I costi…della cultura!

di Rita Occidente Lupo

Topi di biblioteca, out! Almeno in quelle realtà periferiche, che vivono all’ombra del pragmatismo più che del sofismo. La lettura, nel nostro Paese, da un bel pezzo ci ha rinunciato a detenere la leadership della cultura, passando la mano anche per l’informazione, alla tecnologia più avanzata. Di qui, il piccolo schermo prima, internet oggi, una corsa anche contro il tempo, a volte, per conoscere in tempo reale l’immediato. E per approfondire anche il passato. Un tempo, lo spirito della ricerca, assetava tra scaffali impolverati di santuari dei tomi: oggi, le stesse biblioteche, deserte dalla silenziosa utenza. Nei giorni scorsi, la grossa crisi che ha investito anche la Grecia, con sensibili ripercussioni anche sul patrimonio librario. Ad Atene, la storica libreria Vivliopoleio tis Estias ha annunciato la chiusura dopo 128 anni. Aperta nel 1885 dal giornalista Giorgios Kasdonis, trasferitosi in Grecia da Bucarest, nello stesso anno la Casa Editrice di Estia col primo libro ‘L’Antologia del Fanciullo’. A breve, un pezzo di storia dell’Ellade, dietro la saracinesca calata, rimarcherà il ruolo del sapere e dei suoi costi in ogni tempo e Paese!

 

Un pensiero su “I costi…della cultura!

  1. Salve, sono l’avv. Filomena ANNUNZIATA, ho avuto il piacere di conoscere di persona ad un convegno il vostro vulcanico Direttore, in ogni caso penso che è giusta l’analisi dell’articolo, o meglio il suo interrogativo; se questo è il prezzo che la società globalizzata paga in vista del crescente sviluppo della tecnologia, non so quanto democratica od a costo sociale o zero e dunque accessibile a tutti sia la culura digitale, vi è una parte rilevante di società che non possiede mezzi economici adeguati e, dunque, non vi accede ed ancora, vi è la questione del controllo dei dominii pubblici e della veridicità delle fonti; ad es. un’amica mi riferiva che è stato diramato, in occasione della campagna elettorale da poco passata, lo stralcio di un discorso di Hitler divulgato dal sito del movimento cinque stelle e che poi qualche utente ha prontamente riconosciuto e segnalato all’attenzione; siccome molti cibernauti tendono quasi mai al controllo delle fonti di quanto divulgato, mi chiedo se questo è l’obiettivo programmato della cultura digitale. Meditiamo sul modello della public library di New York; non credo che di un colpo tutto il cartaceo possa essere distrutto per il valore inestimabile che esso reca; ci pensate a cosa sta succedendo ad es. nel caso dell’Istituto Filosofico di Napoli ?
    Saluti cordiali
    avv. Filomena ANNUNZIATA

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