Quell’intensa emozione che non mi abbandona mai

Barbara Gentile

Quale è quell’intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto? Semplice la paura, che per noi ragazzi disabili è avvertita più intensamente dato che riusciamo più difficilmente ad incutere rispetto a causa dell’insicurezza in noi stessi. La mia ex badante mi disse un giorno: “Ma di cosa vuoi aver paura tu?”Come dice Vittorino Andreoli “La paura è un meccanismo di difesa che ci permette di avere coscienza di un pericolo e quindi di mettere in atto risposte per evitarne le conseguenze”.Potrei dire quindi che avere paura è una benedizione, forse è così, ma l’altra sera non la pensavo esattamente allo stesso modo. Dopo essere transitata nei fenomeni che scaturisce la paura (sudorazione, aumento dell’ansia, ricerca di aiuto, difficoltà di applicazione intellettiva), ho visto entrare nella mia stanza un medico che per fortuna non indossava un camice bianco. Questo ha permesso alla paura di manifestarsi completamente, ho pensato che la mia Via Crucis non fosse terminata, ma c’erano ancora delle Stazioni ad attendermi. Nonostante il forte desiderio di autonomia che ho, sento il bisogno di sicurezza e protezione avendo la certezza di poter sempre ricorrere a qualcuno meno indifeso di me. Vedo bianco, è tutto stramaledettamente bianco e realizzo subito: sono tornata in ospedale. Il suo odore è inconfondibile e conoscendolo bene la paura aumenta. Il soffitto è basso e sembra imprigionarmi. Il mio corpo, dov’ è il mio corpo? Sì esiste, c’è, lo vedo, ma io non me lo sento addosso, non mi appartiene: è come se io fossi solo spirito. Quel corpo che mi aveva permesso di tornare a vivere liberamente non riesco a comandarlo. Cosa mi è successo ancora? Stavo solamente avendo un incubo… non credevo possibile che una persona disabile potesse prendere una semplice influenza.