A te che leggi entro mezzanotte…”Amore che vieni, amore che vai”

Giuliana Rocci

Ancora lì, su quella piazza… senza lui. Il suo mondo, nel fondo di quei fotogrammi  senza andata. Ritorno in un tempo: ore  tinte di colori, al solo incrociarsi. Alle spalle, nessun rimorso, tra tanti rimpianti: De Andrè! Un pomeriggio al bar, a sussurrarle tale frase, ignaro del sapore di una vendetta, da consumare in campo. Cuore tradito da sogni! Verniciati dalle emozioni! Sguardi succubi, apologetici intenti. Sbriciolata un’altra fetta di realtà: senza il dolce sacrificale, solo l’amara solitudine.  Ancora una volta accomunata a lui, oblato ad un consenso ingiusto! Assensi, ormai non ricercati. Un tempo,  anelati ad ogni costo: pasto quotidiano, illusa, al viver felice. Poi, amara certezza l’egoistico tornaconto. Arroganza del proprio, a scapito dell’altrui! Lui,  ai suoi occhi, diverso! Alone da Robin Hood, senza più frecce da poter incoccare. Deragliate da mira non più accorta: miope, senza lei! Incapace tiratore: persa anche lei, nella foga supremaziale. “Quei giorni perduti a rincorrere il vento, a chiederci un bacio e volerne altri cento, un giorno qualunque li ricorderai, amore che fuggi da me tornerai, un giorno qualunque ti ricorderai.” L’avrebbe ricordata in quella brezza che solleticava le prime gocce di pioggia benefica, n’era certa. La sua battaglia, non  giunger alla guerra con la vita. Forse De Andrè, nelle sue ore di solitudine, gli faceva capire che quell’amore, gli avrebbe sempre riproposto rimpianti, per non averlo vissuto!