Battipaglia: CivicaMente, inquinanti e neoplasie-analizzare dati scientifici per risalire e combattere cause

Il documento che l’Associazione “CivicaMente” ha di seguito elaborato, ha l’ardore di correlare le rilevazioni ambientali riguardo alcuni tra i principali e riconosciuti inquinanti atmosferici e i dati ottenuti dal registro tumori della provincia di Salerno. Si ricordache nessun tipo di statistica può correlare al 100% tali dati, ma che è nostro dovere, nel ruolo di cittadini, ridurre al minimo quelli che sono i fattori di rischio che sicuramente aggravano la situazione. Necessario è sensibilizzare la cittadinanza, non allarmarla.

Le Rilevazioni Arpac sono state effettuate a cavallo tra il 09/11/2010 e il 08/02/2011, in 4 zone: Piazza Aldo Moro, Via Serroni, Loc. Taverna e Loc. Belvedere. Sifocalizzano sull’inquinamento ambientale atmosferico, ascrivibile in gran parte a sorgenti antropiche e solo in minima parte a sorgenti naturali. I principali inquinanti sono gli idrocarburi aromatici policiclici(IPA) tra cui il benzo(a)pirene, e il benzene. Entrambi considerati dall’IARC tra i cancerogeni di classe di rischio 1(massima) entrambi ben correlabili ad attività umane e successivamente a ripercussioni oncologiche.

Il primo è prodotto non solo dai motori diesel, ma anche da motori alimentati da combustibili pesanti(es. carbone) e dal fumo di sigaretta. Nelle sue forme ossidate dal metabolismo epatico organico, agisce da chelante del DNA interferendo con i meccanismi di replicazione. Il secondo è stato in passato correlato facilmente ad affezioni ematologiche(anemia aplastica), oncologiche (leucemie e linfomi), e non solo. La sua cancerogenicità è legata al suo comportamento da agente intercalante il DNA. Il suo utilizzo è aumentato in funzione dell’esclusione del piombo dai carburanti come antidetonante.

Altro rilievo, più generico, è quello del particolato aereo disperso(indicato anche come PM10, che sta per materia particolata di diametro uguale o inferiore a 10 micrometri) in cui si trovano gli stessi IPA i quali, in quanto di piccole dimensioni, penetrano sino alle porzioni più distali del polmone. Ricordando le sue potenzialità di induzione tumorale, non deve quindi colpire che si correli abbastanza bene con tumori del parenchima polmonare, ma anche con malattie infiammatorie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva; patologie quindi dalla prevalenza troppo alta.

Le analisi rivelano dati confortanti per alcuni inquinanti: Ferro, Cadmio, Cromo, Nichel e Piombo.

Lo stesso non si può dire lo stesso per ilbenzo(a)pirene e per il più ampio particolato. Dai grafici di seguito, elaborati dall’ARPAC, è evidente come il livello di entrambi superi il limite consentito(rappresentato dalla linea rossa trasversale) in più di una occasione e in più di una stazione di rilevamento.

La stessa ARPAC invita ad un monitoraggio annuale più completo, ma è evidente che superare del doppio i valori consentiti non rientri in una situazione definibile come normale.

La riflessione verte ora sull’altra faccia della medaglia: l’incidenza di neoplasie maligne nel nostro territorio.

Prima però di scadere in un banale allarmismo bisogna fare alcune semplici premesse per rendere il discorso chiaro ai più.

Il tumore è il male del secolo, ma poco note o almeno non del tutto indagate son sicuramente le cause. E’ ben noto come non esista una singola causa per un singolo quadro morboso, bensì una pletora di concause che sfociano poi nella malattia, e tra queste abbiamo sicuramente la predisposizione genetica individuale su cui al giorno d’oggi è impossibile intervenire. Sarebbe sciocco quindi attribuire un presunto picco di incidenza tumorale esclusivamente all’inquinamento ambientale.

Da quantoche è stato illustrato sopra parlando dei singoli inquinanti,si evince che i tipi di tumori maggiormente connessi con tale problematica sono: le neoplasie polmonari in toto, le neoplasie “liquide” ovvero le leucemie e linfomi, i tumori cutanei. Per semplicità e per assenza di altre evidenti correlazioni l’indagine si sofferma solo su alcuni di questi, cercando di escludere i meno “studiabili”, non perché di minor importanza, ma esclusivamente perché la correlazione sarebbe ancor più forzata del dovuto essendoci molteplici fattori di rischio.

Si escludono quindi in primis i tumori della cute, troppo frequenti, spesso non diagnosticati e troppo correlabili all’esposizione ai raggi ultravioletti del sole. Un picco si potrebbe più correlare ad una irrazionale esposizione solare estiva che ad altri fattori.

Altra esclusione dovuta è quella concernente i tumori pleurici del polmone, in particolare la forma maligna, il famigerato mesotelioma. Ciò è dovuto alla maggior correlazione del tumore con la distribuzione sul territorio di amianto sui tetti, nelle sue varie e molteplici forme.

