Salerno: Confsal su SMA, lettera Regione

Con la presente intendiamo sottoporre agli organi in indirizzo una situazione assolutamente grottesca, ma che, se rapportata agli effetti che sta determinando sulle persone e sugli equilibri di bilancio della Regione e dell’azienda, non può che essere definita sconsiderata. Facciamo riferimento alla problematica della SMA Campania, cui abbiamo già accennato reiteratamente con nostre note precedenti, senza che ciò ridestasse il Presidente Caldoro e la Regione Campania dal disinteresse che ha sempre connotato il loro approccio alle questioni inerenti questa azienda. Uno degli aspetti che configura plasticamente tale disinteresse è il fatto che la predetta Amministrazione regionale si sia contraddistinta con alcune nomine di vertici aziendali che definirli opachi, traffichini e spreconi significa essere molto cauti, indulgenti e far ricorso a degli eufemismi. Le stesse nostre denunce, sempre precise e circostanziate, in merito al modello di gestione adoperato dai predetti personaggi, non hanno ricevuto alcuna considerazione da parte della Regione, se non un interessamento dell’On. Caputo, ai vertici della Commissione trasparenza del Consiglio regionale, e la evidente attenzione degli organi investigativi, appositamente da noi allertati, esplicitatasi con visite e acquisizioni documentali presso gli uffici aziendali. Sintomo, questo, di un’apatia che non viene scalfita neppure quando si tratta del peggioramento dei conti pubblici della stessa Regione Campania che è la conseguenza – avvertita pure dalle persone meno preparate nella tenuta contabile pubblica – di ogni dissesto in cui dovesse incorrere la SMA, in quanto azienda direttamente e interamente partecipata dall’ente summenzionato. Alla fine del 2013, nel tentativo – dal nostro punto di vista anche illegittimo – di ridurre il disavanzo aziendale, tutti i dipendenti hanno fruito della cassa integrazione in deroga. Una scelta, questa, più che altro mirata a coprire i buchi di bilancio provocati dalle risorse finanziarie dilapidate nella SMA dalla metà del 2012 alla metà del 2013. La sorpresa è stata, però, vedersi rinnovare, a gennaio, la richiesta di cassa integrazione in deroga per i prossimi sei mesi. In effetti anche questo tentativo ha la sola finalità di recuperare l’equilibrio economico – finanziario della SMA. Non ci risulta, a tal proposito, che gli ammortizzatori sociali, in special modo quelli pagati con il gettito fiscale di tutti i cittadini, come quelli in deroga, abbiano mai avuto il compito di sanare i disavanzi di esercizio delle aziende. Tanto più quando questo squilibrio di bilancio è il frutto solo di impegni disattesi da parte della Regione. In estrema sintesi, l’ente proprietario della SMA si era impegnato con delibere di Giunta e l’approvazione di un piano industriale a garantire all’azienda una serie di attività al servizio del territorio e dell’ambiente: servizi, questi, che non occorre particolare perspicacia per immaginare quanto siano attesi dai cittadini della Campania e quanto farebbero risparmiare in futuro alle casse pubbliche per fronteggiare le sistematiche emergenze – che purtroppo capitano con una frequenza tragica – determinate solo dalla superficialità e dal disinteresse rivolte a tutti quegli investimenti che non producono nell’immediato visibilità e consenso elettorale. In pratica la teoria imperante a livello istituzionale da molti anni è: meglio il rifacimento di un marciapiede, di un impianto di illuminazione piuttosto che di una fognatura o di una manutenzione del territorio, poiché le prime opere danno maggiore visibilità. Perciò il nostro territorio vive l’attuale situazione di dissesto, foriera sempre di tragedie umane, peraltro già drammaticamente vissute. Inoltre c’è da aggiungere che la Regione, acquisendo l’intero pacchetto azionario della SMA e rendendola una società in house, si è assunta l’impegno ad essere il suo unico committente, come prescrive la normativa in materia che vieta alle aziende così configurate di rivolgersi al mercato per arricchire le loro commesse.Quindi, siamo in una situazione assolutamente paradossale: la Regione decide di divenire socio unico della SMA; a fronte di ciò promette commesse e risorse adeguate; poi non rispetta gli impegni e retribuisce i lavoratori con le risorse pubbliche degli ammortizzatori sociali in deroga, senza farli lavorare; nel frattempo cresce il disavanzo di esercizio dell’azienda, poiché le entrate non sono più quelle poste a bilancio su garanzia del socio unico; quest’ultimo (sempre la Regione), conseguentemente, vede crescere il suo medesimo squilibrio economico – finanziario, rischiando di rispondere in solido di queste scelte folli dinanzi ad una Giustizia amministrativa che decidesse di guardare attentamente all’interno di situazioni tanto contorte quanto ingiustificabili. C’è da dire, inoltre, che la SMA, nell’intento di rafforzare le sue garanzie patrimoniali nei confronti del sistema bancario, di quello tributario e dei fornitori e di abbattere i suoi costi fissi relativi al fitto di unità immobiliari, ha proposto l’acquisizione di alcuni immobili della Regione. Questi stessi sono abbandonati, fatiscenti e non producono alcun reddito per la proprietà – né è previsto da parte di quest’ultima alcun piano di recupero – e potrebbero essere risistemati in economia dall’azienda. Appare, dunque, in tutta la sua evidenza una proposta naturale, logica e produttiva. Il fatto più eclatante e bizzarro è che anche la Regione ha condiviso la proposta e ha garantito la sua attivazione immediata per il passaggio predetto in favore della SMA. Chiaramente, dopo la dichiarazione di intenti, non si riesce a fare un passo avanti nella direzione concordata. Ebbene, raccontando queste storie – che potremmo definire esilaranti se non riguardassero le risorse pubbliche e i bisogni sociali e civili dei cittadini e del territorio campano – viene in mente che siamo di fronte ad atteggiamenti che rasentano la paranoia. Tuttavia, pur essendo chiara a tutti la descritta situazione, nessuno fa niente di concreto. Non si muove né chi sta al governo della Regione né protesta energicamente chi ne rappresenta l’opposizione.Tale atteggiamento è frutto della teoria politica più cinica esistente: lascia stare, le cose le sistema il tempo, nel bene e nel male. Noi, invece, pensiamo che i lavoratori non possano più attendere lo scorrere del tempo, ancorché esso è un fattore che storicamente ha operato contro le forze più deboli ed esposte. Noi pensiamo che solo una mobilitazione forte – il cui stato è implicitamente proclamato con la presente – che termini solo con la definizione logica e positiva della vertenza, sia in grado di salvaguardare il lavoro e gli interessi dei cittadini campani e, contemporaneamente, di evitare altri sprechi di denaro pubblico per agnosticismo, inerzia, incuria, superficialità e irresponsabilità nei confronti degli stessi elettori che hanno votato per essere governati e non per vedersi abbandonati alla solitudine e alla sofferenza. Nell’auspicare che questo ulteriore stimolo produca scosse capaci di rialimentare la coscienza e la ragione, politiche ed istituzionali, e dall’altra parte il controllo rigoroso della legittimità degli atti descritti in questa nostra, restiamo in fiduciosa attesa e porgiamo distinti saluti.

I delegati aziendali                                                                           p. la segreteria regionale

Fausto Morrone                                                                                      Agostino Arguto

Roberto Iavarone

Giuseppe Peccia

Alfonso Sollazzo

Pierbruno Tramontano