In viaggio sull’Italicum

Angelo Cennamo

Archiviati il clamore e le polemiche per l’incontro al Nazareno tra Renzi e Berlusconi, l’italicum approda finalmente in parlamento per essere messo ai voti, dopo gli ultimi ritocchi e le limature algebriche su premi e sbarramenti. Superate le pregiudiziali di anticostituzionalità, è difficile ipotizzare agguati dell’ultim’ora tra i banchi di Montecitorio, nonostante le perplessità ovvie dei partiti minuscoli e i distinguo di chi specula sulle preferenze per mandare tutto all’aria. Resterà da capire, piuttosto, se l’imminente approvazione della legge elettorale stimolerà la voglia di elezioni ancora prima di aver avviato e portato a compimento la riforma del senato. Del resto è stato proprio Renzi a sostenere che le elezioni durante il semestre europeo non sarebbero un tabù. Come funzionerebbe, in tal caso, l’italicum? Come scatterebbe, cioè, il premio di maggioranza a palazzo Madama? Mah! Del sindaco di Firenze non si può certo dire che sia pigro, ma una cosa è approvare la legge elettorale, altro è varare una complicata riforma costituzionale ( in buona sostanza la stessa che fece Berlusconi nel 2005 e poi bocciata nel referendum confermativo) con la doppia lettura di camera e senato. Non sarà affatto una bazzecola, anche considerando le resistenze dei senatori che si troverebbero nella condizione di dover segare il ramo dove sono piacevolmente seduti. Anzi, aggrappati. Quel che è sicuro è che l’italicum sta già allarmando il Movimento 5 stelle, il quale, di fronte alla prospettiva di un bipolarismo netto, efficace e senza veti, rischia di rimanere ai margini di un’opposizione ancora più sterile di quella praticata fino ad ora. I grillini sono nel panico; occupano il parlamento, insultano gli avversari, chiedono l’impeachment di Napolitano ( ignorando che il capo dello Stato può essere processato solo per alto tradimento o attentato alla Costituzione), e giocano alla rivoluzione come quei liceali che bivaccano nell’aula magna durante le ore di sciopero. Chissà se rivedendo le immagini di questi giorni al tg, Bersani starà facendo mea culpa per quei due mesi persi appresso a Crimi, e conclusisi con quella penosa diretta in streaming ( la pagina più triste della storia recente, insieme al voto sulla nipote di Mubarak). Renzi e Berlusconi intanto se la godono; il primo per l’autorevolezza con la quale ha vinto le primarie e detta l’agenda al governo immobile, pardon: stabile. L’altro, per l’insperata risalita ( anche nei sondaggi) dopo l’ennesimo de profundis praticato dai suoi avversari e detrattori. Prove di terza Repubblica, tra serio e faceto.   

Un pensiero su “In viaggio sull’Italicum

  1. Non oso immaginare i grillini al governo: secondo me durerebbero 6 mesi, si riempirebbero di consulenti e alla fine crollerebbero sotto il peso dei media, delle contraddizioni e della loro incapacità.

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