Cava de’ Tirreni: Piano di zona S2 servizi sociali rallentati

Le rassicurazioni fornite a mezzo stampa  dall’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Cava, Lamberti, circa la regolare prosecuzione dei servizi sociali nei territori aderenti al Piano di Zona S2, non hanno ottenuto lo scopo di tranquillizzare gli operatori del Piano e le Organizzazioni Sindacali. Infatti molti dei servizi sociali erogati fino al 31 dicembre scorso stanno subendo forti rallentamenti mentre in alcuni casi sono stati addirittura sospesi. Oltretutto gli operatori attualmente in organico presso il Piano sono stati contrattualizzati per progetti che prevedono attività di tutoraggio, senza il rispetto delle qualifiche professionali, generando cosi un vero e proprio caos. Tra i servizi che invece dal 2 gennaio risultano fermi  c’è il Segretariato Sociale. Gli utenti  hanno praticamente perso le “antenne sociali”, punti di riferimento essenziali per le loro emergenze e per la continuità assistenziale individuale. Sono continue le proteste degli utenti che telefonicamente denunciano il totale abbandono da parte delle Istituzioni. E’ fermo il Centro Servizi per famiglia e minori, che offriva sostegno e consulenza alla genitorialità oltre ad occuparsi di adozioni nazionali e internazionali,  di affido familiare, di mediazione familiare e della tutela dei minori disagiati, in collaborazione con l’autorità Giudiziaria, quale il Tribunale per i Minorenni, la Procuraper i Minorenni e le Forze dell’Ordine. Sono ferme le attività del Servizio di Educativa familiare, il quale tutti i pomeriggi accoglieva minori disagiati, impegnandoli in percorsi ludico ricreativi e di recupero scolastico. E’ fermo il raccordo fondamentale con l’Asl nell’organizzazione delle UVI (Unità di valutazione integrata) finalizzato a dare risposte nella strutturazione degli incontri e che irrimediabilmente si ripercuote sui cittadini/utenti che attendono una risposta dalle istituzioni per la risoluzione dei loro problemi socio sanitari complessi. I servizi erogati attraverso l’impiego delle figure professionali quali Psicologi, Assistenti Sociali, Pedagogisti, Sociologi e Animatori professionali, sono pertanto sospesi e rischiano di essere esternalizzati.Insomma dal 1 gennaio 2014 un sistema consolidato e radicato sul territorio da circa 12 anni è stato smembrato, distrutto. E’ manifesta l’incapacità della politica locale che, dopo mesi di discussioni, coordinamenti istituzionali, presidi dei lavoratori, non è riuscita a trovare una soluzione positiva per il futuro del Piano di Zona. Il rimpallo di responsabilità che quotidianamente si verifica tra un’Amministrazione e l’altra è il segno tangibile di una mancata volontà di venire incontro alle esigenze dei cittadini e dei lavoratori che, come al solito, ne pagano direttamente le conseguenze. LAVORATORI che dopo anni di sacrifici e di impegno non sono più disposti a elemosinare un loro diritto; CITTADINI  che non sono più disposti a vedere giorno dopo giorno smantellare un sistema di tutele che uno Stato democratico ha il dovere di garantire.

NIdiL CGIL                                                                                UILTEMP

 Antonio Capezzuto                                                       Pierluigi Estero