Roccadaspide: AIFA plaude progetto pilota Ospedale

 

Il progetto pilota, denominato “CardioPain in Roccadaspide”, ha preso il via lo scorso 29 settembre e ha coinvolto le unità operative di Cardiologia, Chirurgia, Lungodegenza Riabilitativa, Medicina e Ortopedia. Dall’iniziativa del piccolo presidio ospedaliero del Salernitano, sta nascendo un progetto d’importanza nazionale, tant’è che l’agenzia del farmaco (AIFA) ha applaudito all’iniziativa emettendo un apposito comunicato, indicando come ottimo progetto utile a garantire  un uso sempre più corretto e adeguato dei medicinali. L’iniziativa che sta mettendo in atto l’Ospedale di Roccadaspide tratta di un esplicito ammonimento circa l’uso di FANS e di inibitori selettivi della COX-2 inserito sulla scheda di dimissione ospedaliera (SDO) dei pazienti cardiopatici, nel momento in cui, lasciando l’ospedale, tornano in carico al medico di famiglia. Un “warning” con il quale l’ospedale di Roccadaspide, nel salernitano, punta a ridurre l’uso improprio di antinfiammatori da parte dei pazienti più esposti agli effetti avversi di questo tipo di farmaci, come stabilito dalla nota 66 dell’Aifa. Un’iniziativa pionieristica che fa di Roccadaspide il primo nosocomio italiano a dare concreta attuazione alla nota Aifa 66. Valutati ed esaminati i risultati ottenuti in questo territorio pilota, l’intento sarà poi quello di estendere ‘CardioPain’ ad aree più vaste del Paese”. L’obiettivo di “CardioPain” Ottenere una riduzione di prescrizioni improprie di FANS e COXIB nei pazienti cardiopatici con dolore e, di riflesso, nella popolazione generale.  Parallelamente alle indicazioni introdotte, condurremo uno studio articolato in due fasi, volto a rilevare l’efficacia del progetto. La prima fase verificherà gli attuali livelli di consumo di FANS e COXIB nell’area afferente all’ ospedale Salernitano. La seconda misurerà la riduzione ottenuta nell’impiego di questi farmaci a 6 mesi dall’avvio dell’iniziativa. L’auspicio è di arrivare a -50% nei cardiopatici e -30% nella popolazione generale. La scelta di questo territorio è collegata proprio alla possibilità di operare in un contesto sufficientemente circoscritto per controllare agevolmente i protocolli terapeutici e valutarne i risultati”.