Salerno: Gambardella e Parisi su tagli sanitari

Antonio Gambardella, coordinatore regionale ASPAT su tagli sanitari dichiara:  “Non pensavamo davvero di arrivare al punto di programmare una data di chiusura delle nostre strutture. E’ il fallimento della sistema regionale di cura ed assistenza alle persone di fascia debole. Non avevamo bisogno di un grande economista come Morlacco per operare dei tagli lineari ed indiscriminati.  I tagli vanno operati con i criteri di appropriatezza, dopo aver operato corretti monitoraggi sul fabbisogno di salute dei cittadini. Cosa succederà ora? I nostri assistiti chiederanno al Direttore Generale, con un apposito modello che abbiamo predisposto, di essere assistiti nelle inesistenti strutture pubbliche di riabilitazione. Non possiamo fare altro. Poi ci sarà un problema occupazionale ma non è un nostro compito tutelare i lavoratori anche se perderemo il vero capitale sociale delle nostre aziende che è rappresentato dalle migliaia operatori sanitari formati con criteri di eccellenza.   Martedì prossimo siamo stati convocati  in audizione dalle  Commissioni regionali congiunte di  bilancio, sanità e politiche sociali. Finalmente i politici regionali si sono accorti del problema. Spero solo non sia troppo tardi”. “E’ davvero un momento amaro- aggiunge Salvatore Parisi, presidente Anffas- quello che stiamo vivendo. Qui non si tratta di negare una pretazione ma di negare il diritto alla salute dei cittadini e, in questo caso, di quelli più deboli. Senza contare le gravi ricadute occupazionali e lo smarrimento dei familiari che considerano i nostri centri una sorta di seconda casa, una risposta seria e affidabile a quelle istanze che la sanità pubblica non riesce a far proprie. La politica non solo è rimasta sorda ai nostri appelli ma ha applicato provvedimenti che hanno definitivamente messo in ginocchio una situazione già precaria e delicata. E’ davvero inaudito tutto ciò. Auspico che l’incontro di martedì possa invertire questa rotta. Diversamente la nostra regione subirebbe la più grande sconfitta sociale di tutti i tempi”.