La dittatura delle minoranze

Angelo Cennamo

La legge sull’omofobia, in discussione in questi giorni in parlamento, è l’ultima frontiera dell’egualitarismo civico che il retaggio sessantottino prima e il neopuritanesimo dei Palasharp poi hanno infuso alla sinistra più movimentista di Pd, Sel e Movimento 5 Stelle. Lo scopo della legge dibattuta è quello di estendere la normativa sulle discriminazioni razziali, etniche e religiose ( introdotta nel 1993 dall’allora ministro degli Interni, Nicola Mancino) anche alla causa dei gay. La parola “omofobia”, nel suo significaro etimologico, vuole dire : paura, avversione per gli omosessuali. Come si può immaginare, è un tema che in un paese cattolico e meridionale come il nostro ha trovato spazio e riconoscimento con margini di ritardo rispetto alle latitudini più laiche e progressiste dei paesi scandinavi e del mondo anglossassone. Ma col tempo molto si è fatto, tanto che essere omosessuale oggi , in Italia, tranne probabilmente in certe aree del profondo sud, dove il machismo è considerato ancora motivo di vanto, non è più, per fortuna, l’handicap che costringeva all’emarginazione forzata e alla discriminazione feroce ( in famiglia come a scuola) migliaia di ragazzi e ragazze. Grazie anche alla testimonianza e l’outing di molti personaggi dello spettacolo, l’orientamento “omo” per certi versi è divenuto oggi addirittura più chic e più fashion di quello etero. Non sono pochi infatti i giovanotti che per le strade di Roma, di Milano o Napoli, ostentano ( invogliati anche dalle pubblicità più provocanti ) la loro tendenza, infischiandosene ( ecco il mondo capovolto) dell’imbarazzo altrui. Va da sè che spingere, accelerare questo processo di naturale emancipazione con una norma di diritto penale  per sanzionare chi usa violenza o esprime una semplice opinione sull’universo gay, può rappresentare un non senso che rischia di produrre l’effetto contrario. Perchè mai picchiare un omosessuale dovrebbe risultare più grave dello stesso atto compiuto ai danni di un etero? Che c’entra, ti rispondono, l’aggravante scatterebbe solo se il reato si compisse per motivi di orientamento sessuale. Già, come se fosse facile distinguere le ragioni reali dalle speculazioni del caso. Senza contare poi le conseguenze che deriverebbero alla libertà di opinione, la quale ne uscirebbe soffocata dal conformismo giuridico di chi vorrà vietare qualunque forma di dissenso su argomenti del tipo : matrimoni o adozioni di coppie gay. Sarebbe francamente troppo, inaccettabile. Non è cosi che si combatte l’omofobia, non è con il recinto della giurisprudenza di favore che si argina la violenza e la stupidità umana. La discriminazione, qualunque essa sia, si contrasta con i libri, e la parità dei diritti non ammette legislazioni diversificate.  

 

 

7 pensieri su “La dittatura delle minoranze

  1. Beh, la giurisprudenza dovrà pur servire a qualcosa, no? Se la gente è maleducata, magari con un po’ di giurisprudenza si ravvede!

  2. l’amico putin, quello del lettone, ha avuto modo, a suo modo, di esprimere la sua vicinanza al nostro piccolo falotico attizzato e ngrifato sostenendo che se, il piccolo e vecchio arzillo lombardo, fosse stato ghei non sarebbe stato condannato. vedi questo è il tipico atteggiamento omofobo che andrebbe condannato. è un esempio. vedi, secondo me, anche questo piccolo dibattito “meridionale” è un modo per piantare la propria bandiera ideologica ma come dice papa francesco “chi sono io per giudicare?” per il resto secondo me, e la penso come popper, si impara per tentativi e quindi memorizzando gli errori. perciò si potrebbe fare riferimento e andare a vedere quello che sta succedendo in quei paesi, di orientamento progressista e conservatore, dove le norme “diritti” che ti fanno paura sono riconosciuti da anni. a quanto pare in quei posti non sta venendo la fine del mondo. anzi.

  3. popper una legge cosi illiberale e bigotta non l’avrebbe mai avallata. Fossi gay, mi sentirei offeso da una legge che mi rinchiude in un’area protetta ( come si fa con i panda).

  4. Nel senso di liberticida e discriminatoria al contrario. Offendere una persona, a prescindere dal suo orientamento sessuale, è già reato. Inserire nell’ordinamento delle aggravanti perchè i gay si ritengono soggetti deboli non ha senso. Sono deboli anche gli anziani e i ragazzi down, ma non per questo esiste una legge sull’anzianofobia.

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