Fisciano: a proposito del successore di Pasquino

Ricerca, finanziamenti, maggiore osmosi tra studenti, docenti e personale tecnico amministrativo, internazionalizzazione, rapporto con il territorio, progressioni di carriera per  gli amministrativi, concorsi per i docenti: sono elementi comuni nei  programmi dei sette candidati alla carica di rettore dell’Ateneo di Salerno.  Tra i “magnifici sette” (Mario Capunzo,  Annibale Elia,  Alfredo Lambiase,  Enzo Maria Marenghi,  Antonio Piccolo,  Aurelio Tommasetti, Maria Transirico) uscirà il successore di Pasquino, rettore dell’ateneo salernitano dal novembre 2001.

I sette dovranno  affrontare una buona dose di novità: per la prima volta parteciperanno alle elezioni anche il personale tecnico-amministrativo, con voto ponderato pari al 15%, e i rappresentanti degli studenti eletti nei consigli didattici. E non finisce qui: questa volta infatti il rettore avrà un mandato unico di sei anni, entrerà in carica il 1° novembre 2013 e resterà in carica fino al 21 ottobre 2019. Non potrà più essere rieletto. Chi vincerà avrà un impegno estremamente difficile, per due motivi.

Il primo riguarda il momento  economico e finanziario delicato che, ovviamente,  riguarda tutta l’università italiana. Il contesto in cui ci si muove è ben diverso rispetto agli ultimi decenni tanto che  chi non si adegua rischia di perdere la sua utilità e la sua stessa esistenza. Nell’assemblea di presentazione dei candidati si è gridato, a gran voce, che l’università non è un liceo.  Anche se la frammentazione degli atenei sui territori ha prodotto una sorta di licealizzazione degli stessi. Una organizzazione sul territorio che non è più sostenibile e che obbliga l’intero sistema universitario a lavorare per il cambiamento. Il secondo aspetto riguarda l’eredità Pasquino. Un  lungo periodo caratterizzato da un incremento esponenziale del numero di studenti e da un sostanziale avanzamento nel campo didattico, scientifico e edilizio. Il nuovo rettore avrà sullo sfondo l’operato del rettore uscente: residenze universitarie, biblioteca a scaffale aperto, asilo nido, facoltà di medicina, nuova biblioteca scientifica. Cosa mi aspetto dal nuovo rettore? dovrà essere in grado di farsi interprete del mutamento, dovrà avere inoltre ampia capacità di progettazione, dovrà privilegiare il merito, dovrà dare una scrollata alla farraginosa macchina amministrativa individuando aree e uffici  capaci di mettere in comunicazione il Campus con l’esterno: area stampa, area promozione di ateneo, area internazionalizzazione. Questo significa mettere mano alla riorganizzazione dell’ufficio stampa tenendo presente le indicazioni della legge 150/2000. Questo significa dare dignità ad un lavoro e ad un ruolo, quello dei giornalisti di uffici stampa, che è l’asse portante in grado di collegare il mondo della cultura con il territorio; questo significa liberare l’attività degli addetti stampa da lacci e laccioli burocratici che mal si confanno con il tipo di professione. La nostra università dovrà ritagliarsi un ruolo preciso e capitalizzare tutto il buono che è stato fatto finora dal rettore Pasquino su più fronti. Detto in altre parole, il nuovo rettore dovrà concentrare su quello che sa fare meglio, scegliere. E tra le scelte non va trascurato il rapporto con il territorio, un vero valore aggiunto per la comunità universitaria (studenti, docenti, personale tecnico amministrativo: nessuno escluso). C’è un candidato che incarna tutte queste aspettative?

Coordinamento Nazionale degli Uffici Stampa Università e Enti di Ricerca- Portavoce nazionale: dott. Vincenzo Raimondo Greco