente Azione Cattolica Pietrelcina, Ettore Rossi Diocesi Benevento,  Antonio Corbisiero editore-giornalista,  Rita Occidente Lupo, direttore del nostro quotidiano e responsabile provinciale Cattolici in Movimento. Coordinato da Raffaele Iaria, Fondazione Migrantes, l’incontro ha registrato la presenza di Mons. Giancarlo Perego, Direttore Generale Fondazione Migrantes CEI. Uno spaccato culturale di grossa attenzione contemporanea, in un luogo che rimanda spiritualità e riflessione. Infatti, nel paesino beneventano, ancora viva la memoria dei giorni natali di San Pio, che proprio in tale realtà rurale, avvertì la chiamata alla sequela della Santità.  E suo padre, Grazio, visse sulla propria pelle la vita da emigrante, per racimolare il necessario per il sostentamento familiare. Che spinge tanti a lasciare il proprio Paese ai giorni nostri, in cerca di un’occupazione dignitosa: quello delle badanti, un fenomeno in espansione nella nostra era, per sopperire all’accudimento della casa o degli anziani soli. Ma anche per gl’immigrati, le condizioni devono essere paritetiche in tema di diritti occupazionali: deciso no al lavoro nero, alla svalutazione della fatica di chi nato sotto un altro cielo! Spesso pregiudizi rischiano di fermare la solidarietà da slanci generosi. Perchè molte volte, nelle maglie della giustizia italiana, coloro che delinquono, come i nostri connazionali. La vita dietro le sbarre, non facile: per il sovraffolamento italiano, per le condizioni non igienicamente all’altezza di fronteggiare la promiscua convivenza. Il nostro Paese deve fere i conti con una società multietnica, che vanta anche poeti e scrittori non autoctoni, che hanno comunque contribuito alla storia culturale contemporanea, come Pascal D’Angelo. Per tale motivo Papa Francesco ha avuto, fin dai primi istanti del suo pontificato, parole d’accoglienza nei confrontni dello straniero. Anche quando per la sua prima uscita pubblica, a Lampedusa, s’è ritrovato ad affrontare il delicato tema in un contesto che registra costanti flussi migratori. Perchè, l’immigrato, fugge da Paesi in guerra, da condizioni precarie. Ancora il mondo registra conflitti che spingono tanti al triste esodo di rifugiati politici. E, nello Stivale, in alcune regioni, tra i banchi scolastici un mosaico etnico, che insiste in molti campi. Se i matrimoni misti incrementati, anche le nascite da coppie straniere, anagraficamente rincarate. L’urgenza, anche nel rispetto della diversa religiosità, di fronteggiare i nuovi tempi, con politiche sociali e culturali, atte ad adeguarsi alla nuova realtà sociale che vive l’Italia, che dovrebbe annoverare anche un esponente politico immigrato, per tutelare la cospicua presenza straniera da rappresentare, per tutelare  diritti democratici per tutti! L’attenzione odierna ai singoli, evitando d’incedere nella generalizzazione o nei preconcetti, tenendo presente che tanti soffrono l’assenza dei propri genitori lontani, spesso vittime delle carrette del mare, senza mai poter approdare alla terra della salvezza!