Berlusconi sotto tiro
La fotografia dell’Italia, a pochi giorni dal voto, ci mostra un paese paralizzato, incapace di emanciparsi dalla seconda Repubblica e di orientarsi in uno scenario politico vagamente condiviso, che sappia darsi un orizzonte di priorità ineludibili e che non reiteri i soliti errori di malgoverno. Il segretario del Pd, Bersani, dopo l’inaspettata batosta elettorale che ha reso inconcludente il primato della sinistra alla Camera, prova ad allacciare i fili con il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, il quale però gli risponde con insulti e provocazioni da cabaret. Bersani non demorde e, pur di evitare un governissimo col Pdl che accelererebbe la sua fine già segnata, si fa sponsorizzare da un manipolo di intellettuali più o meno organici o di area per convincere il comico genovese a venire a patti e formare un esecutivo che realizzi pochi punti programmatici. L’insistenza del segretario del Pd rasenta lo stalking, tanto per citare lo stesso Grillo, ma margini per un accordo non se ne vedono in nessun caso. Il diniego del Movimento 5 stelle costringerà Bersani ad abdicare al ruolo di miglior perdente, lasciando così campo libero a Matteo Renzi, il giovane sindaco di Firenze, che già pregusta la leadership soffiatagli dal segretario in occasione delle primarie. Di tutt’altra natura sono i problemi del centro destra che si trova a fare i conti con i soliti guai giudiziari di Berlusconi, aggravati per di più da una concentrazione di processi che non ha precedenti. Il braccio di ferro tra la Procura di Millano e il Cavaliere sta assumendo toni apocalittici. Lo scontro più duro riguarda il caso Ruby : il processo si prescrive solo nel 2020, ma i pm Boccassini e Sangemano sembrano animati da una fretta inspiegabile, al punto da non voler considerare come legittimo impedimento neppure il ricovero ospedaliero dell’imputato. Prima mandano a Berlusconi due visite fiscali poi, di fronte all’evidenza di un quadro clinico incompatibile con le loro richieste, ottengono dal Tribunale la fissazione di quattro udienze in soli cinque giorni. Il sospetto, da parte dei parlamentari del Pdl, che dietro un’azione così martellante e irragionevolmente rapida possa celarsi una volontà metagiuridica è forte. Il partito in blocco manifesta davanti al palazzo di giustizia e chiede a Napolitano di intervenire. Il clima si fa incandescente e i margini per una riappacificazione tra i partiti, in vista dei prossimi adempimenti istituzionali, si riducono fino a scomparire del tutto. A Napoli intanto sta per abbattersi sul Cavaliere un altro ciclone giudiziario, e c’è già chi parla di arresto. cennamo.angelo@tiscali.it