Il fisco di Grillo? Limitarlo a Due sole aliquote. Un reddito di cittadinanza a tempo e Tobin tax per patrimoni extra-light

 Enzo Carrella

A riferirlo è Mauro Gallegati – l’economista di riferimento del Movimento Cinque Stelle- che insegna economia ad Ancona, al Politecnico delle Marche. Gallegati è vicinissimo al Nobel per l’economia 2001, l’americano Joseph Stiglitz. Il suo suggerimento sul futuro delle imposte  dirette  in Italia ? Una riforma fiscale che tagli «il sistema di tassazione a due sole aliquote, di cui quella più elevata al 35% ( piattaforma tributaria  già applicata, tra l’altro,  in Cechia e Slovacchia) . Naturalmente grande spazio in detto contesto   sarà «delegato  tutta al sistema delle detrazioni».  L’economista disegna, inoltre , nel Welfare  un reddito di cittadinanza a tempo, di cui «possano beneficiare i soli disoccupati, attraverso un assegno di mille euro al mese per tre anni». Non  sarà  un reddito di cittadinanza, di cui si beneficia per il semplice fatto di essere cittadini dello Stato – è comunque specificato nel programma – In tal caso Per coprire una simile spesa servirebbero circa duecento miliardi di euro l’anno. Mentre, un reddito di cittadinanza dato alle persone disoccupate, pari a mille euro al mese per tre anni, costerebbe allo Stato tra i 20 e i 25 miliardi di euro l’anno, al pari  di uanto  già spendiamo per la Cassa integrazione e pertanto .. il budget sarebbe rispettato E ancora, una Tobin Tax maggiorata «per colpire le rendite» e una patrimoniale per super ricchi, che tassi «i soli patrimoni da 10 milioni di euro in su, con una aliquota del cinque per mille».

Perché, allora,  non iniziare dai capitali rimpatriati con scudo fiscale ? Nel  suo piano, l’economista del movimento 5 Stelle ha dimenticato ( volutamente o vera amnesia ) di considerare il flusso finanziario dei capitali rimpatriati con l’ultima  legge dello scudo fiscale di Berlusconi ( ritornati circa 90 miliardi nei forzieri italiani, con percentuale del 60%  nella sola lombardia ) . Potrebbero già applicarsi dei prelievi di imposte  “da subito” su tali ingenti  fiumi di danaro perché di fatto le fonti sono al momento  “conosciute” e i  titolari  censiti   da sua “maesta il Fisco” :  il “forziere” italiano  vedrebbe, in tal guisa,  impinguare  la voce “delle entrate” senza un benché minimo sforzo .Tornando alla “paventata” nuova riforma storica del fisco a firma “movimento 5 stelle”  , perché allora non rispolverare la flat tax?  Non sarebbe più semplice  proporre un sistema fiscale basato su una tassazione con aliquota proporzionale del reddito personale e un vantaggio fiscale pensato su base familiare ( come prevedeva l’economista Leube ad inizio dell’anno nella sua opera edita dalla Fondazione Magna Carta)? Sono in molti  a credere che  la tassazione proporzionale sia più logica, giusta ed efficace rispetto alla tassazione progressiva attualmente vigente in Italia. Spieghiamo meglio l’assunto. In Italia, le aliquote Irpef in vigore sono ancora cinque più l’addizionale sui redditi più alti che fissa al 45% quella massima, mentre la minima è al 23%. Con la tassazione proporzionale , tutto diverrebbe più  logico in quanto lineare, semplice e comporterebbe , comunque,  che chi guadagna di più paga più tasse. Se si  guadagna 100 si pagherà  30 di tasse a  20 base di reddito , invece,   si pagheranno  6. In definitiva  chi guadagna 100 pagherà ben 24 di tasse in più rispetto a chi guadagna 20; invece con l’attuale nostro  sistema progressivo chi guadagna 100 pagherà 50 e chi guadagna 20 continuerà a pagare 6. Intervengono , a tal proposito , altri fattori  da tenere in debita considerazione  Su tutti la ccdd competitività :la tassazione proporzionale è efficace, infatti,  perchè stimola a cercare di guadagnare di più (e quindi a pagare più tasse), mentre quella progressiva finisce di essere un boomerang perchè stimola a “tirare i remi in barca” visti i recuperi  di tassazione  “comunque  applicati” con un consequenziale introito fiscale per lo Stato   più contenuto. Forse non caso – segnaliamo  – che  tutta l’Europa orientale ha scelto la flat tax , l’imposta unica sui redditi. Eccone lo scenario. Si va dall’aliquota unica del 10% in Turkmenistan al 13% della Russia, al 15% della Lituania e dell’Ucraina per finire al 21% dell’Estonia. E fedeli al verbo della flat tax sono anche i paesi dell’Europa orientale: dall’Ungheria (16%) alla Bulgaria (10%), dalla Romania (16%) alla Serbia (12%). La Cechia e la Slovacchia, un tempo in flat tax, hanno ora due aliquote sul reddito pari, rispettivamente, al 15 e al 22% e al 19 e al 25%.  E’ davvero curioso il fatto che, in massa, i paesi un tempo del socialismo reale abbiano deciso di affrontare il Ventunesimo secolo sbarazzandosi dell’ideologia della tassazione progressiva sul reddito alla ricerca di potenziali redistribuzioni. Più realisticamente hanno preferito spostare il carico fiscale dai redditi da lavoro ai consumi, così da consentire alle loro economie di essere attrattive e competitive nei confronti del capitale internazionale. Hanno azzardato e optato per il cambiamento: creare le migliori condizioni per la crescita producendo una discontinuità culturale nel Vecchio continente che, nella sua parte occidentale, da decenni fà della progressività della pressione fiscale un asse portante della politica fiscale. Perché, del resto, un fondo dovrebbe scegliere l’Italia con la più alta pressione fiscale sul Pil dell’Eurozona pari al 45,3% quando la legislazione europea offre mercati altrettanto competitivi a forte sconto fiscale? Infatti non lo fa e va nei paesi della flat tax dove crescono gli insediamenti manifatturieri, come testimoniano la Serbia o la Slovacchia nell’auto ( con la Fiat consenziente e attore protagonista  nell’export della propria produzione ) In Italia con un Pil in prolungata recessione e l’incapacità di attrarre investimenti internazionali lo scenario economico del prossimo  futuro – se non si interviene da subito con sconvolgenti azioni strategiche , in primis la tassazione –  continuerà a tingersi di un colore nero, difficilmente sbiadibile. E non si tiri in ballo che il sistema di tassazione progressivo è previsto dalla nostra costituzione: del resto è risaputo che la  costituzione sia il vangelo e che non sia migliorabile