E’ doveroso anticipare come tutti gli eventi morbosi sopra citati si correlino anche a stili di vita sbagliati come il fumo, errore che neanche la più virtuosa delle amministrazioni potrebbe correggere. I dati utilizzati sono facilmente reperibili interrogando il Registro Tumori, il quale oltre a conferirci il numero crudo d’incidenza dal 1998 al 2009 e il semplice dato demografico di quanti abitanti abbia la nostra cittadina, ha diviso i dati fra uomini e donne e normalizzato tutti i numeri su quelle che sono le caratteristiche medie della popolazione europea(sicuramente tra i parametri di normalizzazione figura l’età media). Questo tipo di elaborazione ha il compito di epurare il numero da numerosi errori, non di rilevazione, bensì intrinseci alla nostra popolazione che mediamente differisce rispetto a quella di qualsiasi altra regione.

Standardizzando rispetto ad alcune caratteristiche si può quindi confrontare la nostra incidenza con quella di altre regioni e con quella Italiana media. Con INCIDENZA si indicano i nuovi casi comparsi  nell’arco di tempo considerato; fortunatamente il registro ci fornisce non solo l’incidenza ma anche la MORTALITA’.

L’INCIDENZA dipende dalle CAUSE e dalla capacità del personale Medico di diagnosticare.

La MORTALITA’ dipende invece dalla morbidità(aggressività della malattia) e dalla capacità del personale Medico di curare.

Dai grafici si nota con grande rammarico come Battipaglia superi per Mortalità totale tumorale maschile la media italiana quando addirittura abbiamo una incidenza maschile più bassa. Tutto ciò non è dovuto alla morbidità che si distribuisce casualmente: lasciamo a voi l’ovvia deduzione.

Riguardo l’incidenza maschile si notano picchi (rispetto alla media nazionale)non solo sul tumore del polmone, ma anche a carico della vescica, entrambi altamente correlabili anche con la pessima abitudine al fumo di sigaretta.

Dato confortante è la frequenza delle leucemie, sostanzialmente bassa se non fosse per un aumento anomalo di quelle mieloidi per le quali superiamo con stacco la media nazionale.

Colpiscono i picchi che riguardano il tumore testicolare e quello a carico dell’encefalo. Tracciarne una strettissima correlazione con qualsiasi inquinante ambientale sarebbe un passo avventato, bensì per il tumore del testicolo esiste una correlazione documentata con l’esposizione in fase uterina a pesticidi(e non solo).

Rimane comunque il dubbio, fondato, che qualcosa che non quadri ci sia; e quel qualcosa è da ricercare nella qualità del nostro territorio e nei dati che gli organismi di vigilanza offrono.

Per quanto concerne l’incidenza femminile il discorso si fa differente per una maggior predisposizione ad alcune neoplasie intrinseca alla loro natura, e per la presenza di organi differenti. Per quanto concerne questi ultimi(mammella, utero, cervice, ovaio), i dati non sono allarmanti, rimaniamo in prossimità della media. Lo diventano invece se ci si sofferma su altre neoplasie come per esempio la leucemie linfoide(mentre la mieloide rimane al di sotto della media, notare la grande differenza rispetto agli uomini), o ancora quelle del fegato e delle vie biliari, dove le donne del Sud Italia hanno in toto una incidenza altamente superiore rispetto alla media nazionale. Non è necessaria un’alta formazione tecnica per capire che questo dato è inficiato parzialmente dall’alta frequenza di virus epatitici B e C(quelli in esame si trasmettono principalmente attraverso sangue e liquido seminale, non col cibo come avviene per altri virus epatotrofici) ma rimane il dubbio che ci siano altri fattori che determinino tale impennata. Il fegato sostanzialmente detossifica, in collaborazione con il rene, il sangue da “quello che non va”. E’ evidente che ciò entra nel nostro corpo attraverso quello che mangiamo e quello che respiriamo.

I dati in possesso sicuramente non sono calzati perfettamente per porre una adeguata correlazione tra i suddetti tumori e le varie possibili cause ambientali.Questi dati infatti non sono stati elaborati in funzione di tale scopo- afferma Vincenzo Cozza, membro di CivicaMente e laurendo in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Salerno- ma si può affermare con buona dose di sicurezza che non possa essere il solo caso, o concomitanti altri fattori (genetica etc.) a definire le differenze epidemiologiche fra Battipaglia e le varie aree con cui il confronto è stato posto. Rimane però lo sconforto per come, sino ad ora, si sia trattato l’argomento in maniera troppo superficiale, senza numeri oggettivi peraltro già presenti da tempo.

Si augura l’istituzione definitivadell’Osservatorio comunale Ambiente e Legalità per favorire concretamente un confronto scientifico, costruttivo e produttivo con chiunque voglia collaborare.